Anief su Orizzonte scuola – La Carta del docente spetta ai precari? La questione finisce in Cassazione, i 4 quesiti ai quali dovrà rispondere. Cosa può accadere. INTERVISTA a Walter Miceli

Leggi l’articolo

Continua la lettura su: https://anief.org/stampa/in-primo-piano/45224-anief-su-orizzonte-scuola-la-carta-del-docente-spetta-ai-precari-la-questione-finisce-in-cassazione%2C-i-4-quesiti-ai-quali-dovr%C3%A0-rispondere-cosa-pu%C3%B2-accadere-intervista-a-walter-miceli Autore del post: Anief Fonte: https://anief.org/

Articoli Correlati

La Carta del docente spetta ai precari? La questione finisce in Cassazione, i 4 quesiti ai quali dovrà rispondere. Cosa può accadere. INTERVISTA a Walter Miceli

Di Vincenzo Brancatisano

La Carta del docente finisce in Cassazione. Dopo l’ordinanza di maggio 2022 con la quale la Corte di Giustizia di Lussemburgo ha stabilito che è illegittimo non riconoscere ai docenti non di ruolo la Carta del docente di 500 euro annui, introdotta con la Buona Scuola nel 2015, anche la Suprema Corte italiana si dovrà pronunciare nei prossimi giorni. Questo perché il Tribunale di Taranto, presso cui i legali del sindacato Anief stanno patrocinando alcuni dei tantissimi ricorsi – se ne stimano almeno 20.000 in tutta Italia, considerando i ricorsi seguiti da altri sindacati e studi legali privati – ha preso un’iniziativa che sta facendo discutere.

I fatti
Dopo l’ordinanza citata della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ottenuta dai legali dell’Anief il 18 maggio dello scorso anno, i Tribunali del lavoro di tutta Italia hanno accolto migliaia di ricorsi, attribuendo anche per i servizi prestati a tempo determinato il beneficio della carta elettronica del docente, nella misura di 500 euro all’anno. Alcuni Tribunali, pur riconoscendo il diritto all’attribuzione della carta del docente, hanno peraltro cercato di limitare l’esborso a carico delle casse statali sostenendo che il beneficio potrebbe essere attribuito solo ai docenti che hanno lavorato per almeno 5 mesi oppure affermando che la carta docente avrebbe natura retributiva, per cui il docente che non si sia immediatamente rivolto al Tribunale potrebbe ottenere solo 2.500,00, ossia la carta docente degli ultimi 5 anni.
I 4 quesiti
Considerato che l’art. 1 della Legge n. 107 del 2015 precisa che “la somma di cui alla Carta docente non costituisce retribuzione accessoria, né reddito imponibile”, il Tribunale di Taranto ha preso un’iniziativa che sta impensierendo gli studi legali e i sindacati che sostengono in giudizio i precari che hanno agito per farsi riconoscere le spettanze. In sostanza, il Tribunale pugliese, utilizzando uno strumento da poco introdotto dalla Riforma Cartabia, il cosiddetto rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione, ha inviato alla Suprema Corte di legittimità quattro quesiti in merito al diritto alla Carta del docente, le cui risposte potrebbero in qualche modo orientare, sia pure non in maniera sostanziale, i giudici di merito. Lo scopo del rinvio pregiudiziale è quello di fornire ai giudici di merito in tempi brevi un determinato principio di diritto necessario per la corretta decisione delle cause: un modo per sondare fin da subito – senza dovere attendere il successivo grado di giurisdizione di legittimità – l’orientamento della Cassazione in merito a una determinata questione. Nel caso che stiamo esaminando – peraltro è la seconda volta che viene utilizzato questo nuovo istituto, la prima istanza è stata sollevata dalla Corte d’Appello di Napoli in altra materia – i giudici tarantini hanno chiesto alla Corte di Cassazione di chiarire:

se la carta docente debba essere attribuita anche per le supplenze brevi oppure soltanto per le supplenze di durata pari o superiori ai 150 giorni;

se il bonus abbia natura retributiva oppure di mera reintegrazione di un importo speso nell’interesse del datore di lavoro;

se l’attribuzione della carta docente consista in una obbligazione di fare, azionabile entro il termine di prescrizione di 10 anni, oppure in una mera obbligazione pecuniaria, richiedibile entro l’inferiore termine di 5 anni;

se la carta possa essere riconosciuta anche ai docenti già cessati in via definitiva dal servizio, in quanto concretizzante il diritto ad un mero beneficio pecuniario, oppure richieda che il dipendente sia ancora in servizio con un contratto a tempo determinato o possa almeno essere riassunto, in quanto iscritto nelle GPS.

Cosa potrebbe accadere
La Cassazione, dunque, dovrà pronunciarsi su questioni di indubbio interesse sul piano della corretta ricostruzione della fattispecie, ma i legali direttamente interessati alla vertenza finita in Cassazione con il rinvio pregiudiziale in questione sono del parere che il tutto “non potrebbe rimettere minimamente in discussione il diritto degli insegnanti a percepire la carta del docente”, anche in relazione ai servizi prestati con contratti a termine, “così come definitivamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e dal consolidato orientamento della giurisprudenza di merito”. La difesa degli insegnanti in Cassazione sarà curata dallo stesso collegio difensivo che ha ottenuto la remissione della questione innanzi alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee (CGUE), ossia dagli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Giovanni Rinaldi e Nicola Zampieri.
Avvocato Walter Miceli, è passato quasi un anno dall’ordinanza con cui la CGUE ha stabilito che la carta del docente spetta anche ai precari. Il Ministero intende estendere il beneficio a tutti gli insegnanti precari oppure occorrerà rivolgersi ai giudici?
“Il Ministero non ha ancora recepito la storica sentenza della CGUE e, quindi, chi ha lavorato con contratti a termine, per ottenere il bonus, dovrà necessariamente rivolgersi ai Tribunali del lavoro. La buona notizia, però, è che i ricorsi vengono accolti in tempi brevi, con attribuzione ai docenti anche degli arretrati per tutti i servizi prestati con contratti a termine”.
Il Ministero ha già eseguito le sentenze?
“Il Ministero, nel corso di una riunione con i dirigenti sindacali dell’Anief, si è impegnato a fare adeguare il software dell’applicazione web, per consentire a tutti i ricorrenti vincitori di spendere il bonus riconosciuto nelle sentenze. Qualora peraltro il Ministero dell’Istruzione non dovesse procedere sollecitamente all’accredito delle somme spettanti, si procederà all’esecuzione forzata delle sentenze, con conseguente commissariamento dell’amministrazione scolastica”.
E veniamo ai quesiti sollevati dal Tribunale di Taranto alla Corte di Cassazione. Il primo quesito riguarda la possibilità di attribuire il bonus anche per le supplenze di durata inferiore a 150 giorni. Sono tanti i docenti che non hanno questo requisito. Che cosa ne pensa?
“A questo riguardo ritengo che la carta del docente debba essere attribuita a tutti i docenti a termine, anche qualora abbiano insegnato per meno di 150 giorni. in quanto ai docenti precari deve essere garantito il medesimo trattamento riconosciuto ai docenti a tempo indeterminato. Considerato pertanto che il docente di ruolo percepisce la carta in misura piena pure nel caso in cui prenda servizio ad anno scolastico iniziato, riteniamo che anche l’insegnante a termine, che abbia insegnato per pochi giorni, abbia diritto all’assegnazione della carta docente. In contrario non mi pare possa obiettarsi che il supplente di breve durata non sarebbe comparabile al docente di ruolo, posto che è lo stesso legislatore a riconoscere l’equiparabilità delle supplenze brevi al servizio svolto con contratti fino al termine delle attività didattiche – mese di giugno – o annuali – fino al 31 agosto. L’art. 485 del TU sulla Scuola, infatti, stabilisce che in sede di ricostruzione della carriera va riconosciuta integralmente l’anzianità maturata nei primi quattro anni di esercizio dell’attività professionale dei docenti a tempo determinato, ossia nel periodo in cui, per le peculiarità del sistema di reclutamento dei supplenti, che acquisiscono punteggi in ragione del servizio prestato, solitamente si collocano più le supplenze brevi – ossia di durata inferiore a 150 giorni – , che quelle annuali o sino al termine delle attività didattiche”.
Il secondo quesito riguarda la natura retributiva o di mera reintegrazione di un importo speso del bonus. Che cosa significano queste formule?
“La qualificazione della natura della carta docente risulta maggiormente complessa, anche se ritengo comunque preferibile l’interpretazione che nega la sua natura pecuniaria, non solo in quanto l’unica conforme al tenore dell’art. 1, comma 121, della Legge n. 107 del 2015, che esclude espressamente la possibilità di qualificare la Carta come retribuzione accessoria, ma anche per il fatto che i docenti non ricevono somme in denaro, bensì dei meri titoli non monetizzabili, utilizzabili esclusivamente per soddisfare esigenze formative”.
Con il terzo quesito il Tribunale di Taranto chiede alla Cassazione se il diritto al riconoscimento del bonus si prescriva in 5 anni oppure in 10 anni. Anche qui la questione non è da poco, poiché le somme potrebbero lievitare.
“Ritengo più corretto applicare il termine di prescrizione ordinario di 10 anni, in quanto la citata legge 107 ha sostanzialmente previsto una delegazione di pagamento. Penso pertanto che configuri non tanto una obbligazione pecuniaria, bensì un’obbligazione di adempiere l’obbligo formativo, mediante la consegna al personale docente della carta elettronica ed accredito sulla stessa della somma di 500 euro per ciascun anno scolastico. Ritengo tuttavia che alla medesima conclusione si possa pervenire anche nell’ipotesi in cui si attribuisca alla carta natura mista formativo–retributiva. La Cassazione anche in tali ipotesi ha ritenuto prevalente, ai fini della verifica della prescrizione, il carattere risarcitorio, volto a compensare il danno derivante dalla perdita del diritto al riposo, con conseguente applicazione del termine ordinario decennale: si pensi per esempio all’indennità sostitutiva delle ferie non godute, che ha natura sia risarcitoria che retributiva”.
La Cassazione dovrà infine chiarire anche la rilevanza o meno dell’eventuale definitiva cessazione dal servizio dell’insegnante precario. Insomma, chi è in pensione e coloro che nel frattempo avessero cambiato mestiere, oltre a tanti altri che si trovassero in sistuazioni simili, hanno diritto al riconoscimento della Carta del docente per il passato?
“Dall’evidenziata natura formativa consegue a mio parere che il dipendente cessato definitivamente dal servizio non possa più fruire della carta, ma solo richiedere il risarcimento dei danni subiti, per non avere avuto la possibilità di godere della stessa. Preciso però che l’unica cessazione del servizio rilevante e presa in considerazione dal Tribunale di Taranto è quella inerente alla definitiva conclusione del rapporto lavorativo, per effetto del raggiungimento del massimo di servizio, per dimissioni volontarie, per passaggio ad altro ruolo o Amministrazione o per il raggiungimento del minimo contributivo ai fini del pensionamento. Viceversa, la cessazione del singolo rapporto a termine risulta inconferente ai fini dell’attribuzione della Carta, poiché costituisce un elemento connaturale dei rapporti a tempo determinato, che non può pertanto certo costituire contestualmente un elemento di esclusione dal beneficio della carta, considerato anche che il personale precario, per effetto dell’iscrizione alle GPS, ha l’automatica certezza di essere riassunto nei successivi anni”.
Veniamo agli effetti pratici di questa iniziativa del Tribunale di Taranto. Quanto tempo impiegherà la Cassazione per decidere e come influirà la decisione della Suprema Corte sulla prosecuzione dell’azione?
“La decisione della Corte sarà particolarmente veloce, in quanto lo scopo del rinvio pregiudiziale è proprio quello di fornire ai giudici di merito in tempi brevi il principio di diritto necessario per la corretta decisione delle cause. Ritengo peraltro che il rinvio pregiudiziale in esame non inciderà sulla prosecuzione delle azioni giudiziarie in quanto la giurisprudenza ha già affrontato le questioni poste dal Tribunale di Taranto, per cui dubito che tale remissione determinerà un rallentamento del contenzioso. In ogni caso, è bene ribadirlo, la decisione della Corte di Cassazione non metterà in discussione il diritto degli insegnanti a percepire la carta del docente anche in relazione ai servizi prestati con contratti a termine, così come ormai definitivamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea”.

Pubblicato in Diventare Insegnanti

PREVIDENZA – Quota 41 o 64 in arrivo? Anief: l’importante è introdurre un pre-pensionamento di 4 anni senza penalizzazioni, nella Scuola è necessario

“Sono due gli interventi che il Governo sta attuando sulle pensioni con la Legge di Bilancio per evitare il ritorno alla Fornero: Quota 41 e Quota 64 anni. L’importante è che l’Italia intraprenda quello che si fa negli altri Paesi economicamente sviluppati: mandare i cittadini lavoratori in pensione a 63 anni con il massimo dei contributi”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che chiede quindi un pre-pensionamento di almeno quattro anni rispetto alla legge che tornerebbe in vigore dal 1° gennaio prossimo.

 
Intervistato dall’agenzia Teleborsa, il sindacalista autonomo ha detto che se lo Stato ha giustamente deciso che “si deve accedere al lavoro con dei titoli di studio di formazione superiore, allora è giunto il momento di riconoscere gratuitamente il riscatto degli anni di studio”, come ha più volte detto anche il presidente Inps Pasquale Tridico. Secondo Pacifico, si tratterebbe di “due operazioni importanti per svecchiare non solo la Pubblica Amministrazione e tutto il mondo del lavoro, non solo per aprire le porte ai giovani e ringiovanire il personale della scuola, dato che abbiamo la classe docente più vecchia del mondo, ma questa operazione servirebbe a garantire una parità di trattamento tra i lavoratori dei paesi economicamente più sviluppati”.
Secondo il leader dell’Anief, infine, c’è un ultimo punto fondamentale: “le donne che lavorano devono avere qualcosa di riconosciuto, un qualche contributo importante, in particolar modo se hanno dovuto affrontare anche la maternità: se il Governo italiano ha introdotto, giustamente, un Ministero della Natalità, allora bisogna anche intervenire concretamente per garantire il diritto delle donne ad essere pienamente madri e lavoratrici” adeguatamente tutelate delle leggi.
 
Il giovane sindacato chiede, in particolare, che docenti e personale Ata vengano equiparati, a livello di previdenza, ai lavoratori delle forze armate, permettendo così loro di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. “Non è una concessione – conclude Pacifico – considerando l’alto numero di casi di insegnanti sottoposti a  burnout  e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato e senza nemmeno il dovuto riconoscimento del rischio biologico, molto presente tra coloro che operano nei nostri istituti scolastici”.
 
Anief ricorda che, in convenzione con Cedan, anche quest’anno è stato avviato il servizio di consulenza per chi è interessato al pensionamento: è possibile contattare via web la sede sindacale più vicina.
 
 
 
PER APPROFONDIMENTI:
 
SALARIO MINIMO – L’Inps è dice sì: tutelerebbe stipendi e pensioni, ma non alternativa al cuneo fiscale. Anief: per i dipendenti pubblici significa allineare i compensi all’inflazione e uscire prima senza riduzioni
 
Riforma Pnrr reclutamento e formazione, è giunto il tempo delle decisioni: Anief chiede forti cambiamenti del D.L. 36 imposto dal Governo
 
Emergenza stipendi, a fine carriera ai docenti italiani va la metà dei colleghi tedeschi: Anief chiede di dare subito 3mila euro di arretrati e 100 già stanziati, più almeno 250 euro col nuovo contratto
 
Rinnovo contratto, il 28 giugno convocati i sindacati: per Anief servono risposte immediate
 
Rinnovato nella notte il Ccnl Sanità, Anief: va trovato subito l’accordo pure per i lavoratori di Scuola, Università e Ricerca per i quali sono previsti aumenti e arretrati leggermente più alti
 
Bianchi accoglie la linea dell’Anief: sì al contratto “ponte” da firmare entro l’estate
 
Rinnovo del contratto, Pacifico (Anief): per chiudere subito servono nuove risorse dalla prossima Legge di Bilancio
 
SCUOLA – Contratto, Pacifico (Anief) spiega perché conviene firmare un contratto “ponte”: i lavoratori non possono attendere un anno e mezzo
 
Rinnovo del contratto, è l’ora della verità: martedì nuovo incontro all’Aran. Anief spinge per il contratto “ponte” da firmare entro agosto: docenti e Ata fanno i salti mortali per arrivare a fine mese
 
Stipendi fermi al 2018, nuovo incontro Aran-Sindacati: Anief ha confermato la volontà di chiudere al più presto con un contratto “ponte” 
 
Il nuovo contratto dovrà contenere nuovi profili e livelli professionali, lo chiede l’Anief: risalgono a 50 anni fa, se si vogliono valorizzare i dipendenti vanno attualizzati
 
Inflazione all’8%, per l’Istat mai così alta da 36 anni: Anief chiede di accelerare sul rinnovo del contratto della scuola, docenti e Ata figurano tra i più impoveriti
 
STIPENDI – Dopo l’estate l’inflazione si abbatterà sulle famiglie, la previsione di Padoan. Anief torna a chiedere di firmare subito il rinnovo del contratto di Istruzione e Ricerca: aumenti e arretrati
 
Prove Invalsi, metà degli studenti italiani impreparati: per Anief è inevitabile se non si interviene su didattica, numero di alunni per classe, tempo scuola e carriere-incentivi per il personale
 
Bianchi scopre le carte sul Pnrr: porterà aiuti a studenti della secondaria, a giovani senza diploma e a chi vive in territori difficili. Pacifico (Anief): interventi condivisibili, ma non prioritari
 
In arrivo 60 mila assunzioni di docenti, Pacifico (Anief): serviranno a poco, quasi tutti i precari rimarranno al palo
 
PENSIONI – Marcello Pacifico (Confedir): non si può tornare alla Legge Fornero, va approvata subito “Quota 41”, con riscatto gratuito degli anni di formazione e anticipo di un anno per le madri
 
Precari a tempo indeterminato, la riforma del Pnrr va contro i dettami dell’UE: Anief si rivolge al Comitato europeo dei diritti sociali
 
RAPPORTO INPS – In pensione con 750 euro dopo 30 anni di regolare lavoro, per Anief siamo alla follia
 
PENSIONI – Il presidente Inps rilancia il riscatto gratuito della laurea, Anief: “mano santa” per agevolare il turn over in contesti lavoratovi bloccati come la scuola, oltre che per abbattere disoccupazione e Neet
 
LAVORO – Dal 1° gennaio torna la Legge Fornero “pura”, in pensione a 67 anni o con 43 anni di contributi: appello Anief al Governo che verrà perché si impegni ad evitare questa catastrofe
 
PENSIONI – I partiti fanno a gara per promettere deroghe alle Legge Fornero, Anief chiede per la Scuola il ritorno a Quota 96 con riscatto gratuito della laurea
 
PENSIONI – Dal 1° gennaio torna la Legge Fornero, via dal lavoro a 67 anni o con 42 anni di contributi. Anief chiede l’anticipo per tutti i lavoratori della scuola con riscatto gratuito della laurea
 
Dal 1° gennaio in pensione a 67 anni, per i docenti serve un anticipo: in 150mila rischiano patologie da burnout. Anief: senza correttivi l’Italia verso il record degli insegnanti più vecchi e malati
 
Pensioni, docenti e Ata hanno solo 10 giorni per chiedere di lasciare prima, poi da gennaio torna la Legge Fornero con uscita a 67 anni: appello Anief a nuovo Governo e premier in pectore Giorgia Meloni
 
Arriva ‘Opzione Uomo’ che anticipa la pensione ma taglia l’assegno anche di 600 euro, Anief chiede che la penalità non si applichi ai lavoratori della scuola
 
Docenti e Ata, ultimo giorno per presentare domanda di pensione: da domani si torna alla Legge Fornero. Appello Anief al Governo che si sta formando
 
PENSIONI – Ritorno alla Fornero impossibile per docenti e Ata: serve una “finestra” per rispondere al burnout che imperversa tra chi lavora a scuola
 
PENSIONI – Legge Fornero, Salvini vuole evitarla con ‘Quota 102’ finanziata coi soldi del reddito di cittadinanza. Anief rilancia ‘Quota 100’ con assegno pieno e riconoscimento gratuito degli anni universitari
 
Per la ministra Calderone l’alternanza scuola-lavoro oggi comporta troppi rischi. Anief plaude: lo diciamo dal 2015

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000