C. Corsini, La valutazione che educa

“Quel che veramente conta nella valutazione è la comunicazione di indicazioni di miglioramento”. Lo afferma Cristiano Corsini, ordinario di Pedagogia sperimentale all’Università Roma Tre, nel suo ultimo testo “La valutazione che educa. Liberare insegnamento e apprendimento dalla tirannia del voto”, che sarà in distribuzione da giovedì 11 maggio.
La frase, naturalmente riferendosi a una scelta di valutazione in itinere – tutt’altro che data per scontata nel sistema scolastico – giunge a conclusione di un’analisi molto approfondita degli errori riscontrati nei metodi di valutazione e dopo aver presentato approcci e strumenti utili ai fini della formulazione di riscontri valutativi validi, rigorosi, trasformativi.
L’errore più grave? La “scelta di attribuire al voto (numerico e meno che sia) una valenza formativa”.
Per giungere a tali considerazioni l’autore parte proprio dalla funzione della valutazione, per costruire la base sulla quale argomentare il discorso successivo: le condizioni alle quali la valutazione educa e l’analisi di cosa è giusto valutare, e come farlo. Su questi ultimi temi Corsini – chiedendo venia per la franchezza – non esita a parlare di un diffuso “vanverismo pedagogico” e della “raccapricciante ignoranza riguardo a cosa si stia valutando”. L’analisi non riguarda solo il lavoro dell’insegnante ma anche gli strumenti impiegati per valutare il lavoro svolto nelle scuole, come le prove INVALSI.
Fuggendo e contestando il “quotidiano ossequio all’abitudine dell’abbiamo sempre fatto così”, Cristiano Corsini, al contrario, smonta in pagine dense le facili o stereotipate argomentazioni, affrontando con rigore scientifico quali sono le ragioni, le finalità e i metodi del “dare valore”.
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