G.B. Andornino, La Cina e noi

La Cina di Andornino

di Antonio Stanca

   Allegato al Corriere della Sera è comparso, di recente, il breve volume La Cina e noi (Passato, identità, prospettive), Edizioni Solferino, di Giovanni Battista Andornino, docente di Relazioni internazionali dell’Asia orientale presso l’Università di Torino. È un esperto politologo come ha mostrato pure in questa circostanza. Gli è bastato lo spazio ridotto di un libretto per illustrare con chiarezza quanto fa parte della Cina vecchia e nuova, come la si deve pensare, cosa ci si deve attendere. Sono tante le lacune che l’Andornino colma col suo intervento giacché ben poco si sa ancora della Cina nonostante si sia giunti ai tempi moderni quando non è più un paese arretrato ma una potenza economica, industriale inferiore solo a quella americana. Arretrata era stata la Cina fino agli ultimi tempi del secolo scorso ma è bastato poco perché si evolvesse, si affermasse in ambito internazionale, acquistasse una sua posizione, un suo peso accanto agli altri grandi della Terra. Su questa fase della moderna storia cinese si sofferma Andornino ed anche sulle fasi della storia passata, remota. Parte da prima della formazione dell’Impero avvenuta nel 221 a.C., giunge al 1949 quando Mao Zedong proclama la fondazione della Repubblica Popolare Cinese e procede fino ai tempi più recenti, fino a quelli della Cina d’oggi, del suo confronto con l’Occidente, con l’Europa, con l’Italia. È un arco di tempo lunghissimo se si tiene conto che l’Impero è durato tanti secoli, che ha visto tante dinastie, che anche quando si è disgregato c’è voluto altro tempo prima di formare la Repubblica e altro ancora per ottenere l’attuale posizione nel contesto mondiale. E non solo di tempo c’è stato bisogno perché la Cina diventasse quella d’oggi ma anche di tanta politica, di tanto pensiero, di tanto lavoro. Si pensi che ancora adesso, quando da anni ormai lo Stato s’identifica col Partito Comunista Cinese, si discute se continuare in una sua condizione unitaria, quella che aveva portato alla formazione dell’Impero e, dopo secoli, della Repubblica, o concedere spazio a tendenze pluraliste, se il benessere collettivo sia più importante di quello individuale o se sacrificare l’uno per l’altro, se aprirsi completamente ai rapporti esterni, con altri stati, oppure parzialmente, conservando, cioè, proprie zone d’ombra, propri mezzi segreti da utilizzare per eventuali bisogni. Diffidente è stata ed è la Cina verso le altre nazioni e pure queste nei suoi riguardi: tanto tempo è trascorso senza che ci fossero veri e propri scambi tra le due parti, di tanta superficie, di tanta popolazione è essa composta da avere difficoltà per ogni problema interno.

    Con la Cina è stato come quando si svela un mistero, avviene gradualmente e sembra che non voglia mai finire. È stata investita da un processo di ammodernamento, sta partecipando dell’evoluzione, dell’industrializzazione, dello sviluppo tecnologico dei paesi civili, sta emergendo tra questi ma ferma è ancora su certi aspetti della sua cultura, della sua vita, della sua società. Sono quelli legati alla sua storia, alla più antica giacché ancora continua a valere. Sono quelli che ancora la rendono unica.

   Poter sapere tanto della Cina e in maniera così svelta e chiara come col libretto di Andornino non è cosa da poco. Solo da un profondo conoscitore del problema poteva venire un simile aiuto!

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