Alluvione in Emilia, niente interrogazioni e compiti. Una preside ai docenti: gli studenti hanno la testa da un’altra parte

Anche se ci si avvia verso la fine dell’anno scolastico, i ragazzi dell’Emilia Romagna coinvolti nell’alluvione di questi giorni non dovrebbero essere sottoposti ad interrogazioni e verifiche: una volta tornati in aula, bisognerà piuttosto comprenderli per i traumi che hanno riportato. A sostenerlo, dopo “la notte di paura” del 16 maggio scorso, in un documento inviato ai docenti, è Paola Falcioni, dirigente scolastica del liceo Torricelli Ballardini di Faenza.
La preside ha voluto, con questa lettera, inviare un messaggio: “capire in questo momento quali siano le priorità”, ha scritto.
“I nostri ragazzi e le nostre ragazze – ha aggiunto la preside – hanno vissuto le nostre stesse emozioni, sicuramente amplificate perché non ancora in grado di gestire completamente le proprie fragilità” e “quando torneranno a scuola è necessario che trovino docenti capaci di accompagnarli e comprenderli in questo passaggio difficile della loro adolescenza”.
“Purtroppo
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