«Pugnala la prof? Sì, ma promuovetelo». La patologica confusione mentale del Paese capovolto

Accoltella con sei fendenti la professoressa, rischiando di ucciderla. Bocciato, è difeso dai genitori, che ricorrono contro la bocciatura. Non succede nel “Paese di Acchiappacitrulli” nato dalla penna di Collodi, ma nel Bel Paese del 2023, dove il dicastero della Scuola si chiama “ministero dell’istruzione e del merito”.

L’avvocato della famiglia pretenderebbe persino di partecipare allo scrutinio (che vorrebbe riaprire): richiesta illegittima in qualsiasi Paese sano. Inoltre il regolamento d’istituto dell’IIS “E. Alessandrini” di Abbiategrasso (teatro della cruenta aggressione) prevede esplicitamente, in caso di “gravi lesioni alle persone” da parte di un alunno, la sua “possibile esclusione dallo scrutinio finale e/o non ammissione all’Esame di Stato conclusivo del corso di studi”. Essendo il fattaccio avvenuto il 29 maggio, a fine anno scolastico, il fanciullo (“uno dei primi della classe”, secondo l’avvocato) non ha neanche potuto salvarsi iscrivendosi ad altro istituto (magari privato) per essere promosso, come nella

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