Vecchioni, il cellulare e l’insegnante assente per 20 anni

In questa ultima settimana di Giugno in cui si sta ancora respirando aria di scuola, due articoli mi hanno particolarmente colpita: il primo, lo splendido scritto di uno splendido Roberto Vecchioni, il secondo, la vicenda di quella donna di cui non voglio neppure scrivere il nome che ha saputo bigiare da scuola per circa vent’anni.

Dalle profonde parole pronunciate da Vecchioni ho respirato aria di sapere, di gioia, di amore per il bello, di gratitudine per la vita, di richiamo al cambiamento e alla voglia di lottare e di conoscere.

Dal resoconto delle vita di questa donna latitante ho tratto solo un senso di repulsione, di meschinità, di mancanza di dignità e di senso del dovere, un’ignoranza probabilmente tramandata, quindi innata, offensiva per tutta la categoria degli insegnanti.

Vecchioni ha richiamato tutti, ma soprattutto i giovani all’uso della parola; della parola parlata, sussurrata, della parola dolce e

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