Una società dipendente dalle macchine e dalle intelligenze artificiali. Educazione civica e sviluppo tecnologico: scarica una proposta didattica

Di Antonio Fundarò

Il cambiamento tecnologico che da sempre accompagna il cammino dell’uomo è destinato nell’attuale contesto storico a farsi sempre più veloce con un effetto dirompente (o per usare un termine più tecnico disruptive) sulla società.

Una situazione di questo tipo interessa anche la didattica in quanto il cambiamento tecnologico incide sul nostro modo di apprendere e, specularmente, sul modo di insegnare. I modelli di insegnamento – e questo è sotto gli occhi di tutti – richiedono, dunque, un adattamento continuo per sapere cogliere appieno le potenzialità connesse all’affermazione di strumenti tecnologici sempre più evoluti. Ad esempio, nel corso degli anni gli insegnanti hanno imparato a convivere con Wikipedia ed in generale con tutta l’enorme quantità di informazioni reperibile in Internet, preoccupandosi affinché i loro alunni rielaborassero con una riflessione propria i contenuti presenti

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Di Antonio Fundarò

Il cambiamento tecnologico che da sempre accompagna il cammino dell’uomo è destinato nell’attuale contesto storico a farsi sempre più veloce con un effetto dirompente (o per usare un termine più tecnico disruptive) sulla società.

Una situazione di questo tipo interessa anche la didattica in quanto il cambiamento tecnologico incide sul nostro modo di apprendere e, specularmente, sul modo di insegnare. I modelli di insegnamento – e questo è sotto gli occhi di tutti – richiedono, dunque, un adattamento continuo per sapere cogliere appieno le potenzialità connesse all’affermazione di strumenti tecnologici sempre più evoluti. Ad esempio, nel corso degli anni gli insegnanti hanno imparato a convivere con Wikipedia ed in generale con tutta l’enorme quantità di informazioni reperibile in Internet, preoccupandosi affinché i loro alunni rielaborassero con una riflessione propria i contenuti presenti in rete; oggi, tuttavia, si è affermata una piattaforma come Chat GPT che rielabora da sé questi contenuti, finendo così per porre ai docenti problemi e sfide nuove.
La mentalità aperta e disponibile all’innovazione
Questo, a sua volta, implica per il docente una mentalità aperta e disponibile all’innovazione. A questa mentalità devo allora affiancarsi una formazione continua – formale o informale – che dia al docente gli strumenti concettuali di cui ha bisogno. È bene però precisare che l’adeguamento delle competenze del docente all’evoluzione tecnologica non può risolversi nel mero utilizzo di attrezzature, applicazioni o piattaforme. A parte la considerazione che un cambiamento continuo rende rapidamente obsolete le tecnologie al momento prevalenti, è altrettanto fondamentale che l’insegnante stimoli i suoi studenti a ragionare sulla portata delle nuove tecnologie. L’innovazione tecnologica ha, infatti, un impatto profondo sulla società e sullo stesso nostro modo di essere individui. Basti pensare a quanto ed a come sono cambiate le nostre relazioni sociali con l’affermazione dei social e dei servizi di messaggistica istantanea.
L’evoluzione della tecnologia e il PNRR
Per quanto la considerazione possa apparire banale, l’evoluzione della tecnologia – che è appunto anche mutamento sociale e individuale – presenta rischi ed opportunità che devono essere adeguatamente considerate per dirigere siffatta evoluzione verso un reale miglioramento della condizione umana. Ne discende che l’approccio alle nuove tecnologie non può prescindere da un suo collegamento con l’educazione civica e che, quindi, la stessa formazione degli insegnanti deve cercare di rendere effettivo tale collegamento. A questo proposito va osservato che lo scorso 15 giugno, nell’ambito del progetto “Le competenze digitali come capitale del singolo e del territorio” M4C1I2.1-2022-922-P-1704 finanziato dal PNRR Scuola e volto alla diffusione di modelli didattici innovativi, l’Istituto “Velso Mucci” di Bra (CN) diretto brillantemente dal prof. Gianluca Moretti ha organizzato un percorso formativo on line per docenti dal significativo titolo di “Modelli didattici innovativi: dalle competenze tecniche alle competenze civiche”.
Singolarità e limiti dello sviluppo tecnologico
Tra i moduli che si sono succeduti si segnala quello dedicato a singolarità e limiti dello sviluppo tecnologico, tenuto dal prof. Ivano Paola. Quello di singolarità tecnologica è un termine oggi assai diffuso tra gli addetti ai lavori a seguito del libro di Ray Kurzweil “La singolarità è vicina” uscito per la prima volto nel 2009. Kurzweil applica il concetto di singolarità – che in fisica indica un punto a partire dal quale una funzione tende ad assumere un valore infinito – allo sviluppo tecnologico: la tendenza di quest’ultimo ad espandersi sempre di più porterà alla nascita di un’intelligenza artificiale generale che, alimentata dalla capacità di imparare da sé stessa, finirà per superare l’intelligenza umana. Per la prima volta dopo decine di migliaia di anni, quella umana non sarebbe più la forma superiore di intelligenza presente nel pianeta. L’intervento ha cercato di offrire degli spunti per valutare criticamente la fondatezza della visione di Kurzweil (comunque tenuta in grande considerazione dai giganti dell’high tech), tenendo conto di tutta una serie di vincoli che l’espansione tecnologica può avere. Ecco allora che l’intervento si è trasformato in una discussione di educazione civica su quelli che possono in generale i limiti della crescita tecnologica.
Limiti che attengono alla sostenibilità ambientale e sociale
Limiti che sicuramente attengono alla sostenibilità ambientale e sociale, se si tiene conto del massiccio sfruttamento di risorse ed ai costi umani (in termini di sfruttamento del lavoro e di deterioramento ecologico per coloro che hanno la sfortuna di trovarsi nelle are meno fortunate del pianeta) che dovrebbe accompagnare la singolarità. Ma anche limiti morali ed etici perché la paventata affermazione di un’intelligenza superiore, o comunque di un’intelligenza capace di svolgere meglio tutto ciò che oggi fa l’uomo con la prospettiva di renderlo obsoleto, non è questione che la società ed i decisori politici possano sottovalutare.
L’UdC “Intelligenza e il futuro dell’uomo”
L’UdC “Intelligenza e il futuro dell’uomo” prevede la produzione di un breve racconto (massimo 3000 battute) ovvero, nel caso agli alunni di età inferiore a dodici anni, di un disegno in cui lo studente immagina la condizione umana in un futuro ove l’intelligenza artificiale generale sarà superiore a quella umana. Lo studente potrà immaginare sia una società “distopica” ove l’uomo dipende completamente dalle macchine sia una società “utopica” in cui l’I.A. avrà risolto molti dei problemi dell’umanità e gli individui saranno più felici.
30.06.2023 – FORMAT UDC – Intelligenza e il futuro dell’uomo
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Argomenti: Educazione civica Didattica