Il segreto delle scuole felici: un progetto per tutte le scuole italiane
ARTICOLO SCRITTO DA: ANNA ABBATE, AUTRICE SCUOLA OLTRE
È forse banale quanto ovvio ma quando si è felici e in uno stato di benessere emotivo l’apprendimento risulta più efficace: un bambino quando è felice apprende con molta più facilità; quando e quanto più apprende, tanto più è felice. È ormai noto come, nel mondo scuola, non ci si possa attenere ai soli programmi ministeriali e a un’acquisizione nozionistica scevra da coinvolgimento emotivo.
L’apprendimento è di per sé emozione. Un bambino piccolo, quando si pone alla scoperta del mondo, indaga, sperimenta, si cimenta e trova soluzioni. Tutte queste azioni vengono vissute con entusiasmo, trasporto e curiosità. Se accompagnato in questa sua avventura con altrettanta gioia e incoraggiamento, l’apprendimento sarà un’esperienza meravigliosa che vorrà ripetere ancora e ancora.
Gli insegnanti hanno un ruolo e un’influenza preponderante nel processo di apprendimento degli alunni. Il tempo che trascorrono insieme a essi quotidianamente è un tempo importante ed è indispensabile che si crei una relazione armoniosa.
Laddove il docente si dimostri capace di vera empatia, capace di comunicare non solo verbalmente ma anche emotivamente con i giovani, allora diviene una figura di riferimento importante. Un docente appassionato e innamorato della sua materia trasmetterà nelle sue lezioni queste emozioni lasciando indelebili ricordi nel cuore dei suoi alunni.
Chi di noi non ha ricordo di almeno un insegnante e delle sue lezioni che lasciavano senza parole in un ascolto assoluto? Oppure, materie ritenute ostiche o difficili che, semplicemente cambiando docente, si sono rivelate interessanti e degne di approfondimento?
Perché accade questo?
Le neuroscienze hanno studiato e continuano a indagare questo fronte; cosa certa è che lo stato d’animo in cui ci troviamo in un determinato momento, nel nostro caso durante una lezione a scuola, determina il tipo di apprendimento.
Non è dunque sufficiente l’intelligenza “razionale” per apprendere, a questa deve aggiungersi necessariamente quella “emotiva” come ricorda lo psicologo statunitense Daniel Goleman.
Le emozioni vissute in classe tra docenti e alunni determinano l’andamento delle relazioni, guidano i comportamenti, le azioni e le reazioni. Come evidenzia lo psicologo statunitense Howard Garder, “le emozioni sono determinanti per intraprendere un percorso di apprendimento o studio”.
Quando ci appassioniamo ad un argomento siamo stimolati a saperne sempre di più, ad approfondire, a cercare nuove informazioni senza sentirne il peso o la fatica. Con facilità resteranno impressi anche le informazioni trovate perché si tratta di un argomento che suscita in noi “emozioni”.
Ma quindi si può essere felici a scuola?
Sì, si può e lo si deve essere, ma attenzione: non basta entrare in classe con un sorriso. O meglio, se il sorriso non scaturisce da dentro e non nasce da un benessere vero, verrà percepito come fasullo. Sarebbe dunque più opportuno entrare in aula con un aspetto serio se le emozioni che prova lo dettano e gli alunni comprenderebbero.
Per questo fin dai primi anni di scuola ai bambini dovrebbe essere insegnato a riconoscere e ascoltare le proprie emozioni, senza catalogarle. Le emozioni vanno comprese, e solo attraverso l’esercizio e la pratica possono essere gestite.
Acquisire una vera competenza emozionale nel corso della crescita permetterà di diventare persone in grado di sopportare e superare sconfitte, insuccessi e dolori facenti parte della vita di tutti, nessuno escluso.
In questi anni pandemici la mascherina ha letteralmente “imbavagliato” quella importantissima parte della comunicazione paraverbale. Il tono della voce, così importante come veicolo che, attraverso il timbro, l’intonazione, il volume fa comprendere molto circa le emozioni che uno vuole comunicare, è stato modificato da questo “filtro”. Le espressioni facciali sono state nascoste per mesi, lasciando solo agli occhi le responsabilità comunicative.
Promuovere una didattica che parta dalle emozioni è un dovere primario di noi docenti, oggi più che mai. Lavorare partendo dalle emozioni, genera un ambiente di benessere, di fiducia, e diventa il luogo prediletto per apprendere con entusiasmo e passione.
Le emozioni fanno la “magia”: favoriscono un apprendimento di qualità, alimentano sorrisi, soddisfazioni, divertimento.
Lasciamoci quindi prendere per mano dalle emozioni e che scuola felice sia!
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