CCNL scuola, quali sono le novità per i docenti?

Dopo lunghe trattative, è stato firmato nella giornata di ieri, 14 luglio, il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Istruzione e Ricerca valido per il triennio 2019/21: contratto di grande importanza, poiché interessa più di un milione e 200mila lavoratori della Pubblica Amministrazione (circa un terzo del totale dei dipendenti) e che coinvolge quattro importanti settori, scuola, personale amministrativo delle università, Afam ed enti di ricerca. Quali sono le novità che il CCNL scuola apporta per il personale docente? Vediamole insieme qui di seguito.

Le maggiori novità per il personale docente con il nuovo CCNL scuola

Come sappiamo, già lo scorso dicembre 2022 l’intesa firmata ha anticipato tutta la parte relativa al trattamento economico che comporta il nuovo contratto: in precedenti articoli abbiamo illustrato le ripercussioni che il nuovo CCNL scuola implica sugli stipendi, determinando aumenti di circa 124 euro. Si è anche sottolineato l’importante risultato ottenuto per tutti i docenti con contratto a tempo determinato, che possono finalmente anch’essi usufruire dei tre giorni di permessi retribuiti per motivi personali o familiari. In tutti i settori vengono inoltre estesi i congedi per le donne vittime di violenza.

Con questo contratto, si conferma che la formazione deve avvenire durante l’orario di servizio: ogni attività di formazione che risulta obbligatoria andrà nelle 40 ore di attività collegiali. Nello stesso modo, le ore destinate alle riunioni per i GLO si devono conteggiare nelle 40 ore previste per i consigli di classe. Inoltre, tutti gli incontri collegiali che non hanno funzione deliberante potranno svolgersi anche a distanza: questa possibilità riguarda anche le ore di programmazione mensili previste per la scuola primaria.

Il commento del presidente dell’ARAN

Secondo Antonio Naddeo, presidente dell’ARAN, con questo contratto migliorano le condizioni di lavoro: “L’accordo raggiunto rappresenta un passo importante per il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore dell’istruzione e della ricerca, assicurando un riconoscimento adeguato ai dipendenti che operano in queste aree fondamentali per la crescita del Paese”, ha infatti spiegato in una nota.

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