Il prezioso “stupidario” della maturità
Poi gli esami finiscono, si va in vacanza e in autunno si ricomincia il viaggio senza che nulla sia cambiato. Eppure, quante cose insegna la maturità! Anche che spesse volte il difetto sta nel manico … Un classico della storia della scuola italiana e tuttora un libro prezioso è Lo stupidario della maturità di Mitì Vigliero Lami del 1991. Corbellerie dalle elementari alle superiori
Il maestro Marcello D’Orta è passato alla storia con la sua raccolta di temi di bambini delle elementari Io speriamo che me la cavo, vero e proprio best seller (due milioni e passa di copie vendute). Per le superiori la palma spetta alla professoressa Mitì Vigliero Lami con Lo stupidario della maturità, testo altrettanto interessante. In prefazione l’autrice riferisce di essersi divertita nel collezionare “errori, sbagli, sbadataggini, qui pro quo, gaffes, cantonate, topiche, granchi, papere, lapsus linguae, inesattezze, solecismi, sviste, strafalcioni, svarioni e castronerie varie” emergenti di anno in anno nel corso degli esami di Stato, anche se alla fine si è sentita stanca di “scrivere stupidate”. Pur nel divertimento, si è insinuata in lei una certa amarezza nel ravvisare la somiglianza della scuola a una nave lasciata in balia delle onde, senza che si riesca a governarla e ripararla, perché o non si vuole farlo o non se ne è capaci e ci si limita a fingere di volerlo fare:
“Poi gli esami finiscono, si va in vacanza e in autunno si ricomincia il viaggio senza che nulla sia cambiato.”
Dagli stupidari scolastici agli stupidari