Insegnare le “competenze non cognitive” in ogni ordine e grado di scuola (inclusi CPIA e formazione professionale). Legge in arrivo: di cosa si tratta
L’inserimento dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi di studio delle istituzioni scolastiche (di ogni ordine e di ogni grado) e dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale è, per fortuna, oggetto di dibattito parlamentare grazie a una iniziativa legislativa che, in qualche modo, ricalca quella non conclusasi della precedente legislatura. La proposta di legge, relatrice l’onorevole Latini (Lega), prevede, come dicevamo, “l’introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale”. Il testo di legge (atto camera numero 418), già modificato dagli emendamenti approvati dalla VII Commissione (Cultura) durante l’esame in sede referente, è per la verità non molto dissimile da un analogo testo di progetto di legge sulla analoga materia, anche quello di iniziativa parlamentare, approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati nel corso della XVIII legislatura (con Atto Camera numero 2372) ma il cui iter non fu definito in Senato (con atto Senato numero 2493). Il testo adesso all’esame della Camera dei Deputati si compone di 5 articoli che, nell’articolo, analizzeremo.
Fondamento per lo sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici
La proposta di legge immagina che il Ministero dell’istruzione, a partire dall’anno scolastico successivo a quello in cui entrerà in vigore la legge, incoraggi piani finalizzati allo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali nelle attività educative e didattiche delle istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado. In aggiunta a ciò, si prevede che al termine della sperimentazione, con apposito e proprio decreto, il Ministro dell’istruzione e del merito elaborati le linee guida per lo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali che definiscono indicazioni metodologico-didattiche.
Mappatura dei progetti in essere e delle esperienze maturate nelle scuole
La norma in esame prevede che il Ministero dell’istruzione e del merito attivi una mappatura delle esperienze e dei progetti, già esistenti negli istituti scolastici italiani, inerenti alla lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa. La mappatura è corredata da un’analisi dell’impatto dei progetti e dei risultati prodotti
Percorso di formazione dei docenti per lo sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici
La norma prevede che il Ministero dell’istruzione predisponga, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, un Piano straordinario di azioni formative, rivolto ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, da attuare a partire dall’anno scolastico successivo a quello di entrata in vigore della legge. Infine, si prevede che la formazione dei docenti sia organizzata dal Ministero dell’istruzione e del merito con la collaborazione dell’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa – INDIRE , delle istituzioni scolastiche, nonché di università ed enti accreditati per la formazione. In merito ai profili di quantificazione, si evidenzia che le norme prevedono che il Ministero dell’istruzione e del merito predisponga un Piano straordinario di azioni formative da organizzare con la collaborazione dell’INDIRE, delle istituzioni scolastiche, nonché di università ed enti accreditati per la formazione.
La sperimentazione di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado
La norma prevede che, con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, siano stabiliti i criteri generali per lo svolgimento, a partire dall’anno scolastico successivo a quello di entrata in vigore della presente legge e per un triennio, di una sperimentazione nazionale ai sensi dell’articolo 11 del D.P.R. n. 275/1999 , finalizzata all’introduzione dello sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici.
La sperimentazione nazionale e procedure e criteri di selezione delle proposte progettuali
Il decreto definisce i requisiti e le modalità della partecipazione alla sperimentazione nazionale nonché le procedure e i criteri di selezione delle proposte progettuali presentate dalle istituzioni scolastiche. La sperimentazione, inoltre, è finalizzata all’individuazione delle competenze non cognitive e trasversali il cui sviluppo è più funzionale al successo formativo degli alunni e degli studenti, all’individuazione di buone pratiche di insegnamento che favoriscano lo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali, all’individuazione di percorsi formativi basati su metodologie didattiche innovative al fine di contribuire alla riduzione della dispersione scolastica ed, infine, alla verifica degli effetti dello sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali sul miglioramento del successo formativo. La partecipazione delle scuole alla sperimentazione è autorizzata a seguito di positiva valutazione dei progetti presentati.
Monitoraggio e valutazione della sperimentazione
Con decreto del Ministro dell’istruzione è costituito il Comitato tecnico-scientifico per il monitoraggio e la valutazione complessiva della sperimentazione e sono stabiliti i criteri sulla base dei quali il Comitato opererà. Per l’attuazione della sperimentazione, le istituzioni scolastiche utilizzeranno le risorse dell’organico dell’autonomia, senza la previsione di ore di insegnamento eccedenti rispetto all’orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti.
I Centri provinciali per l’istruzione degli adulti e i percorsi di Istruzione e formazione professionale
La norma prevede che, con il decreto del Ministro dell’istruzione e del merito indicato all’articolo 3, comma 1, riferito alla sperimentazione nazionale finalizzata allo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali, siano stabiliti i criteri generali per lo svolgimento di una sperimentazione, avente le medesime finalità di quella delle scuole di ogni ordine e grado, anche nell’ambito dei percorsi dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA).
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