Contratto a tempo indeterminato scuole paritarie, come dimettersi per accettare nomina da Gps?

Non è un caso isolato l’iscrizione nelle Gps nonostante si lavori presso scuole paritarie. Alcuni docenti infatti preferiscono iscriversi in graduatoria con magari l’obiettivo di voler iniziare a lavorare in futuro in ambito statale. Ma come comportarsi qualora ci si volesse licenziare per accettare la nomina dalle Gps? Esistono delle tempistiche da rispettare? Facciamo chiarezza.
Dimissioni dalle scuole paritarie e preavviso
Innanzitutto va detto che quando si è assunti presso le scuole paritarie viene applicato uno dei tre contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati tra le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali più rappresentative: Agidae, Aninsei o Fism. A prescindere però dalla tipologia contrattuale il docente che è assunto a tempo indeterminato che volesse dimettersi per accettare la nomina dalle Gps sarà tenuto a dare un preavviso alla scuola di assunzione, pari a 3 mesi.
Il preavviso invece non opera nel caso di cessazione durante il periodo di prova. Inoltre se il contratto fosse a tempo determinato anzichè indeterminato basta solo 1 mese di preavviso.
Mancato preavviso, cosa si rischia?
È previsto il pagamento di una penale per la parte che recede il contratto senza preavviso. Sia quindi il datore di lavoro che il dipendente sono tenuti a rispettare il periodo di preavviso perchè in caso contrario chi recede senza di esso è chiamato a pagare una indennità pari alla retribuzione lorda spettante nel periodo di mancato preavviso.
Chi dunque sospetta già di essere in posizione utile nelle Gps per ottenere un incarico annuale ed è intenzionato ad accettare è consigliabile che non aspetti la seconda metà di agosto quando inizieranno le convocazioni. Anzi, avrebbe già dovuto procedere con le dimissioni. La penale potrebbe infatti essere piuttosto salata, dovendo alla scuola un’indennità pari alla sua retribuzione lorda per il periodo di 3 mesi. Questo significa che il datore di lavoro non chiederà indietro gli ultimi 3 stipendi ricevuti, ma 3 mensilità dello stipendio lordo del docente (importo ben più alto) che comprende i contributi previdenziali INPS e INAIL e l’IRPEF dovuta all’Erario.
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