C.p. Company in mostra a New York: il brand sportswear italiano si racconta

Cp company New York. Foto: crisalidepress.it

C.P. Company, il brand sportswear italiano è sbarcato nella Grande Mela: in mostra 50 anni di storia a New York

Una mostra di quattro giorni, dal 20 al 23 luglio 2023, è andata in scena a Williamsburg, Brooklyn per C.P. Company, il famoso brand sportswear italiano. Un’esperienza immersiva che ha portato alla scoperta dei 50 anni di storia dell’originale marchio.

In uno spazio espositivo unico nel suo genere, “The Goggle Jacket: How Design Innovation Can Build a Community” ha raccontato la storia di C.P. Company attraverso la lente dei suoi prodotti più iconici ed innovativi. Con installazioni coinvolgenti, display interattivi delle giacche più desiderate e l’esposizione in stile museo di immagini d’archivio, la mostra ha guidato i visitatori dalla fondazione del marchio nel 1971 da parte dell’ingegnere e designer italiano Massimo Osti fino alla creazione della Goggle Jacket per la gara automobilistica 1000Miglia del 1988, passando attraverso decenni di innovazione nel design, fino ai giorni nostri.

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Parallelamente alla mostra, C.P. Company ha ospitato nel suo spazio di New York una programmazione esclusiva, che ha incluso la proiezione di un film appositamente realizzato per l’appuntamento newyorkese, ma anche una coinvolgente tavola rotonda e un live podcast che hanno visto la partecipazione di alcune delle figure più influenti del panorama fashion di New York.


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Perché creare e far crescere la tua e-learning community

Una e-learning community è un luogo privilegiato per unire la formazione aziendale online a principi di cooperazione, condivisione e collaborazione. A tutto vantaggio della produttività e del benessere organizzativo.
Il modello di apprendimento comunemente diffuso è un tipo di apprendimento sociale e interessa le persone fin dai primi anni di età. I bimbi vengono inseriti in una classe e, come gruppo, iniziano a imparare.
Esistono, certo, anche tipi di apprendimento individuale, leggere un libro, guardare un documentario o un tutorial, una lezione privata, ma in linea generale l’apprendimento è spesso legato a una comunità.
Per i sociologi Jean Lave ed Etienne Wenger, l’apprendimento è un atto di partecipazione sociale. Fin dal 1991 hanno diffuso il concetto di comunità di pratica, in cui i partecipanti possono co-creare un “repertorio condiviso di risorse: esperienze, storie, strumenti, modi per affrontare problemi ricorrenti”.
Questa idea di un insieme condiviso di risorse e storie è il punto in cui nasce la e-learning community, una comunità di apprendimento sociale online che può essere un fantastico modo di costruire una visione aziendale condivisa per collaboratori che operino da più sedi, in Italia o nel mondo.
Il punto di partenza per la creazione di una learning community è naturalmente l’identificazione di un luogo virtuale come una piattaforma e-learning che possa offrire la possibilità di un apprendimento sincrono o asincrono unito a tutte le caratteristiche che caratterizzano una “scuola”: possibilità di riunirsi in gruppi per collaborare, archivio documentale per i contenuti formativi multimediali, possibilità di contattare in modo rapido tutor e docenti, chat, forum, e spazio riservato a condivisioni di nuove prassi e buone pratiche, in audio o video, quello che in Teleskill chiamiamo Wiki- Experience.
Si tratta dell’opportunità, per chi deve apprendere, di poter accedere a sessioni dal vivo guidate da istruttori e risorse di apprendimento, con un focus significativo sull’apprendimento sociale. In altre parole, interagire con i propri colleghi attraverso dibattiti e discussioni online.
Come tutte le comunità, anche quella di una e-learning community richiede alcune accortezze per farla crescere e sviluppare armonicamente. Vediamo insieme quali.
Individuare il facilitatore della e-learning community

Tra i docenti è importante scegliere con accuratezza la figura del facilitatore.
Essere il facilitatore di una comunità online significa favorire le relazioni tra le persone. Non si tratta solo del tradizionale trasferimento di conoscenze o dell’insegnamento.
Tanto per fare qualche esempio, un buon facilitatore creerà un piano di contenuti didattici da pubblicare, che potrebbe includere commenti su ulteriori letture dopo una sessione webinar o porre una domanda per generare dibattito. Potrebbe avviare un sondaggio, richieste di riflessione o tenere una webinar di domande e risposte per conoscere in modo sempre più preciso le esigenze dei singoli e del gruppo.
Incentivare il social learning per il successo della comunità

Anche se la formazione aziendale avviene in una piattaforma e-learning, la comunità deve essere libera di comunicare con altre comunità. Non è un sistema chiuso, ma anzi può essere il modo migliore per attrarre sempre più membri nella nostra e-learning community. Il social learning è quindi un ulteriore strumento per interessare e coinvolgere i discenti al progetto formativo.
Favorire le comunità di pratica

Una learning community richiede una o più comunità di pratica, un luogo virtuale dove poter imparare in modo collaborativo, settorialmente su un argomento specifico. Un’altra caratteristica della comunità di pratica è la volontà di apprendere volontariamente, senza l’input del docente. La comunità di pratica sviluppa una conoscenza di tipo verticale su un dato tema ed è lo spazio in cui i principi di cooperazione e collaborazione diventano più rilevanti. La leadership è diffusa e l’aiuto dei colleghi è di stimolo e di supporto. Un luogo in cui esprimersi per far crescere una cultura collaborativa e condivisa e per apprendere in modo più autonomo rispetto all’apprendimento tradizionale.
Promuovere condivisione e fiducia

In una learning community si cresce tutti insieme. Quando si analizza collettivamente un metodo o una procedura che non ha funzionato non è tanto importante individuare il responsabile e attribuire una colpa, quanto piuttosto capire, collettivamente, cosa si può fare meglio, e quindi imparare dall’errore.Questo processo di fiducia si instaura più facilmente lavorando nelle comunità di pratica, soprattutto se si incoraggia la discussione, il confronto, la collaborazione e la condivisione.
Aiutare chi deve apprendere a “fare rete”

In una e-learning community i nuovi entrati devono poter comunicare facilmente con i senior e con i manager. Si impara l’uno dagli altri perché la comunità è anche un luogo di reverse mentoring, in cui ci si scambiano conoscenze e competenze.
Insieme a una serie di webinar si possono anche promuovere e incoraggiare i video e i podcast con dirigenti aziendali senior, in modo che diversi leader possano condividere le proprie esperienze e momenti di apprendimento.
I giovani potrebbero usare Wiki-Experience per condividere o proporre sistemi che velocizzino le procedure grazie alle nuove applicazioni digitali.
Monitorare la e-learning community

Una piattaforma e-learning specifica per la formazione come Teleskill Web Academy offre una reportistica molto accurata di ogni utente. Questo aiuta a conoscere i bisogni del singolo e del gruppo e ad offrire a tutti ciò di cui hanno bisogno: può essere un incontro personale con un docente, un webinar di approfondimento o altro ancora. Chat e forum sono uno strumento prezioso per conoscere il sentimento della comunità e anche in questo caso offrire risorse e contenuti sempre più professionalizzanti.

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