In Sardegna assegnate oltre 170 cattedre a insegnanti provenienti da altre Regioni d’Italia. Lettera

Di redazione

Inviata da Antonio Deiara – Sembrava un fenomeno ormai relegato nella memoria degli alunni degli anni Settanta, quella “calata” dei docenti napoletani, calabresi, siciliani, etc. nelle Scuole della Sardegna. Cinquant’anni dopo, invece, la storia si ripete.

La cosiddetta “Call veloce”, cioè il reclutamento di docenti provenienti da altre Regioni d’Italia da immettere in ruolo nelle
Scuole delle province di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, ha prodotto un bagno di sangue per maestre e professori sardi di diverse materie: sono state assegnate a docenti non sardi più di 70 cattedre di Arte, Italiano, Musica, Lingue Straniere, Strumento Musicale, etc., e oltre 100 cattedre di Sostegno nelle Scuole di ogni ordine e grado.
Stiamo parlando di almeno 170 posti di lavoro sottratti ai laureati delle Università, dei Conservatori di Musica e dell’Accademia dell’Isola.

La soluzione si trova

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