Personale ATA, sblocco posizioni economiche: cosa cambia? INTERVISTA a M. Pacifico (Anief)

Posizioni economiche ATA: sono previste dall’articolo 50 del CCNL 2006/2009 e stabiliscono che il personale assunto a tempo indeterminato, appartenente alle aree A e B della tabella C allegata al CCNL, può avvalersi di una delle posizioni economiche (prima e seconda) per la valorizzazione professionale. Queste permettono un incremento della retribuzione. Negli ultimi mesi c’è stato un tira e molla sull’argomento tra sindacati, MiM e Aran. Si è parlato di ‘sblocco’. Ma cosa si intende nello specifico? Che tipo di accordo si è raggiunto? Cosa cambia per il Personale ATA? E perché questa può definirsi una vittoria per la categoria? Abbiamo chiesto chiarimenti al presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, che ringraziamo per la disponibilità.

Sblocco posizioni economiche ATA: cosa è successo?

Presidente Pacifico, ha pubblicamente espresso soddisfazione per lo sblocco delle posizioni economiche ATA ferme da anni, ma molti non hanno chiaro cosa è successo. Vorrebbe gentilmente spiegarci e chiarire perché c’è stata una battaglia su questa tematica?

“La battaglia è nata dal fatto che nel passaggio ai nuovi profili professionali era stata predisposta l’abolizione delle posizioni economiche ATA. Noi abbiamo chiesto espressamente non solo che fossero mantenute, ma anche sbloccate. Negli ultimi 10 anni, di fatto erano state assegnate solo il 40% delle risorse legate a queste posizioni economiche. Quindi il 60% era rimasto bloccato dal Mef, ma siamo riusciti a farlo sbloccare. Di conseguenza, si è ottenuto l’impegno dell’Amministrazione di raddoppiare l’attuale personale, che potrà godere di queste posizioni. In futuro anche la procedura sarà molto più snella e permetterà di concorrere a questi aumenti in modo più semplice e immediato.

Cosa si è ottenuto col nuovo accordo?

In definitiva, cosa cambia per il personale ATA rispetto al passato, con l’accordo ottenuto?

“La premessa è che con i soldi stanziati non si poteva pensare di andare a cambiare i livelli professionali, i livelli di partenza degli stipendi, dal livello 4 al livello 5 perché ci volevano molti milioni di euro che il Governo non ha stanziato. Quindi, in base alle risorse stanziate siamo riusciti innanzitutto ad ottenere la retribuzione di alcuni incarichi specifici, che prima venivano affidati senza aumenti della retribuzione. Poi, rispetto allo stallo degli ultimi 30 anni, siamo anche riusciti di fatto a far partire dei profili professionali che per mancanza di risorse erano bloccati. Siamo riusciti ad ottenere un finanziamento per coprire questi nuovi profili AS dei collaboratori scolastici e permettere ai facente funzione di passare nel nuovo profilo EQ, ovvero di andare a rivestire il ruolo di DSGA che esercitano di fatto.

I facente funzione sono 1/4 dei DSGA in servizio, per cui era importante dare loro una risposta. Senza dimenticare gli effettivi DSGA che non hanno mai avuto una valorizzazione. Per i DSGA ci sono stati dei piccoli miglioramenti, grazie ad Anief, passando da un’indennità di direzione di 6 euro mensili a più di 60 euro mensili e si è passati dal 50 al 100% del pagamento dell’indennità di reggenza. Ancora si è sbloccata la possibilità di partecipare ad alcuni fondi, finora negati loro, che offre l’opportunità di incrementare la parte variabile. Sono piccoli miglioramenti che iniziano a rendere più dignitosa la figura dell’ex DSGA (presto EQ) e significa cominciare a tenere il Personale ATA in considerazione.”

Nuovi obiettivi futuri

Quali sono i nuovi obiettivi da raggiungere per valorizzare il personale ATA nel prossimo futuro?


“L’obiettivo principale è quello di innalzare i livelli del Personale ATA, fermi dal 1974. Sono livelli che non corrispondono più al lavoro che viene svolto nelle scuole. Anche l’accesso al profilo professionale va modificato. Bisogna aumentare il livello base della retribuzione e in futuro andare ad incrementare la parte variabile e la parte fissa delle indennità riconosciute. Tra gli obiettivi, anche l’estensione della carta docente, ovvero per la formazione, agli ATA. Vorremmo anche introdurre una nuova figura intermedia, che per 30 anni non è mai stata introdotta, tra il personale amministrativo e il personale direttivo. Un’altra grande battaglia da portare avanti, che riguarda tutto il personale ma anche questa categoria, è il buono pasto. La comparto Sanità ne ha diritto, mentre il comparto Istruzione e Ricerca no. Queste sono alcune delle battaglie che faremo”.

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