Valditara: “Cultura del rispetto e valorizzazione dei talenti di ogni studente”

Di redazione

Recentemente, la figura di Giuseppe Valditara è stata al centro di intensi dibattiti a seguito di una presunta difesa della “pedagogia della umiliazione”. Mirella Serri su La Stampa e poi articoli di Lucia Annunziata e Daniela Padoan hanno acceso i riflettori sulla sua posizione, accusandolo di sostenere una subcultura intrisa di razzismo e di utilizzare l’umiliazione come strumento pedagogico.

Valditara, però, chiarisce il contesto in una lettera apparsa su La Stampa. Durante un dibattito pubblico, faceva riferimento a un episodio specifico di bullismo, in cui uno studente, dopo aver manifestato simboli nazisti e aver aggredito una docente ebrea, doveva accettare una sanzione.

La sua affermazione “il bullo umiliandosi ad accettare la sanzione” non aveva l’intenzione di promuovere l’umiliazione, ma piuttosto il riconoscimento dei propri errori e l’accettazione delle relative sanzioni come parte del

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Recentemente, la figura di Giuseppe Valditara è stata al centro di intensi dibattiti a seguito di una presunta difesa della “pedagogia della umiliazione”. Mirella Serri su La Stampa e poi articoli di Lucia Annunziata e Daniela Padoan hanno acceso i riflettori sulla sua posizione, accusandolo di sostenere una subcultura intrisa di razzismo e di utilizzare l’umiliazione come strumento pedagogico.

Valditara, però, chiarisce il contesto in una lettera apparsa su La Stampa. Durante un dibattito pubblico, faceva riferimento a un episodio specifico di bullismo, in cui uno studente, dopo aver manifestato simboli nazisti e aver aggredito una docente ebrea, doveva accettare una sanzione.
La sua affermazione “il bullo umiliandosi ad accettare la sanzione” non aveva l’intenzione di promuovere l’umiliazione, ma piuttosto il riconoscimento dei propri errori e l’accettazione delle relative sanzioni come parte del processo di crescita personale. Questo riflette una visione cristiana in cui l’umiliazione può servire come antidoto all’arroganza, una posizione sottolineata più volte anche da Papa Francesco.
Inoltre, Valditara ha enfatizzato la necessità di non abbandonare tali studenti, ma di responsabilizzarli, incoraggiando la consapevolezza della loro appartenenza a una comunità. L’obiettivo non è mai stato quello di umiliare, ma piuttosto di educare e guidare.
La visione di Valditara sull’educazione va ben oltre questo singolo episodio. La sua azione di governo mira a mettere lo sviluppo della persona al centro del processo educativo, enfatizzando la cultura del rispetto e valorizzando i talenti di ogni studente. Questa visione è in netto contrasto con le accuse mossegli e si basa su una scuola “repubblicana” e “costituzionale”, lontana dalle ideologie antidemocratiche e fasciste.
È fondamentale, dunque, andare oltre le polemiche e concentrarsi sulle reali intenzioni e sulle azioni compiute. L’obiettivo comune dovrebbe essere una scuola che formi cittadini rispettosi, consapevoli e attivamente partecipi nella società.

Pubblicato in Politica scolastica

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Recentemente, la figura di Giuseppe Valditara è stata al centro di intensi dibattiti a seguito di una presunta difesa della “pedagogia della umiliazione”. Mirella Serri su La Stampa e poi articoli di Lucia Annunziata e Daniela Padoan hanno acceso i riflettori sulla sua posizione, accusandolo di sostenere una subcultura intrisa di razzismo e di utilizzare l’umiliazione come strumento pedagogico.

Valditara, però, chiarisce il contesto in una lettera apparsa su La Stampa. Durante un dibattito pubblico, faceva riferimento a un episodio specifico di bullismo, in cui uno studente, dopo aver manifestato simboli nazisti e aver aggredito una docente ebrea, doveva accettare una sanzione.
La sua affermazione “il bullo umiliandosi ad accettare la sanzione” non aveva l’intenzione di promuovere l’umiliazione, ma piuttosto il riconoscimento dei propri errori e l’accettazione delle relative sanzioni come parte del processo di crescita personale. Questo riflette una visione cristiana in cui l’umiliazione può servire come antidoto all’arroganza, una posizione sottolineata più volte anche da Papa Francesco.
Inoltre, Valditara ha enfatizzato la necessità di non abbandonare tali studenti, ma di responsabilizzarli, incoraggiando la consapevolezza della loro appartenenza a una comunità. L’obiettivo non è mai stato quello di umiliare, ma piuttosto di educare e guidare.
La visione di Valditara sull’educazione va ben oltre questo singolo episodio. La sua azione di governo mira a mettere lo sviluppo della persona al centro del processo educativo, enfatizzando la cultura del rispetto e valorizzando i talenti di ogni studente. Questa visione è in netto contrasto con le accuse mossegli e si basa su una scuola “repubblicana” e “costituzionale”, lontana dalle ideologie antidemocratiche e fasciste.
È fondamentale, dunque, andare oltre le polemiche e concentrarsi sulle reali intenzioni e sulle azioni compiute. L’obiettivo comune dovrebbe essere una scuola che formi cittadini rispettosi, consapevoli e attivamente partecipi nella società.

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