La difficoltà di valutare gli studenti (con un voto)
La valutazione: un tema sempre più presente nella vita scolastica, un discorso sempre aperto e sempre in evoluzione, un’evoluzione anche ‘estrema’.
Ultimamente, infatti, alcune scuole italiane sono riuscite (‘dicitur’) a ‘valutare senza valutare’ (o valutare n modo innovativo), con l’ottimo risultato di “eliminare la pressione competitiva, sviluppare una motivazione intrinseca per l’apprendimento piuttosto che orientata esclusivamente sullo sfoggio di un bel voto e ottenere, così risultati di apprendimento decisamente migliori”.
Applaudiamo a tale ‘successo’, riteniamo però utile ricordare, in modo approssimativo, il più ‘recente’ iter storico relativo alla valutazione.
Negli anni ‘70 si cominciò a mettere in discussione il valore valutativo e formativo del voto, considerandolo non esaustivo, e lo si preferì sostituire (nelle scuole elementari in quelle secondarie di primo grado) con ampi, prolissi e ‘stampati’ giudizi (analitici e globali).
In seguito il voto risorse, ma limitato o implementato da una serie corposa di precisazioni per