Meloni visita Caivano, la preside al premier: “Ci dia gli insegnanti più bravi”

Di redazione

“Servono insegnanti bravi. I più bravi d’Italia. Solo così salveremo i giovani del Parco Verde dal loro destino”. È questo che Eugenia Carfora, dirigente della scuola superiore ‘Francesco Morano’ dirà, se ne avrà l’opportunità, alla premier Giorgia Meloni attesa per domani ad un incontro pubblico proprio nell’istituto che lei dirige da dieci anni.

“Quando arrivai qui – ricorda all’ANSA la preside – questa scuola era ‘sgarrupata’ come il centro sportivo ‘Delphinia’, teatro delle violenze. Oggi, da quelle rovine, è nata una ‘palestra’ per preparare alla vita reale i ragazzi del rione”.

La preside divenne subito famosa nel Parco Verde per la sua battaglia contro la dispersione scolastica, andando casa per casa a a riprendersi i suoi ragazzi. “Ho fatto rete con colleghi di istituti di tutta Italia molti dei quali sono venuti di

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Qui sotto trovate il file di presentazioni che potete usare condividendolo con i vostri studenti in drive, via mail o in classroom.

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Caivano, stupro Parco Verde. La preside Carfora: “Qui ci servono i docenti più bravi d’Italia, direi questo a Giorgia Meloni”

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La dirigente scolastica Eugenia Carfora, a capo della scuola superiore ‘Francesco Morano’ del quartiere, che da anni si batte contro la dispersione scolastica e la criminalità giovanile, andando di persona a riprendersi i ragazzi dalla strada, all’Ansa ha fatto delle forti dichiarazioni: “Servono insegnanti bravi. I più bravi d’Italia. Solo così salveremo i giovani del Parco Verde dal loro destino”.

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Dispersione scolastica ridotta
“Quando arrivai qui – ha ricordato la preside – questa scuola era ‘sgarrupata’ come il centro sportivo ‘Delphinia’, teatro delle violenze. Oggi, da quelle rovine, è nata una ‘palestra’ per preparare alla vita reale i ragazzi del rione. Ho fatto rete con colleghi di istituti di tutta Italia molti dei quali sono venuti di persona a verificare i nostri progressi. Siamo passati da una dispersione del 50% ad una, quasi fisiologica da queste parti tra abbandoni e bocciature, del 25 ma serve altro”, ha detto.
“Quando decisi di riappropiarmi di un edificio della scuola per destinarlo ad stituto alberghiero – ha raccontato la preside coraggiosa – i gestori della piazza di spaccio che lo stavano utilizzando per le loro attività criminali mi fecero trovare una muta di pitbull che rendeva impossibile l’accesso. Ma non mi fermarono loro e non mi fermarono i loro cani”.
“Cara Meloni – è questo che le direi – dopo quanto accaduto alle ragazze si parla un’altra volta del Parco Verde come l’inferno in terra. Il luogo peggiore dove crescere figli ma io credo ancora che la scuola possa esserre una diga a quanto è accaduto dove non si debbano offrire scorciatoie o facili attestati professionali ma laboratori di vita dove maestri, magari i migliori maestri, possano aiutare quei ragazzi a diventare uomini. Magari uomini migliori”, ha concluso, spiegando cosa direbbe alla premier.
La preside: “Giorno felice, le ragazze hanno denunciato”
La dirigente qualche giorno fa aveva lanciato una provocazione, parlando di “giorno felice” dopo la notizia dello stupro delle ragazzine. Secondo la preside è stato “un giorno felice “quello in cui tutta Italia è venuta a sapere sullo stupro di Caivano, “perchè se questa vicenda è venuta alla luce e perché c’è stato qualcuno che finalmente ha avuto voglia di denunciare. Per questo, nonostante tutto, sono felice”.
La dirigente scolastica Carfora ha quindi enfatizzato il coraggio delle due ragazze, “che hanno parlato, che hanno chiesto aiuto”. Ed ora il suo “principale desiderio è che tra qualche anno non si parli più del Parco Verde, che la gente meravigliosa che vive qui si tolga di dosso questa sorta di macchia”.
Per la preside i progetti speciali per il Parco Verde non servirebbero a molto, perché, sostiene, “si viene qui, si annunciano e poi tutto finisce”, invece ciò che serve è “un grande impegno quotidiano per valorizzare giorno per giorno il bello, l’ingegno di questi ragazzi, delle loro famiglie”.

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