Stipendi sotto l’inflazione e uscita tardiva dei lavoratori della scuola secondo il rapporto OCSE, Anief: “È tempo di cambiare”

In data odierna è stato presentato in Italia il rapporto OCSE dal titolo “Education at a glance 2023”. All’evento, tenutosi presso la Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha preso parte il Ministro Giuseppe Valditara e Tia Loukkola (direttrice del Centro per la ricerca educativa e l’innovazione dell’Ocse). Moderatore il presidente di Invalsi Roberto Ricci. Il focus è stato posto su diversi aspetti del mondo scolastico, tra cui gli stipendi del personale scolastico e uscita troppo tardiva dal mondo del lavoro del personale stesso.

Stipendi docenti troppo bassi, Pacifico: “Pagare l’indennità contrattuale”

Una delle tematiche affrontate è stato quello degli stipendi e dell’attrattività della professione di docente.

Dal rapporto è emerso che i salari sono più bassi in Italia rispetto alla media, già a partire dallo stipendio iniziale. In altre nazioni è più possibile che lo stipendio aumenti nel corso della carriera. Gli stipendi degli insegnanti sono inoltre più bassi rispetto ad altri laureati: gli unici che possono tenere testa sono i dirigenti scolastici. Inoltre tra il 2010 e il 2022 il potere d’acquisto degli stipendi dei docenti è sceso in molti Paesi.

Dunque le lamentele dei lavoratori della scuola e dei sindacati sulla questione stipendiale troverebbe giustificazione anche su questi dati. Come ha ricordato infatti Marcello Pacifico, Presidente nazionale Anief, “la percentuale di inflazione sugli stipendi dei docenti sarebbe stata il doppio se non fosse stato sottoscritto il contratto 2019-21, che ha recuperato oltre il 4%, ma rimane comunque sottostimata, perché non tiene conto dell’innalzamento del costo della vita degli ultimi dieci mesi, purtroppo molto considerevole.

Per questo motivo diventa necessario che il nostro Paese, dove in media gli stipendi dei docenti sono più bassi tra il 30% e il 50%, di pagare innanzitutto l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti medi immediati di 100 euro al mese a lavoratore, in attesa del rinnovo del CCNL 2022-24: per raggiungere questo occorrono 6-7 miliardi subito, con la Legge di bilancio 2024, e poi altri 10 miliardi per poter rinnovare i contratti il prossimo anno.”

Età media docenti intorno ai 50 anni

Un altro fattore da tenere conto è anche l’uscita tardiva dei docenti dal mondo del lavoro, dovuto anche ai troppi anni spesi come precari. L’età media degli insegnanti in classe si aggirerebbe sui 50 anni.

L’età media del personale insegnante in Italia sta raggiungendo livelli assurdi, con quasi due docenti su tre oltre i 50 anni di età, per cui occorre assolutamente validare gratuitamente a livello di carriera gli anni di studio universitari e introdurre un finestra che preveda l’anticipo pensionistico per tutto il personale della scuola che fa registrare tassi di burnout decisamente alti e molto oltre la media.” Queste le parole sempre di Marcello Pacifico.


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