LEGGERE LA MUSICA? UN GIOCO DA BAMBINI
ARTICOLO SCRITTO DA: GABRIELLA PERUGINI, AUTRICE E FORMATRICE SCUOLA OLTRE
Molti ritengono che imparare a decifrare i segni musicali sia tanto difficile quanto imparare a leggere e scrivere in cinese. Alcuni sono convinti che siano necessarie doti artistiche “speciali” e che si tratti di un’attività destinata solo a pochi eletti, mentre altri sono stati “scioccati” dai noiosi solfeggi di lontana memoria e la sola idea di sfogliare una partitura attiva in loro un senso di disgusto.
Mi dispiace deludervi, ma imparare a leggere la notazione musicale è facile e divertente! Come con ogni nuovo linguaggio, è essenziale avere una buona guida e una metodologia collaudata; il resto è pura gioia.
Non intendo affermare che il tanto odiato solfeggio sia inutile e che generazioni di bambini e ragazzi abbiano subito un’ingiusta tortura. Il solfeggio è indispensabile per raggiungere livelli elevati di difficoltà nella lettura musicale e una padronanza del linguaggio paragonabile a quella di una persona madrelingua. Nei Conservatori, rimarrà sempre un ottimo metodo per la lettura e lo studio della teoria. Tuttavia, non è la metodologia più adatta per i bambini o per coloro che desiderano acquisire competenze di base per insegnare in classe.
Personalmente, ho fatto della musica la mia professione, quindi interpretare uno spartito è come leggere un quotidiano. Quando vedo la pagina e scorro il pentagramma, nella mia mente sento già come suona la melodia, con le giuste intonazioni e ritmo. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al solfeggio, che ho studiato approfonditamente nel Conservatorio secondo il vecchio ordinamento, con un corso di tre anni che comprendeva setticlavio, trasporto, teoria e lettura cantata e parlata a prima vista.
Negli ultimi decenni, le metodologie didattiche per l’apprendimento e la pratica musicale sono diventate molto più esperienziali. La lettura con la notazione musicale, cioè con le note, solitamente viene introdotta non prima della classe III della scuola primaria e viene presentata in modo giocoso, basato sull’apprendimento attraverso l’esperienza.
Prima di arrivare alla lettura con le note, ci sono alcune fasi preparatorie utili per trasporre i suoni in segni non convenzionali, ovvero con simboli proposti o inventati. Questi allenano i bambini a vedere una sequenza ritmica e, poco a poco, a definire un rudimentale andamento melodico. In questo modo, gli studenti non applicano regole astratte ma consolidano la loro percezione della musica fino a quando la vista fornirà informazioni musicali sempre più precise. Il passaggio dai protoscritture ai segni musicali sarà graduale ed esperienziale.
Quando un bambino cresce e sente l’esigenza di imparare a suonare uno strumento, qualsiasi esso sia, dovrà affinare e approfondire le sue conoscenze teoriche e di lettura melodica e ritmica. Il tanto odiato solfeggio, anche se in una forma più addolcita, sarà indispensabile per sostenere la tecnica strumentale. Questa è la realtà.
Tornando alla questione del “facile e divertente” e all’insegnamento, per insegnare il linguaggio musicale è molto utile conoscere e padroneggiare la lettura e la scrittura musicale. Anche se nei miei webinar dimostro che si può fare musica egregiamente senza saper decifrare una sola nota, è importante che i docenti che partecipano alle mie formazioni abbiano almeno una base teorica. Questo permette di personalizzare le lezioni in modo più preciso e comprensibile.
Dai circa 350 test visionati, il 70% dei partecipanti ritiene di avere una preparazione insufficiente, e oltre la metà di questi non ricorda nulla e non è in grado di decifrare le figure musicali. Anche se è comprensibile che chi si iscrive a un corso di formazione musicale potrebbe non conoscere la musica, questo risultato mi ha spinto a ideare il corso ABC MUSICA e a invitare i corsisti a partecipare.
Per gli educatori e gli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, è fondamentale avere almeno conoscenze di base teoriche della musica. Questo permetterà loro di arricchire la propria formazione e di essere più autonomi nell’approccio all’insegnamento. Per esempio, se un docente acquista un libro di didattica musicale con una canzone che presenta un testo interessante, ma nel libro ci sono solo lo spartito e nessuna registrazione, il docente potrebbe essere limitato a utilizzare il testo come una filastrocca parlata.
Il corso ABC MUSICA mira a rendere accessibili questi contenuti insegnando a leggere sequenze ritmiche semplici e poi ad affrontare melodie semplici realizzate con poche note. In caso contrario, i docenti potrebbero essere costretti a utilizzare materiale commerciale disponibile online, che spesso offre musica di bassa qualità con pubblicità che riempiono le tasche di grandi società commerciali. Queste melodie potrebbero fornire modelli scorretti ai bambini e abituarli a una costruzione di bassa qualità con basi strumentali difficilmente distinguibili.
È possibile evitare questa situazione acquisendo conoscenze per andare oltre. Il mio corso, che si sviluppa in quattro incontri, offre ai docenti un’opportunità concreta per apprendere l’ABC della musica. Per le altre lettere dell’alfabeto (DEFGH…), rimando ai livelli successivi del corso.
Il corso di formazione ABC MUSICA non è solo utile per i docenti principianti ma sarà uno strumento che ogni insegnante potrà utilizzare a sua volta per trasmettere la stessa metodologia alla propria classe. Cominciamo a svelare il mistero e a scoprire come manipolare la sostanza della musica. Vi guiderò utilizzando la stessa metodologia che applico con bambini di 5/6 anni, non per sminuirvi, ma per dimostrarvi che è davvero… un gioco da bambini!
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