Femminicidio, Littizzetto: “Per me bisogna ripartire dalla scuola, dall’educazione sessuale e sentimentale. Le leggi sono importanti, ma si deve partire dal basso”

Di redazione

Luciana Littizzetto ritorna sul piccolo schermo con “Che tempo che fa”, affiancando Fabio Fazio sul canale Nove di Warner Bros. Discovery.

La premessa della nuova stagione porta con sé una riflessione profonda sulla situazione di tensione in Israele e sul fenomeno sempre crescente del femminicidio in Italia.

La prima puntata avrebbe dovuto vedere la partecipazione di Patrick Zaki, per presentare il suo libro “Sogni e illusioni di libertà”, ma è stato posticipato a causa della situazione delicata in Medio Oriente. “Verrà nelle prossime settimane, la seconda o la terza puntata”, assicura Littizzetto, sottolineando la difficoltà di gestire tali tematiche in un momento così sensibile. La produzione ha lavorato per riorganizzare la puntata, mantenendo un approccio rispettoso ed eticamente corretto. La senatrice Liliana Segre sarà invece presente, portando la sua esperienza e saggezza in studio.

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Patrick Zaki incontra gli studenti: “Mi hanno inondato di affetto, amore e sostegno”

Di redazione

“Uno dei momenti più piacevoli per me da quando sono uscito”. Patrick Zaki ha descritto così, su Twitter, la mattinata trascorsa con gli studenti e le studentesse della 3M del liceo ‘Galileo Ferraris’ di Torino, che nel corso di tutta la sua prigionia hanno scritto lettere al giovane studente egiziano.
Da marzo 2020, fino alla sua scarcerazione, gli studenti del ‘Ferraris’ hanno scritto una lettera al mese allo studente per mostrare tutta la loro vicinanza a Zaki, che per questo li ha voluti incontrare e ringraziare, grazie alla collaborazione di Amnesty Italia. “Mi hanno inondato di affetto, amore e sostegno”, ha scritto Patrick Zaki su Twitter.
“I messaggi degli studenti della scuola sono stati fondamentali per la mia resistenza. Li leggevo sempre quando mi sentivo giù. Li ho letti centinaia di volte perché mi davano positività e mi facevano sentire in grado di produrre un vero cambiamento – ha detto Zaki – Gli studenti hanno mostrato un vero impegno per la mia causa inviandomi lettere per 22 mesi mentre ero in prigione, senza perdere la speranza. Sono rimasto stupito dalle loro domande intelligenti e dalla consapevolezza della politica e dei fondamentali dei diritti umani”. 

Pubblicato in Cronaca

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