Riforma pensioni 2024: Quota 103 mette a rischio gli assegni più alti

A breve il Consiglio dei Ministri dovrà approvare il testo della Legge di Bilancio 2024 e dal punto di vista della Riforma pensioni l’unica certezza resta la proroga per un altro anno di Quota 103. A tal proposito, però, rimane ancora il problema relativo alle risorse economiche. Per questo per reperire i fondi potrebbe arrivare un nuovo taglio sugli assegni medio alti.

Riforma pensioni 2024: Quota 103 in cambio del taglio degli assegni

A pochi giorni dall’approvazione del testo della Legge di Bilancio, sul fronte pensionistico Quota 103 è ormai data per certa. Tuttavia al momento starebbe prendendo piede l’ipotesi di un taglio degli assegni medio-alti per reperire i fondi necessari per sostenere tale misura. Di fatto gli interventi che il Governo intende apportare l’anno prossimo al sistema previdenziale dovrebbero costare all’incirca un miliardo di euro, anche se l’intenzione sarebbe quella di non superare gli 800 milioni. Per questo è possibile che si opti per un inasprimento delle regole di rivalutazione dell’importo pensionistico rispetto all’inflazione, a svantaggio degli assegni più alti.

Quest’anno solo i pensionati che nel 2022 hanno percepito un assegno fino a quattro volte il minimo hanno ricevuto la rivalutazione piena al 100%. Gli altri hanno ottenuto una rivalutazione in percentuale decrescente man mano che l’assegno pensionistico risultava essere più elevato.

Le reazioni dei sindacati

Secondo le prime previsioni, tale inasprimento comporterebbe nel complesso una perdita di potere d’acquisto tra il 7,5 e il 9%. Per questo la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità (Cida) e la Uil hanno deciso di intraprendere azioni legali contro il Governo, al fine di puntare l’attenzione “su questa ennesima ingiustizia, decisa oltretutto in un momento di forte crescita dell’inflazione”.

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