A parità di punteggio prevale il genere maschile, D’Aprile: un passo indietro. Sembra di essere tornati a un’era passata

Si tratta ancora di una bozza e non di un decreto ufficiale, ma rivendicheremo nei prossimi incontri una revisione.

Un miope copia incolla mette in relazione due disposizioni normative diverse. La prima che disciplina la rappresentatività di genere (DPR n.82 del 16 giugno), la seconda che regolamenta il prossimo concorso per dirigenti scolastici.

Il risultato di questa sovrapposizione tutta burocratica ci fa fare un passo indietro che sembra appartenere a un’era ormai superata – commenta il Segretario generale della Uil Scuola Rua all’indomani della pubblicazione della bozza di concorso che all’articolo 10 prevede:

«All’esito della procedura concorsuale,(…) a parità di punteggio complessivo (…), considerate le percentuali di rappresentatività di genere di ciascuna regione (…), che il titolo di preferenza sia in favore del genere maschile».

Una previsione che niente ha a che fare con l’equilibrio di genere .che introduce meccanismi di falsa uguaglianza, che non tiene in nessun conto dell’esperienza, della capacità e delle attitudini. Pensare di creare una perequazione al contrario, indicando il genere maschile come da preferire, introduce nella scuola una diversificazione di genere della quale non si sente assolutamente il bisogno.

A prescindere dalla parità di genere la professionalità del personale della scuola non si può misurare in base al sesso.

Si tratta ancora di una bozza e non di un decreto ufficiale, ma rivendicheremo nei prossimi incontri una revisione.

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