Gratteri: “Ho fatto arrestare anche i miei compagni di classe. Molti studenti erano figli di capimafia”
Di redazione
Il procuratore Nicola Gratteri racconta, in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, la sua esperienza di vita sotto scorta da quasi 35 anni, evidenziando il peso che tale realtà comporta nella quotidianità. Il suo racconto arriva alla vigilia del suo insediamento come capo della Procura più grande d’Italia, a Napoli.
Una vita sotto l’ombra di una minaccia costante, Gratteri illustra come la mancanza di libertà personale sia una battaglia giornaliera. Non poter passeggiare liberamente o fare una nuotata al mare da 25 anni sono solo alcune delle rinunce che ha dovuto fare in nome della giustizia. Un piccolo gruppo di otto-dieci persone è incaricato della sua protezione h24, un dettaglio che sottolinea l’ambiente di costante vigilanza in cui è immerso.
La sua risposta a come gestisce lo stress psicologico è quanto mai umana e
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