2- o 2+ non sono voti da assegnare agli studenti, ma valutazioni umilianti e demotivanti. Novara: “Un retaggio del passato”
Di redazione
Il pedagogista Daniele Novara ha recentemente sollevato dubbi sui sistemi di valutazione scolastica italiani, evidenziando come la pressione parentale possa indurre gli studenti a competere per i voti, piuttosto che focalizzarsi sul proprio apprendimento.
Novara, attraverso un post su Facebook del 2 settembre scorso, ha messo in luce alcune dinamiche preoccupanti.
Il pedagogista ha fortemente criticato l’attuale sistema di valutazione, in particolare nelle scuole superiori, dove le sfumature dei voti – come il 2-, 2+ e variazioni simili – vengono considerate come umilianti e demotivanti per gli studenti. Secondo l’esperto, queste pratiche rappresentano un retaggio del passato che continua a perpetuarsi, ostacolando la motivazione scolastica.
La pressione per ottenere voti elevati, alimentata anche dalla competizione tra compagni, porta spesso gli studenti a vivere stati di ansia e stress. Novara sottolinea come questa situazione
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