“Agli studenti non servono 10 ore davanti al pc a scuola, cari docenti insegnate etica della tecnologia”. L’appello della regista Janet De Nardis

Di redazione

Janet De Nardis è all’esordio alla regia cinematografica. Dalla sua formazione in architettura e recitazione, alla carriera musicale internazionale e l’esperienza in televisione, De Nardis ha sempre trovato il modo di riadattarsi.

Dopo aver calcato i palcoscenici di Rai2 e Sanremo, oggi affronta una nuova sfida: la regia.

Il suo debutto alla regia è Good Vibes, un fanta-thriller che esplora le implicazioni della tecnologia nella nostra vita. Al cuore del film vi è un’app che permette di accedere ai dati sensibili di qualsiasi smartphone. “Un’ignoranza che genera violenza e confusione”, spiega De Nardis a The Hollywood Reporter, sottolineando la necessità di una migliore educazione digitale: “Agli studenti non servono dieci ore davanti al computer a scuola, gli occorre piuttosto imparare l’importanza della corretta circolazione dell’informazione e ad avere rispetto per i materiali sensibili”.

Il

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Janet De Nardis è all’esordio alla regia cinematografica. Dalla sua formazione in architettura e recitazione, alla carriera musicale internazionale e l’esperienza in televisione, De Nardis ha sempre trovato il modo di riadattarsi.

Dopo aver calcato i palcoscenici di Rai2 e Sanremo, oggi affronta una nuova sfida: la regia.
Il suo debutto alla regia è Good Vibes, un fanta-thriller che esplora le implicazioni della tecnologia nella nostra vita. Al cuore del film vi è un’app che permette di accedere ai dati sensibili di qualsiasi smartphone. “Un’ignoranza che genera violenza e confusione”, spiega De Nardis a The Hollywood Reporter, sottolineando la necessità di una migliore educazione digitale: “Agli studenti non servono dieci ore davanti al computer a scuola, gli occorre piuttosto imparare l’importanza della corretta circolazione dell’informazione e ad avere rispetto per i materiali sensibili”.
Il film va oltre la mera rappresentazione tecnologica, introducendo un discorso sull’etica della tecnologia. De Nardis fa eco alle preoccupazioni sulla circolazione di informazioni sensibili e sulla consapevolezza digitale, in particolare tra i giovani. “Gli studenti devono imparare l’importanza della corretta circolazione dell’informazione“, afferma la regista.
In Good Vibes, la discussione sulla tecnologia è intrecciata con tematiche di violenza di genere. “Viviamo in una società che ha attraversato un lockdown, che ha isolato le persone fino a un solipsismo devastante”, aggiunge De Nardis. La regista sottolinea l’importanza della comunità e del sostegno reciproco per affrontare le dinamiche di potere e violenza nella società.

Pubblicato in Cronaca

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Janet De Nardis è all’esordio alla regia cinematografica. Dalla sua formazione in architettura e recitazione, alla carriera musicale internazionale e l’esperienza in televisione, De Nardis ha sempre trovato il modo di riadattarsi.

Dopo aver calcato i palcoscenici di Rai2 e Sanremo, oggi affronta una nuova sfida: la regia.
Il suo debutto alla regia è Good Vibes, un fanta-thriller che esplora le implicazioni della tecnologia nella nostra vita. Al cuore del film vi è un’app che permette di accedere ai dati sensibili di qualsiasi smartphone. “Un’ignoranza che genera violenza e confusione”, spiega De Nardis a The Hollywood Reporter, sottolineando la necessità di una migliore educazione digitale: “Agli studenti non servono dieci ore davanti al computer a scuola, gli occorre piuttosto imparare l’importanza della corretta circolazione dell’informazione e ad avere rispetto per i materiali sensibili”.
Il film va oltre la mera rappresentazione tecnologica, introducendo un discorso sull’etica della tecnologia. De Nardis fa eco alle preoccupazioni sulla circolazione di informazioni sensibili e sulla consapevolezza digitale, in particolare tra i giovani. “Gli studenti devono imparare l’importanza della corretta circolazione dell’informazione“, afferma la regista.
In Good Vibes, la discussione sulla tecnologia è intrecciata con tematiche di violenza di genere. “Viviamo in una società che ha attraversato un lockdown, che ha isolato le persone fino a un solipsismo devastante”, aggiunge De Nardis. La regista sottolinea l’importanza della comunità e del sostegno reciproco per affrontare le dinamiche di potere e violenza nella società.

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