I superbatteri, una minaccia da combattere. Un libro da leggere
Nel numero di settembre di AZ-Salate si è recensito il volume del virologa Fabrizio Pregliasco e di Paola Areni (I superbatteri, Cortina Ed 2023). Tema assai importane, sul quale e utile ritornare, per un ulteriore approfondimento.
Dopo la scoperta- dovuta a genio, intuizione e casualità o “serendipità” come si direbbe oggi-della penicillina da parte di Alexander F1emhng, si disse che nessuno più di lui, nella storia dell’umanità, abbia salvato vite umane, stroncando malattie microbiche, nel passato incurabili. Nel 1945 Fleming fu pmmieto con il premio Nobel, insieme al biochimico ebreo Ernst Boria Chain, emigrato in Inghilterra dopo l’avvento del nazismo ed a Howard Walter Florey, nativo di Adelaide in Australia. Entrambi avevano concentrato e purificato la penicillina, permettendo la dimostrazione delle sue proprietà curative contro le malattie infettive. Successivamente, nel 1952 il Nobel fu assegnato a Selmau A Waksmann, ucraino emigrato negli USA, perla scoperta della streptomicina antibiotico definito “una delle dieci specialità farmaceutiche che sono servile a forgiare il mondo”. In seguito, divennero di impiego farmacologico neomicina, tetraciclina, isoniazide, rifampicina, cloramfenicolo. Si disse che tutte le malattie e infezioni da batteri potevano considerarsi debellate. Purtroppo la situazione, oggi, è diversa e preoccupante. Si fa riferimento a un uso smodato ed errato degli antibiotici. Secondo l’Agenzia italiana del farmaco (ALFA),si valuta che una prescrizione su cinque di antibiotici sia errata.
A livello mondiale, l’impiego in eccesso degli antibiotici avviene in stalle, fattorie e pollai, per allevamenti intensivi che servono al cibo degli uomini, con un totale di 33.000 tonnellate all’anno Si aggiunge infine la crisi ambientale. La professoressa Baria Capua, una delle voci più importanti della biologia internazionale, con ricerche fondamentali nel campo delle malattie infettive trasmissibili dagli animali (zoonosi), ha introdotto il concetto di salute circolare. B quadro concettuale della Capua comprende lo sfruttamento dei big data e si basa su una prospettiva multidisciplinare, che va oltre la dimensione biomedica della salute. La salute circolare include politiche sociali, culturali, economiche, finanziarie, tecnologiche e internazionali, attorno a un unico obiettivo: il progresso della salute come sistema. Dobbiamo essere attori responsabili nel cerchio della vita, La distruzione e il deterioramento dell’atmosfera, delle acque e degli habitat terrestri procedono a ritmo logaritmico, investendo negativamente la salute del pianeta guardiani del pianeta non invasori, ma difensori della sua salute. Uomini, animali, piante, ambiente, sono vasi comunicanti. È fondamentale una nuova comprensione dei viventi e una nuova concezione del mondo. Ascoltiamo l’urlo della tema. One Health, una salute unica e circolare. Tale valutazione è confermata dallo scienziato evoluzionista Níles Ehlredge, il quale parla di Gaiacidio, in quanto abbiamo sfigurato il nostro pianeta: la distruzione e it deterioramento dell’atmosfera, delle acque e degli habitat terrestri procede aritmo logaritmico.
A ciò si aggiunge il riscaldamento globale e altri fattori come inquinamento, deforestazione, caccia e pesca eccessive e spropositate portano all’estinzione della biodiversità. La biologia evoluzionistica insegna l’appartenenza dell’umanità al resto della natura. Siamo miopi e impreparati a questo drammatico futuro. Manca la volontà morale collettiva. Gli scienziati ritengono che l’universo sia una struttura unitaria vivente e organica. Ma l’uomo si è esiliato volontariamente dall’unità organica di Gaia. Ia professoressa Capua cihafatto capire che il futuro è già presente. Abbiamo perso di vista l’equilibrio complessivo del sistema: i ghiacciai si sciolgono, gli oceani si scaldano, la temperatura climatica cresce in maniera esponenziale, le città divengono sempre più megalopoli Secondo un report del WWF del 2021, negli ultimi trent’anni sono stati deforestati 420 milioni dí ettari di terreno, superficie equivalente a quella dell’intera Unione Europea. Stiamo assistendo al più: grave riscaldamento globale, il più drammatico evento climatico, dopo t’ultima estinzione di massa. Ia vita nella terra ha vissuto cinque catastrofi con estinzioni in massa in varie ere (triassica, mesozoica, cretacea, cenozoica, per-. miana), con scomparsa di viventi, come dinosauri, mammut, specie marine e tante altre, per impatto con asteroidi o per colossali e prolungate attività vulcaniche. B parziale recupero ha richiesto, ogni volta, milioni di anni.
La sesta estinzione – affermano i paleontologi – sarà però la più grave e lunga di tutte, perché causata dallo sfruttamento del pianeta da parte di una specie tecnologica, l’uomo. Per queste motivazioni l’attuale epoca geologica è denominata antropocene, in quanto segnata esclusivamente dall’influenza umana Abbiamo tradito la natura con una follia collettiva. Ma siamo ancoro border-➢ne per evitare di far pagare alle lontane generazioni future, conseguenze disastrose e irrecuperabili. Le cellule del corpo umano sono una cifra tra 30 e 37.000 miliardi Se si aggiungono batteri, funghi evirus che convivono con noi, la cifra in questione raddoppia. In pratica, noi siamo veri e propri ecosistemi, che convivono con moltissime entità biologiche diverse. Per indicare tali entità multiple la biologa ha coniato iltermine olobionte. Si potrebbe così rivoluzionare il modo con cui gestiamo la salute. In questo nuovo contesto, saranno i batteri a governare il mondo? No, se si prenderanno gli opportuni provvedimenti contro la resistenza: impiegare in modo adeguato gli antibiotici; fare attenzione all’igiene; ridurre il consumo di carne; aderire alle vaccinazioni per le fasce più deboli; promuovere la ricerca. Nelnostro pianeta primitivo, dopo il Bíng Bang – circa 3,7 miliardi di anni addietro – comparvero gli antenati degli attuali batteri. Questi antichissimi batteri attraverso due eventi straordinari hanno cambiato il volto della Terra 2,4 miliardi di anni ursono hanno, infatti, iniziato a rilasciare ossigeno, creando l’atmosfera, e poco dopo hanno dato origine alle cellule complesse, necessarie per l’evoluzione della vita vegetale e animale. Si può dire che i batteri abbiano contribuito a costruire i mondo in cui viviamo oggi e continuino aplasmarlo. Sfere, bastoncini, spirali in grado di riprodursi autonomamente in solo venti minuti, che possono vivere sia all’interno di un organismo, sia all’esterno.
Microrganismi che sanno comunicare, adattarsi, prosperare, che sono estremamente versatili e formano un’enorme comunità, con milioni di specie diverse. Molto resistenti, hanno imparato ad alloggiare in ambienti caldi, freddi, salati, acidi. Si possono, infatti, rintracciare sulle cime delle montagne, sul fondo dei mari, nelle acque delle sorgenti termali, nelle rocce, nei pozzi petroliferi, nei ghiacci dell’Antartide, nelle profondità oceaniche e persino nei rifiuti radioattivi. I decessi avvenuti a livello globale nel solo 2019 si valutano attorno a 1,27 milioni per infezioni resistenti ai farmaci. Se non si riuscirà a frenare il fenomeno dell’antibioticoresistenza, nel 2050 si prevedono 10 milioni di morti. Secondo il noto scienziato Giuseppe Remuzzi, si può sperare in: vaccini più resistenti; terapia e medicina traslazionale; anticorpi; ingegneria genetica. Dobbiamo rifarci a due doti degli antichimaestri Lalungimiranza cioè la capacità presbite di guardare lontano, e il coraggio di guardare oltre, di uscire dagli schemi consolidati. Usare strumenti innovativi, immaginare scenari inconsueti e spingersi verso deduzioni audaci. La salute circolare deve diventare il linguaggio con cui interpretiamo il mondo attorno anni.
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