App per apprendere

ARTICOLO SCRITTO DA: DEBORA CARMELA NIUTTA, AUTRICE FORMATRICE  SCUOLA OLTRE

I progressi nella tecnologia della comunicazione hanno portato alla creazione di varie applicazioni utili e gratuite. Ormai esistono applicazioni per fare qualsiasi cosa e il loro crescente uso nel quotidiano sta vedendo un enorme sviluppo di soluzioni specifiche per il campo educativo e scolastico. Studenti e docenti hanno accesso continuo a nuove tecnologie, gadget e applicazioni per aumentare le loro esperienze pedagogiche. L’uso delle web app e delle app mobili nell’apprendimento sta diventando sempre più importante. 

Ma cosa sono le learning apps, ossia le app per l’apprendimento? Sono software che incoraggiano l’insegnamento digitale e l’autoapprendimento. Non si può negare che tutti gli studenti amino usare le app: sono stimolanti e divertenti. Gli insegnanti, invece, possono avere alcune difficoltà a convincere tutti gli alunni a prestare attenzione a una lezione di tipo classico, ma, raramente, hanno difficoltà a motivare uno studente a usare un computer. Gli studenti, che non sono sempre interessati a una lezione frontale, potrebbero scoprire di essere incuriositi da un particolare argomento proprio grazie ad un’app educativa. 

L’utilizzo di questi strumenti, quindi, è anche un modo per promuovere l’interesse per argomenti che gli alunni potrebbero, altrimenti, ignorare. Le applicazioni per l’istruzione sono anche utili per migliorare l’interazione tra genitori e insegnanti, soprattutto nella Scuola dell’Infanzia e Primaria: quando un bambino utilizza un’app, i genitori possono interagire con i propri figli e aiutarli nel processo di apprendimento indicato dal docente.

Internet offre grandi opportunità ai docenti che vogliono sperimentare metodologie didattiche attive e centrate sugli studenti, non solo per l’enorme disponibilità di contenuti, ma anche per la ricchezza di strumenti sotto forma di applicazioni Web 2.0 o per dispositivi mobili. Nonostante la facilità d’uso di queste applicazioni, la loro conoscenza non è molto sviluppata e il loro utilizzo in contesti scolastici è ancora poco diffuso. Le risorse presenti in rete sono varie e, molte, gratuite. Possiamo trovare strumenti utili per preparare le lezioni, realizzare infografiche, creare animazioni e video, organizzare lo studio ed il lavoro, imparare le lingue straniere, creare o ascoltare libri, programmare, creare giochi didattici e quiz interattivi, verificare e valutare, collaborare e comunicare e ancora tantissime altre. 

Come scegliere, allora, le applicazioni più adatte a noi e ai nostri alunni? 

In primo luogo, partiamo dal bisogno che vogliamo soddisfare e non da quanto ci piaccia l’app in questione. Non dimentichiamo, poi, che i software devono essere adatti all’età degli alunni e che i dati creati, se contengono informazioni personali, siano salvati su server nazionali o protetti. Un particolare parametro da tenere in considerazione nel caso di giochi didattici è il PEGI (Pan European Games Instruction) che permette di individuare l’idoneità d’uso per fascia di età del contenuto di ciascuna app. Questo tipo di classificazione viene effettuato da apposite autorità di classificazione, pertanto si tratta di uno strumento adatto per comprendere cosa scaricare. In linea di massima, un’app educativa di buona qualità deve avere un’interfaccia accattivante e facile da usare, ma non è detto che queste caratteristiche corrispondano al successo di ciò che viene proposto: non è l’uso della tecnologia o di una particolare applicazione a fare la differenza, ma le logiche che gli insegnanti mettono in gioco e gli obiettivi che intendono perseguire nel momento in cui le app entrano nella normale vita scolastica degli studenti.

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Perché creare e far crescere la tua e-learning community

Una e-learning community è un luogo privilegiato per unire la formazione aziendale online a principi di cooperazione, condivisione e collaborazione. A tutto vantaggio della produttività e del benessere organizzativo.
Il modello di apprendimento comunemente diffuso è un tipo di apprendimento sociale e interessa le persone fin dai primi anni di età. I bimbi vengono inseriti in una classe e, come gruppo, iniziano a imparare.
Esistono, certo, anche tipi di apprendimento individuale, leggere un libro, guardare un documentario o un tutorial, una lezione privata, ma in linea generale l’apprendimento è spesso legato a una comunità.
Per i sociologi Jean Lave ed Etienne Wenger, l’apprendimento è un atto di partecipazione sociale. Fin dal 1991 hanno diffuso il concetto di comunità di pratica, in cui i partecipanti possono co-creare un “repertorio condiviso di risorse: esperienze, storie, strumenti, modi per affrontare problemi ricorrenti”.
Questa idea di un insieme condiviso di risorse e storie è il punto in cui nasce la e-learning community, una comunità di apprendimento sociale online che può essere un fantastico modo di costruire una visione aziendale condivisa per collaboratori che operino da più sedi, in Italia o nel mondo.
Il punto di partenza per la creazione di una learning community è naturalmente l’identificazione di un luogo virtuale come una piattaforma e-learning che possa offrire la possibilità di un apprendimento sincrono o asincrono unito a tutte le caratteristiche che caratterizzano una “scuola”: possibilità di riunirsi in gruppi per collaborare, archivio documentale per i contenuti formativi multimediali, possibilità di contattare in modo rapido tutor e docenti, chat, forum, e spazio riservato a condivisioni di nuove prassi e buone pratiche, in audio o video, quello che in Teleskill chiamiamo Wiki- Experience.
Si tratta dell’opportunità, per chi deve apprendere, di poter accedere a sessioni dal vivo guidate da istruttori e risorse di apprendimento, con un focus significativo sull’apprendimento sociale. In altre parole, interagire con i propri colleghi attraverso dibattiti e discussioni online.
Come tutte le comunità, anche quella di una e-learning community richiede alcune accortezze per farla crescere e sviluppare armonicamente. Vediamo insieme quali.
Individuare il facilitatore della e-learning community

Tra i docenti è importante scegliere con accuratezza la figura del facilitatore.
Essere il facilitatore di una comunità online significa favorire le relazioni tra le persone. Non si tratta solo del tradizionale trasferimento di conoscenze o dell’insegnamento.
Tanto per fare qualche esempio, un buon facilitatore creerà un piano di contenuti didattici da pubblicare, che potrebbe includere commenti su ulteriori letture dopo una sessione webinar o porre una domanda per generare dibattito. Potrebbe avviare un sondaggio, richieste di riflessione o tenere una webinar di domande e risposte per conoscere in modo sempre più preciso le esigenze dei singoli e del gruppo.
Incentivare il social learning per il successo della comunità

Anche se la formazione aziendale avviene in una piattaforma e-learning, la comunità deve essere libera di comunicare con altre comunità. Non è un sistema chiuso, ma anzi può essere il modo migliore per attrarre sempre più membri nella nostra e-learning community. Il social learning è quindi un ulteriore strumento per interessare e coinvolgere i discenti al progetto formativo.
Favorire le comunità di pratica

Una learning community richiede una o più comunità di pratica, un luogo virtuale dove poter imparare in modo collaborativo, settorialmente su un argomento specifico. Un’altra caratteristica della comunità di pratica è la volontà di apprendere volontariamente, senza l’input del docente. La comunità di pratica sviluppa una conoscenza di tipo verticale su un dato tema ed è lo spazio in cui i principi di cooperazione e collaborazione diventano più rilevanti. La leadership è diffusa e l’aiuto dei colleghi è di stimolo e di supporto. Un luogo in cui esprimersi per far crescere una cultura collaborativa e condivisa e per apprendere in modo più autonomo rispetto all’apprendimento tradizionale.
Promuovere condivisione e fiducia

In una learning community si cresce tutti insieme. Quando si analizza collettivamente un metodo o una procedura che non ha funzionato non è tanto importante individuare il responsabile e attribuire una colpa, quanto piuttosto capire, collettivamente, cosa si può fare meglio, e quindi imparare dall’errore.Questo processo di fiducia si instaura più facilmente lavorando nelle comunità di pratica, soprattutto se si incoraggia la discussione, il confronto, la collaborazione e la condivisione.
Aiutare chi deve apprendere a “fare rete”

In una e-learning community i nuovi entrati devono poter comunicare facilmente con i senior e con i manager. Si impara l’uno dagli altri perché la comunità è anche un luogo di reverse mentoring, in cui ci si scambiano conoscenze e competenze.
Insieme a una serie di webinar si possono anche promuovere e incoraggiare i video e i podcast con dirigenti aziendali senior, in modo che diversi leader possano condividere le proprie esperienze e momenti di apprendimento.
I giovani potrebbero usare Wiki-Experience per condividere o proporre sistemi che velocizzino le procedure grazie alle nuove applicazioni digitali.
Monitorare la e-learning community

Una piattaforma e-learning specifica per la formazione come Teleskill Web Academy offre una reportistica molto accurata di ogni utente. Questo aiuta a conoscere i bisogni del singolo e del gruppo e ad offrire a tutti ciò di cui hanno bisogno: può essere un incontro personale con un docente, un webinar di approfondimento o altro ancora. Chat e forum sono uno strumento prezioso per conoscere il sentimento della comunità e anche in questo caso offrire risorse e contenuti sempre più professionalizzanti.

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