Andrea Prete, presidente Unioncamere: «Agire subito sulla leva dell’orientamento dei giovani»
+6,4% le assunzioni programmate dalle imprese italiane per il 2023.
A rilevarlo il Bollettino annuale del sistema informativo Excelsior (Unioncamere e Anpal), che evidenzia i profili più richiesti e i titoli di studio più “spendibili”: metà delle figure professionali resta di difficile reperimento, mancano operai specializzati e diplomati Its.
Andrea Prete, presidente Unioncamere: «Agire subito sulla leva dell’orientamento dei giovani».
Verona, sabato 25 novembre 2023 – Superano i 5,5 milioni le assunzioni che le imprese italiane hanno programmato per il 2023, con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per una durata superiore a 30 giorni: sono 330mila in più rispetto al 2022 (pari a +6,4%) e quasi 894mila in più rispetto al 2019 (+19,4%). Per il 30% (oltre 1,6 milioni di contratti di lavoro) si tratta di assunzioni previste per giovani di età inferiore ai 29 anni. È quanto ci restituisce il Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) e diffuso oggi in occasione delle iniziative promosse nell’ambito della 32a edizione di JOB&Orienta, il salone dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, tenutosi alla Fiera di Verona dal 22 novembre.
Nonostante condizioni economiche meno favorevoli nel secondo semestre, l’andamento positivo dell’occupazione nel settore privato quest’anno si deve in particolare all’effetto trainante della filiera del turismo, che supera il milione e 100mila assunzioni previste, del commercio, quasi 749mila contratti, delle costruzioni, per complessive 549mila assunzioni, e delle industrie manifatturiere, con 957mila entrate.
Perdurano però le difficoltà a reperire le figure professionali, anzi aumentano per tutti i profili ricercati dalle aziende: il disequilibrio tra domanda e offerta si colloca infatti al 45,1% delle assunzioni, in crescita di 4,6 punti percentuali sul 2022 e di 18,7 punti sul 2019. E per ridurre questo penalizzante mismatch, è strategico fare sistema tra mondo della scuola e mondo economico-produttivo, e lavorare in prospettiva rendendo l’orientamento dei giovani sempre più efficace – come emerso a più voci da queste quattro giornate di JOB&Orienta – e i percorsi di studio sempre più aderenti alle necessità espresse dalle imprese, per le quali i titoli di studio e le competenze formate sono fondamentali.
In particolare, raggiunge il 60,3% la quota di criticità per gli operai specializzati. Scendendo più nel dettaglio delle figure più difficili da reperire, emergono quelle altamente specializzate e tecniche con quote particolarmente elevate, come gli ingegneri dell’informazione (con l’80,7% di criticità su poco meno di 5mila entrate programmate), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (all’80,3% su 42mila ricerche delle imprese) e i tecnici delle costruzioni civili (con il 79,3% di difficoltà rispetto alle oltre 8mila assunzioni).
A far salire a quasi 2,5 milioni di unità le figure professionali difficili da trovare, a fronte delle buone performance nella domanda di lavoro delle imprese, hanno contribuito gli effetti delle dinamiche demografiche e del ricambio generazionale del personale, il disallineamento quantitativo e qualitativo tra le competenze formate nel sistema educativo e la reale domanda del sistema economico.
«Sono diversi i fattori che stanno determinando l’alto tasso di mismatch registrato anche quest’anno – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete –. Di sicuro una leva sulla quale agire subito è l’orientamento dei giovani. Ci sono percorsi formativi, come gli Its Academy, che assicurano tassi di occupazione altissimi. Sono scelte ponderate, che assicurano grandi opportunità».
È in merito ai titoli di studio e alle competenze formate, Excelsior ci dice che nel 2023 il possesso di un livello di istruzione terziaria (laurea o diploma ITS Academy) è richiesto dalle imprese al 15% dei candidati all’assunzione, un diploma di istruzione secondaria di secondo grado è il livello di istruzione preferito per due terzi delle entrate mentre soltanto per il 18% dei contratti le imprese ritengono sufficiente la sola scuola dell’obbligo. Tra le lauree più richieste quelle a indirizzo economico (quasi 223mila assunzioni programmate), seguite a distanza da quelle a indirizzo insegnamento e formazione (117mila) e da quelle a indirizzo sanitario e paramedico (62mila). Tra i diplomi di scuola secondaria di II grado, le imprese richiedono soprattutto l’indirizzo amministrativo (481mila entrate previste) e quello turistico-alberghiero (279mila); tra le qualifiche/diplomi professionali prevalgono nelle ricerche delle imprese gli indirizzi collegati alla ristorazione (448mila), alla meccanica (269mila) e alla logistica (228mila).
Per quanto riguarda i problemi di reperimento, i più rilevanti riguardano i diplomati dei percorsi Its Academy, con una quota pari al 65,5% dei profili ricercati. La percentuale raggiunge però il 74,3% nel caso dei tecnici specializzati nei percorsi afferenti all’area della meccanica e il 68,8% in quelli dell’area ICT, che sono i due indirizzi Its maggiormente richiesti. Difficile trovare anche laureati nell’indirizzo sanitario e paramedico (pari al 67,5% delle entrate programmate) e qualificati professionali in indirizzo meccanico (57,9%).
Oltra ai titoli di studio, sono le competenze possedute dai candidati ad essere valutate dalle aziende.
In particolare, le competenze digitali sono ritenute importanti soprattutto per i candidati con un’istruzione terziaria (al 69,2%), ma si sale al 77,2% nel caso delle lauree a indirizzo economico e al 92,6% nel caso dell’indirizzo ICT degli ITS Academy. A tale indirizzo è associata anche l’importanza più elevata per le competenze relative alle “tecnologie 4.0 e alle applicazioni dell’intelligenza artificiale” (64,7%) e all’utilizzo di metodi matematici e informatici (70,8%).
La richiesta di competenze green figura in modo omogeneo tra i diversi livelli formativi (circa nel 43% delle assunzioni previste), ma supera il 50% nel caso del diploma turistico-alberghiero.
Tra le competenze trasversali, infine, quelle più richieste sono la flessibilità e la capacità di lavorare in gruppo, pure in tal caso con indicazioni di importanza elevata più frequenti per i titoli di studio terziari rispetto a quelli di livello secondario.