Organico ATA ex-Covid si sente dimenticato: considerato ‘discriminato’ durante la pandemia chiede ora la stabilizzazione

L’organico ATA ex-Covid è tornato alla ribalta grazie ai fondi stanziati per l’organico aggiuntivo PNRR e Agenda Sud. Molti lavoratori che infatti hanno fatto parte di quel personale Covid che durante la pandemia ha continuato a recarsi a scuola, si sono visti assumere dalle graduatorie ATA di terza fascia grazie proprio alla previsione dell’organico PNRR e Agenda Sud, sebbene non in tutte le realtà territoriali si è assistito allo stesso modus operandi (come accaduto presso la provincia di Napoli di cui ci siamo occupati poche settimane fa). Ma ciò che lamenta, in particolare, proprio quell’organico ATA ex-Covid è il fatto di non aver subìto lo stesso trattamento ‘di favore’ riservato al personale sanitario in termini di stabilizzazione.
Personale Covid ‘discriminato’ durante l’emergenza sanitaria
Era marzo 2020 quando alcuni esponenti politici, ora al governo, facevano queste dichiarazioni che possiamo estrapolare dalla testata Oggi Scuola: “Il governo che, giustamente per l’emergenza Coronavirus, ha sospeso le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia fino al 15 marzo, non ha previsto la chiusura degli edifici pubblici. Questo implica, anzi obbliga tutti coloro, a parte docenti e studenti, a presentarsi regolarmente al lavoro. Quindi collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici hanno dovuto con grave rischio per la propria incolumità, timbrare il cartellino. Un Decreto, quello del Presidente del Consiglio, alquanto lacunoso poiché, omette di trattare la posizione del personale Ata che, non può essere adibito a lavori di sanificazione. Questi lavori di pulizia obbligatoriamente e per legge, devono essere affidati a ditte specializzate. Se in questo momento dobbiamo salvaguardare la salute degli italiani, non possiamo fare particolarità, la scuola va quindi chiusa non basta sospendere le lezioni per evitare il contagio. Con la salute, ovvero con la vita degli italiani non si può minimizzare”.
Ciò che veniva ‘denunciato’ era come il personale ATA, in piena pandemia, non fosse tutelato come il resto del personale scolastico, dovendosi recare a scuola a sanificare i vari ambienti. Gli stessi esponenti politici avevano infatti parlato di ‘discriminazione‘ nei confronti di questi lavoratori della scuola.
Oggi quello stesso organico chiede la stabilizzazione, al pari del personale OSA e OSS
Da quando non è stata più ravvisata la necessità di un organico Covid nelle scuole, essendosi chiusa l’emergenza sanitaria, questo personale si sente dimenticato. Ma soprattutto, come apprendiamo, ciò su cui vuole porre l’attenzione è come per tutto quel personale medico e sanitario impiegato in piena pandemia (parliamo non soltanto strettamente di medici, ma anche di infermieri, Oss, Osa e personale sanitario in genere) si sia previsto un piano di stabilizzazione che invece per l’organico ATA ex-Covid non è stato preso in considerazione. Anche questo personale ATA vorrebbe dunque essere, allo stesso modo, stabilizzato. Il Governo ascolterà la loro voce?
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