Inverno in riva al mare
ARTICOLO SCRITTO DA: CAROLINA BIANCHI, AUTRICE e FORMATRICE SCUOLA OLTRE
“Che tipo scontroso, giocoso, scherzoso
Che tipo che coso è l’oceano oilalà”
Vinicio Capossela, L’oceano Oilalà – Marinai, Profeti e Balene (2011)
Per chi non vive tutto l’anno in una località costiera, il periodo delle festività invernali può rivelarsi una meravigliosa occasione di scoperta del mare in inverno.
Solitamente associata alla stagione estiva, questa esperienza invernale arricchisce la mente e il corpo a tutte le età.
Le due settimane di agosto in cui tradizionalmente si “fanno le ferie” ci relazioniamo con un mare tramutato in un grande parco giochi liquido, preso d’assalto e riempito di gonfiabili e materassini colorati. Si è invitati a “prendere” dal mare più che a dare. Richiediamo divertimento, svago. I protagonisti siamo noi.
Per chi cerca salvezza, invece, quando ci si immerge in mare, ciò che è dentro diventa come ciò che è fuori da noi. La pelle non è più contenitore ma solo confine tra il liquido interno e liquido esterno, nella mente la pelle si scioglie e l’ego non esiste più. Siamo altro e siamo leggeri.
Con il mare d’inverno, invece, si entra in relazione in un altro modo, si entra in relazione alla pari, non potendoci immergere dentro (a meno di possedere attrezzatura specifica), ci possiamo solo confrontare: il mare diventa talvolta specchio, talvolta interlocutore.
L’acqua salata diventa inospitale per l’essere umano, la fusione che tanto risulta salvifica nel mare estivo si sposta sul piano mentale, visivo. Lo sguardo si perde e si misura fino all’esaurimento delle sua capacità.
In questa stagione non siamo più dei protagonisti, ed è forse per questo che possiamo davvero entrare in una relazione con un mare dal volto diverso, che svela e afferma tutti i suoi modi d’essere. Il mare ci insegna che la trasformazione è vitale, che si può rimanere fedeli a sé stessi nel continuo cambiamento.
Il mare e l’oceano, nella loro immensità, non hanno confini come quelli che esistono sulla Terra emersa. Montagne, dorsali, crateri trovano la loro collocazione lontano dallo sguardo umano, una colonna d’acqua altissima sopra di essi ci impedisce di riconoscerli, e quindi di trasformarli in confini.
In continuo cambiamento, e proprio per questo che esprime sempre sé stesso libero da confini. Non male come ispirazione.
Quale talassoterapia dell’anima per i nostri bambini e le nostre bambine?
Troppo freddo per fare il bagno, posso comunque giocare sulla sabbia. La sabbia è fredda oggi, se cammino con i piedi nudi, non mi serve scattare sul prossimo fazzoletto di ombra dell’ombrellone dei vicini. La spiaggia è in silenzio, oggi, e il mare non è abitato da esseri umani. Il rumore delle onde sembra più forte rispetto a qualche mese fa. Il signore dei gelati non è passato.
“Lo sai che gran parte delle profondità marine è sconosciuto?” Quando penso allo sconosciuto immagino sempre lo Spazio, perché è difficile arrivarci. È strano pensare che anche sul nostro pianeta ci sia così tanto che non conosciamo. La mia immaginazione inizia a viaggiare, penso che là sotto ci devono essere le sirene. Sicuramente se torneremo a mezzanotte le potremo vedere che affiorano dall’acqua. Se non dovessimo vederle, sarà perché oggi è stata organizzata una festa e sono impegnate.
“Secondo te dove vivono le sirene?” Che domande, nelle case. Cosa pensavi? Sono case pesanti, se no galleggiano. Sono fatte forse di quella cosa che mi hanno spiegato a scuola, il…piombo, si.
“Vivono in città?” Se non esistono confini, non esistono città, stati e continenti. Però sono stati attenti a distribuire negozi e servizi, così uno non deve spostarsi troppo per andare a fare la spesa o al cinema.
“Cosa si mangia laggiù?” Polvere di stelle, e gli gnocchi della nonna.
Portarci davanti all’ignoto permette di vedere noi stessi, immaginare un mondo sconosciuto ci permette di proiettare noi stessi con tutte le nostre passioni, paure e fascinazioni. Che sia un gioco di immaginazione guidato (o meno) da un adulto o che sia una riflessione di chi ha ormai ha visto passare tanti inverni, lo sguardo che si apre sullo spazio infinito, ignoto e non catturabile da una fotocamera del mare d’inverno racconta tanto di noi. Le onde portano a riva ciò che cerchiamo.
Che abitiate al mare, che ci passiate solo un giorno, che per queste vacanze il mare sia solo immaginato, auguro delle buone feste, dove ci sia spazio per trasformarsi, immaginare e liberarci di pesanti confini che non ci appartengono.
Articolo ispirato da:
Philosophie légère de la mer, Cécile Guérard, Editions des Equateurs 2006
Petite philosophie de la mer, Laurence Devillairs, Editions de la Martinière 2022
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