Pensione anticipata ordinaria o Quota 103? Quale conviene scegliere nel 2024

Se dovessero essere confermate le misure di uscita anticipata attualmente contenute nel testo non ancora definitivo della Manovra, i lavoratori nel 2024 si troverebbero a scegliere in particolare tra la pensione anticipata ordinaria e la nuova Quota 103. Ma quale conviene di più fra le due?

Pensione anticipata ordinaria e nuova Quota 103 a confronto

Come precedentemente anticipato, al momento il Governo ha riconfermato per un altro anno Quota 103, la misura di anticipo pensionistico che permette l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni di età e 41 di contributi versati. La novità, però, è che sono stati aggiungi al meccanismo dei nuovi paletti per ridurre ulteriormente l’appeal della misura stessa. L’assegno, di fatto, sarà ricalcolato interamente con il sistema contributivo e non potrà superare di 4 volte il minimo. Inoltre, la finestra per il primo pagamento sarà più lunga. Per l’esattezza passerà da 3 a 7 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per quelli pubblici. Si ricorda, infine, che chi lascia il lavoro con Quota 103 non potrà avere altri redditi da lavoro fino al compimento dei 67 anni, ad eccezione di massimo 5 mila euro lordi annui derivanti da lavoro autonomo occasionale.

Per la pensione anticipata ordinaria occorrono invece fino al 2026 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tale misura richiede la fine del rapporto di lavoro dipendente al momento dell’accesso al prepensionamento, ma in seguito non vieta la cumulabilità di altri redditi da lavoro dipendente. Mentre per il lavoro autonomo non è nemmeno richiesta la cessazione dell’attività al momento del prepensionamento.

Quale conviene nel 2024?

Alla luce di quanto detto finora, stando alle stime effettuate dal Sole 24 Ore, nel complesso alle donne converrà lavorare qualche mese in più ed attendere la pensione anticipata ordinaria così da evitare la penalizzazione economica della nuova Quota 103. Discorso analogo, salvo particolari eccezioni, anche per gli uomini che dovranno invece aspettare circa un anno e mezzo in più.

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Legge di Bilancio 2024, uscite anticipate: le nuove regole peggiorano la Fornero

Le misure pensionistiche contenute nella Legge di Bilancio 2024 – Anche nel 2024, con 64 anni di età e con 20 anni di contributi, si potrà uscire dal mondo del lavoro. Adesso però, dopo l’approvazione in via definitiva della Manovra 2024, questi requisiti non basteranno più. Vediamo perché.

Legge di Bilancio 2024 peggiora la Fornero: variazioni importi assegno per le donne

Per andare in pensione anticipatamente occorre accedere al nuovo sistema ma l’assegno previdenziale dovrà raggiungere una quota pari ad almeno tre volte l’importo dell’assegno sociale. In particolare, per le donne con un figlio la soglia scende a 2,8 volte, mentre per quelle che hanno da 2 a più figli si abbassa a 2,6 volte.

Non solo, ma la nuova manovra fissa un tetto massimo oltre il quale l’assegno previdenziale non può andare, indipendentemente da quanto versato, ovvero cinque volte il minimo Inps.

Confermata Quota 103, ma calcolata interamente con il metodo contributivo

Nella Manovra 2024 viene confermata Quota 103, che sostituisce Quota 102 introdotta dal governo Draghi. Si tratta del cavallo di battaglia di Matteo Salvini, pronto a fare le barricate contro la Meloni per scongiurare l’introduzione della Quota 104.

Questa scelta politica, tuttavia, ha peggiorato di molto i requisiti della precedente forma previdenziale anticipata. Se da un lato sono stati confermati i requisiti di accesso (62 anni di età e 41 di contributi), dall’altro l’assegno verrà ricalcolato tutto con il metodo contributivo (anche per la parte di anzianità che fino a fine anno resta calcolata con il metodo retributivo).

Un’ulteriore novità: il tetto massimo dell’assegno

A questo aspetto si aggiunge anche l’introduzione di un tetto massimo dell’assegno, fissato a circa 2.500 euro mensili. Il ricalcolo, dunque, comporterà un taglio dell’assegno rispetto a quanto era stato previsto da Mario Draghi. Inoltre, chi deciderà di optare per Quota 103 non potrà lavorare fino al raggiungimento dei 67 anni di età, ovvero non potrà cumulare redditi da lavoro con quelli da pensione.

Verranno modificate, infine, le “finestre mobili” utili per l’uscita anticipata, passando dagli attuali 3 mesi a 7 per i lavoratori privati, e dagli attuali 6 mesi a 9 per quelli pubblici.

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