I meteoriti

I meteoriti, frammenti di spazio che raggiungono la Terra, sono testimoni di eventi celesti antichi e forniscono preziose informazioni sulla formazione del sistema solare. Questi “visitatori spaziali” attraversano l’atmosfera terrestre e, quando sopravvivono all’ardente attraversamento, raggiungono la superficie, portando con sé segreti astronomici e geologici.

Origine e Tipologie dei meteoriti

I meteoriti hanno origini diverse. Alcuni provengono da asteroidi, altri da comete. Ci sono tre principali tipi di meteoriti: rocciose, metalliche e pietrose. Le meteoriti rocciose sono simili alle rocce terrestri, mentre quelle metalliche contengono principalmente ferro e nichel. Le meteoriti pietrose sono una combinazione di materiali.

I meteoriti conservano tracce di eventi catastrofici del passato. Ad esempio, si ritiene che il noto cratere di Chicxulub in Messico, formatosi circa 66 milioni di anni fa, sia il risultato dell’impatto di un grande asteroide o cometa, che potrebbe aver contribuito all’estinzione dei dinosauri.

Studi Geologici e Cosmici: L’analisi dei meteoriti offre uno sguardo su materiali che non sono presenti sulla Terra. Questi frammenti cosmici contengono informazioni sulla composizione chimica del sistema solare primordiale e possono contenere diamanti o materiali organici, suggerendo la presenza di molecole prebiotiche.

I meteoriti hanno avuto un impatto culturale significativo. Alcuni sono venerati come oggetti sacri, mentre altri, come il Meteorite di Hoba in Namibia, sono diventati attrazioni turistiche. Alcuni meteoriti sono addirittura utilizzati nella produzione di utensili o oggetti artistici.

Le reti di osservatori stanno monitorando costantemente il cielo alla ricerca di meteoriti luminosi, noti come meteore. Quando un meteoride entra nell’atmosfera terrestre, crea una scia luminosa visibile nota come stella cadente. La raccolta e l’analisi dei meteoriti contribuiscono alla nostra comprensione delle dinamiche del sistema solare.

Minerali Extraterrestri

I meteoriti contengono minerali che raramente si trovano sulla Terra. Ad esempio, alcuni meteoriti contengono olivina ricca di ferro, una gemma che può formarsi solo in ambienti ad alta temperatura come quelli presenti nei corpi asteroidali o nelle comete.

Le missioni spaziali dedicate alla raccolta di campioni da corpi celesti, come la missione giapponese Hayabusa o la missione americana OSIRIS-REx, hanno contribuito a raccogliere materiale direttamente da asteroidi, fornendo preziose opportunità per esaminare composizioni e strutture di corpo celesti distanti. In conclusione, i meteoriti, con la loro storia cosmica e il loro impatto sulla Terra, sono una fonte unica di conoscenza scientifica e culturale. Lo studio di questi frammenti extraterrestri continua a illuminare i misteri dell’universo e a connetterci alle dinamiche profonde che hanno plasmato il nostro sistema solare.

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“Il modo con il quale è stato creato il modello sono solide e ben consolidate”, afferma il geofisico Ronald Ballouz della Johns Hopkins University. “E’ in grado infatti, di dimostrare che i materiali espulsi da un cratere delle dimensioni del Giordano Bruno possono sopravvivere per un periodo di tempo sufficientemente lungo in una zona co-orbitale attorno alla Terra”. Per capire questa affermazione va detto che lo strano asteroide, noto come 469219 Kamo’oalewa, è stato scoperto nel 2016 da Pan-STARRS, un sistema di telescopi alle Hawaii progettato per identificare rocce spaziali potenzialmente minacciose per la Terra.

Kamo’oalewa misura tra i 40 e i 100 metri di diametro e ruota su se stesso una volta ogni 28 minuti. Segue un’orbita ellittica attorno al Sole e si muove in sincronia con la Terra, dando l’impressione di orbitare attorno al nostro Pianeta anche se è al di fuori della sua influenza gravitazionale. La curiosa orbita e le dimensioni ridotte di Kamo’oalewa, lo hanno portato a essere scelto come primo obiettivo per la missione cinese Tianwen-2 che partirà nel 2025, la quale ha come scopo quello di portare a Terra dei campioni dell’asteroide.

La complessità delle simulazioni. L’interesse per Kamo’oalewa è nato soprattutto a partire dal 2021, quando gli studi del Large Binocular Telescope Observatory, in Arizona, hanno suggerito per la prima volta che la sua composizione somiglia più a una roccia lunare che a un tipico asteroide, in quanto lo spettro della luce riflessa da Kamo’oalewa ha rivelato silicati molto simili ai campioni lunari. Lo studio di Bin Cheng planetologo dell’Università di Tsinghua, e di un gruppo di colleghi internazionali, hanno dapprima modellato quale tipo di impatto avrebbe potuto espellere una massa di quelle dimensioni alla velocità di fuga della Luna.

Quindi hanno calcolato che l’espulsione di un frammento di almeno 36 metri di diametro avrebbe richiesto l’impatto con la Luna di un asteroide di dimensioni comprese tra 0,8 e 1,4 chilometri, una collisione che avrebbe lasciato dietro sé un cratere largo da 10 a 20 chilometri. 

Perché Giordano Bruno. La Luna è punteggiata da decine di migliaia di crateri più grandi di 10 chilometri, ma i ricercatori hanno anche pensato che la collisione dovesse essere relativamente recente e il cratere risultante particolarmente giovane. Gli asteroidi nell’affollato spazio vicino alla Terra, infatti, in genere non durano molto a lungo prima di collidere, essere inghiottiti o espulsi dal Sistema Solare. La durata media della vita è di 10 milioni di anni e tali considerazioni hanno ridotto i crateri candidati a poche dozzine. Il team si è quindi concentrato su Giordano Bruno, largo 22 chilometri, formatosi dall’impatto di un asteroide largo 1,7 chilometri e di gran lunga il cratere più giovane. Infatti, giacendo appena oltre il lembo della Luna sul suo lato nascosto, questo cratere lunare deve essere giovane perché da esso si irradiano ancora lunghi “raggi” di colore chiaro -, la firma dei detriti dell’esplosione che vengono coperti in tempi relativamente brevi da impatti più piccoli.

Le stime collocano l’età del cratere Giordano Bruno tra 1 milione e 10 milioni di anni. Nel 1976, la missione russa Luna 24, un lander robotico sovietico, riportò sulla Terra campioni che si pensava contenessero detriti della formazione di Giordano Bruno. Il team di Cheng ha notato somiglianze spettrali tra i campioni di Luna 24 e Kamo’oalewa. Le osservazioni dei lati e del bordo del cratere mostrano anche che vi è una notevole quantità di pirosseno, un minerale rilevato anche su Kamo’oalewa. Il gruppo di planetologi, infine, ha stimato che la collisione che ha formato il cratere espulse fino a 400 frammenti delle dimensioni di Kamo’oalewa. Modellando le loro traiettorie nel corso di milioni di anni, i ricercatori hanno scoperto che una piccola frazione di essi sarebbe sopravvissuta in orbite vicine alla Terra.
 
Tre oggetti simili Kamo’oalewa. Ma, se l’impatto di Giordano Bruno fosse più vicino a 1 milione di anni fa che a 10 milioni, potrebbero esserci fino a tre oggetti simili a Kamo’oalewa ancora in orbita vicino alla Terra e ancora da scoprire. Se i ricercatori avessero ragione, e Tianwen-2 riportasse parte dell’asteroide sulla Terra, sarebbe la prima volta che gli scienziati potrebbero studiare un pezzo di materiale espulso dalla Luna: il materiale che costituisce Kamo’oalewa, potrebbe provenire da diversi chilometri sotto la superficie, rendendolo l’unico campione relativamente recente proveniente dall’interno lunare.

 

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Le nostre case extraterrestri sulla Luna e su Marte

Gli asteroidi

Gli asteroidi, piccoli corpi rocciosi o metallici, vagano nello spazio tra i pianeti del nostro sistema solare, portando con sé preziose informazioni sulla formazione del sistema solare e sulle possibili minacce per la Terra.

Origine e Composizione degli asteroidi:

Gli asteroidi sono gli agglomerati rimasti dalla formazione del sistema solare circa 4,6 miliardi di anni fa. Principalmente concentrati nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove, questi corpi celesti variano in dimensioni da pochi metri a centinaia di chilometri di diametro. La loro composizione spazia da rocce e metalli a silicati e ghiaccio.

La maggior parte degli asteroidi risiede nella fascia di asteroidi, una regione del sistema solare tra Marte e Giove. Questo vasto “cinturone” ospita milioni di asteroidi, ma le loro dimensioni relativamente ridotte e le enormi distanze tra di loro rendono la fascia di asteroidi meno densamente popolata di quanto spesso si immagini.

Sebbene la stragrande maggioranza degli asteroidi non rappresenti una minaccia diretta per la Terra, alcuni possono attraversare l’orbita terrestre. Gli scienziati monitorano attentamente gli asteroidi potenzialmente pericolosi, lavorando su progetti come il programma Near-Earth Object Observation (NEOO) per identificare e tracciare gli asteroidi vicini alla Terra.

Numerose missioni spaziali hanno esplorato asteroidi per comprendere meglio la loro composizione e la storia del sistema solare. La missione OSIRIS-REx della NASA, ad esempio, ha raggiunto l’asteroide Bennu, studiando la sua superficie e raccogliendo campioni da riportare sulla Terra.

Alcuni progetti futuri considerano gli asteroidi come fonti di risorse. La loro composizione di metalli preziosi, come platino e oro, potrebbe rendere l’estrazione di tali risorse economicamente vantaggiosa in futuro, contribuendo alle attività umane nello spazio.

Sebbene gli impatti di asteroidi siano eventi rari, la consapevolezza del rischio è cresciuta. Gli scienziati studiano metodi per difendere la Terra da potenziali impatti, considerando opzioni come la deviazione degli asteroidi dalla loro traiettoria o l’assorbimento dell’energia cinetica tramite esplosioni controllate. In conclusione, gli asteroidi rappresentano una parte intrigante e potenzialmente preziosa del nostro sistema solare. Studiarli non solo ci fornisce chiavi per comprendere il nostro passato cosmico, ma ci aiuta anche a sviluppare strategie per affrontare possibili minacce provenienti dallo spazio profondo.

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