Pensione anticipata 2024: da Quota 103 a Opzione donna e Ape sociale, tutte le vie d’uscita
Con la Legge di Bilancio 2024, è in arrivo un’ulteriore stretta sui requisiti per poter accedere alla pensione anticipata. Quali sono tutte le regole per lasciare il lavoro l’anno prossimo con Quota 103, Opzione donna e Ape sociale?
Pensione anticipata 2024: da Quota 103 a Opzione donna e Ape sociale
Stando alle ultime novità contenute all’interno della Legge di Bilancio 2024, l’anno prossimo lasciare il lavoro in anticipo sarà ancora più difficile. Chi, infatti, non vorrà attendere 67 anni di età e 20 di contributi, potrà andare in pensione in anticipo purché rispetti una serie di requisiti ben precisi.
In particolare, anche nel 2024 sarà possibile lasciare il lavoro con la pensione anticipata ordinaria. In alternativa, si potrà accedere a Quota 103 con 62 anni di età e 41 di contributi. In cambio, però, del ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro. Ciò implica, quindi, importi più bassi ed un tetto massimo pari a 4 volte il minimo fino al raggiungimento dei 67 anni. Inoltre, la finestra per il primo pagamento sarà più lunga. Per l’esattezza passerà da 3 a 7 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per quelli pubblici.
Le lavoratrici caregivers, con invalidità civile al 74% o licenziate potranno invece accedere ad Opzione donna con dei requisiti più rigidi: 61 anni di età e 35 anni di contributi, con uno sconto di uno o due anni per le madri. Si ricorda che anche in questo caso l’assegno sarà calcolato interamente con il sistema contributivo. Infine, i lavoratori ‘fragili’ potranno andare in pensione con l’Ape sociale a 63 anni e 5 mesi.
La pensione anticipata per i ‘contributivi puri’
I lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, i cosiddetti ‘contributivi puri’, potranno accedere alla pensione anticipata a 64 anni di età e 20 di contributi. L’assegno previdenziale dovrà essere 3 volte l’importo dell’assegno sociale anche se sono previsti alcuni sconti. Per le donne con un figlio la soglia viene abbassata a 2,8 volte. Mentre per quelle che hanno più di un figlio si passa a 2,6 volte. È stato fissato anche un tetto massimo oltre il quale l’assegno previdenziale non potrà andare: 5 volte il minimo Inps. I ‘contributivi’ potranno inoltre usufruire della ‘pace contributiva’ per riscattare durante il biennio 2024-2025 eventuali buchi previdenziali, per un periodo massimo di cinque anni, compreso tra il 1° gennaio 1996 e la fine del 2023.
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