Giornata mondiale del Braille, l’alfabeto che favorisce l’inclusione di non vedenti e ipovedenti. Ma la scuola non fa abbastanza

Un testo scritto in linguaggio Braille

Festeggiata per la prima volta nel 2013, il 4 gennaio è la Giornata mondiale del Braille, l’alfabeto tattile composto da sei punti in rilievo su carta in grado di rappresentare lettere, numeri, simboli musicali, matematici e scientifici, che tanta parte ha avuto nel cammino di inclusione sociale e scolastica di tantissimi ragazzi non vedenti e ipovedenti.

Nato più di due secoli fa – era per l’appunto il 4 gennaio 1809 – a Coupvray, piccolo centro a una quarantina di chilometri da Parigi, il piccolo Louis perde la vista a soli tre anni a causa di un incidente domestico. I suoi genitori, già consapevoli della sua intelligenza vivace, lo spingono comunque a studiare iscrivendolo all’Istituto dei giovani ciechi. Lì, Louis può mettere a frutto la sua predilezione per la musica imparando a suonare l’organo, il pianoforte e il violoncello. Al tempo stesso, grazie

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