La ricerca scientifica senza animali: un obiettivo indispensabile
Si sostiene, da molti anni, quanto sia importante la ricerca scientifica in campo medico, farmacologico e scientifico, per migliorare l’aspettativa e la qualità della vita. Scorrendo i dati annuali delle risorse che il nostro Paese investe nella ricerca, si comprende non solo l’esiguità rispetto al PIL (0,75%), ma anche quale sia la differenza sostanziale, tra ricerca “tradizionale” (quella che prevede l’utilizzo degli animali) e l’innovativo metodo “animal-free” che si basa su tecnologie che utilizzano metodiche etiche, quali gli organoidi, test clinici tissutali, modelli matematici.
Una differenza non solo etica, ma anche in termini di risultati.La ricerca con l’utilizzo di cavie animali fallisce prima di arrivare ad iniziare i test sull’uomo, in una percentuale del 95%.Si comprende come sia necessario e impellente avere una transizione che abbandoni progressivamente quel tipo di ricerca ormai anacronistica, fallace, costosa e inutile.E’ un percorso lungo, visto la disparità di cifre investite.
Destinare solamente 2 milioni nell’anno 2022 ed aver interrotto i finanziamenti per il 2023 (a fronte di 1miliardo e 300 milioni spesi per la sperimentazione animale) non è solamente una scelta eticamente deprecabile, ma è anche una scelta cieca e sorda nella comprensione delle sfide future e globali per la salute pubblica. Alcune università italiane si stanno direzionando verso la ricerca senza animali, come l’ateneo di Genova, quello di Parma, quello di Pisa. Il professor Cozzini dell’Università di Parma, responsabile del Dipartimento di scienza degli alimenti e del farmaco ha intrapreso uno studio predittivo matematico avanzato inerente alle mutazioni della proteina spike del Sars CoV2.
L’Università di Pavia, dipartimento del farmaco sta svolgendo una ricerca approfondita sugli effetti dell’etanolo utilizzando un’innovativa tecnologia che riproduce il sistema gastroenterico umano. L’Università di Genova e la Banca Cellule dell’IRCCS hanno intrapreso una ricerca finalizzata alla sostituzione dei tessuti e del siero fecale animale. l’Università di Pisa sviluppa tecnologie per la ricerca della nocività delle sostanze inalate. Altri atenei e centri ricerca attendono nuove disponibilità finanziare per intraprendere questo nuovo percorso. Molti rivcercatori, soprattutto giovani laureati, vorrebbero cimentarsi in tale tipologia di studi, ma i corsi di aggiornamento, i finanziamenti e le strutture sono ancora troppo esigui.
La legge di bilancio del 2024 non prevede stanziamenti finalizzati alla ricerca senza animali. Le associazioni animaliste hanno chiesto un emendamento che reintroduca questo stanziamento. In altri Paesi Europei si sono compiute scelte importanti diametralmente opposte alla irragionevole scelta del Governo Meloni L’Olanda ha stanziato 125 milioni di euro per la nascita di un nuov centro di sperimentazione senza animali. La Germania ha finanziato con 2,5 milioni di euro 5 centri di ricerca bio-medica.
La ricerca animal-free è più celere, più attendibile, e più innovativa. La pandemia insegna o dovrebbe insegnare quanto sia importante investire risorse per una ricerca moderna ed efficace. E’ in gioco il nostro futuro e il futuro e la salute delle nuove generazioni.
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