L’importanza di non chiamarsi Ernesto
Dopo gli interventi di una comica (Littizzetto), di un critico d’arte (Sgarbi) e di un imprenditore (Briatore), si sentiva il bisogno dell’intervento di uno storico che ci indicasse la via maestra che dovrà prendere, se vuole evitare il declino, la scuola italiana. E infatti, dopo tanta trepidante attesa, lo storico Ernesto Galli della Loggia – che ha un cognome più lungo del popolare adagio “se stavi zitto l’era meglio” – propone, al posto della desueta e troppo mitizzata “Scuola dell’inclusione”, la moderna “Scuola dell’esclusione”.
Perché, di fatto, è questa la scuola che lo storico sogna: alunni diversamente abili in classi differenti, anche se, per evitare il contagio, sarebbe meglio collocarli in scuole distanti almeno un centinaio di chilometri. Ragazzi con Bisogni Educativi Speciali in Istituti, appunto, Speciali, possibilmente all’estero o, sarebbe meglio, sulla luna. Lo storico non lo dice esplicitamente, ma sogna una scuola a compartimenti stagni,