Saluti romani e paura del passato

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Abbiamo tutti appreso la notizia che qualche giorno fa a Roma, alla commemorazione dei tre giovani barbaramente uccisi ad Acca Larenzia nel 1978 dagli estremisti di sinistra, i partecipanti si sono esibiti in un saluto romano collettivo che innegabilmente si richiamava al fascismo, mostrando una nostalgia di quel regime che oggi, a distanza di quasi un secolo, è certamente anacronistica e del tutto fuori luogo. Inutile dire che a questo fatto è seguita una bagarre politica e giornalistica in cui la sinistra ha preso la palla al balzo per formulare la solita accusa di “fascismo” contro gli avversari politici, coinvolgendo anche il governo che, a loro dire, non farebbe abbastanza per prendere le distanze da questi estremisti.

Qui faccio una prima considerazione. A mio parere il governo Meloni ha ampiamente dimostrato di non avere nulla a che fare con i nostalgici del fascismo, e l’ha dimostrato nel modo più efficace, cioè non prendendo alcun provvedimento che, nell’accezione comune, possa dirsi “di destra”, ma ricalcando in politica interna ed esterna le orme dei precedenti esecutivi di Draghi, Conte, Gentiloni, Renzi e via dicendo. Nell’altro post ho precisato che mi sarei aspettato veramente una politica più consona agli ideali della destra liberale, specie per quanto riguarda il contrasto alla criminalità ed il sistema dell’istruzione; invece niente, tutto è rimasto come prima o peggio di prima, e quindi non vedo come si possa accusare questo governo di simpatizzare con gli estremisti di destra. Caso mai è vero il contrario.

Detto questo, aggiungo un’altra cosa. Il nostro si vanta di essere un paese democratico, vero? E allora, se veramente è così, dobbiamo rifiutare e respingere tutti gli estremismi, non solo quello di destra. Se fare il saluto romano è reato, perché allora non lo è il pugno chiuso dei comunisti, il simbolo della falce e martello, il fatto stesso di proclamarsi aderenti a quella ideologia? Da tempo il Parlamento europeo ha accomunato nella condanna tutte le dittature, di destra e di sinistra, e quindi non vedo perché in Italia si continui a fare due pesi e due misure. Non mi convince affatto chi dice che in Italia c’è stato il fascismo mentre non c’è mai stata una dittatura comunista: a parte il fatto che il fascismo è finito come regime da quasi 80 anni e quindi sarebbe l’ora di consegnarlo alla storia, ma va aggiunto che il comunismo è un’ideologia perversa in sé, che va respinta con tutte le forze perché portatrice di morte e di oppressione e quindi il sostegno e l’apologia di essa va equiparato a quello del fascismo, com’è in ogni stato civile. Poi anche dire che il comunismo in Italia non c’è mai stato non è del tutto esatto: durante gli anni della guerra civile, in particolare quelli del “triangolo della morte” del 1946-47, i comunisti hanno compiuto delitti e orrori di ogni genere, e se hanno combattuto il fascismo l’hanno fatto non con l’idea di dare all’Italia una democrazia, ma di farla entrare nell’orbita di Stalin e dell’Unione Sovietica. Questo basta e avanza per equiparare e combattere gli estremismi, da qualsiasi parte provengano.

Ciò nonostante io non voglio affatto giustificare quelli che a Roma hanno fatto il saluto romano, che oltre che nostalgici mi sembrano degli esaltati, visto che sono poche centinaia di persone e che, se si presentassero alle elezioni, non otterrebbero più dello 0,1%. Quindi la loro animosità è perfettamente inutile, anzi è dannosa: e non lo è tanto per la sinistra, che anzi se ne avvantaggia perché prende al volo l’occasione per tirare fuori ancora, dopo 80 anni, la solita favola del “pericolo fascista”, che non esiste e non esisterà mai. Il danno lo fanno proprio alla destra, che si sente arrivare addosso le solite assurde accuse di connivenza con persone e idee che nulla hanno a che fare con gli ideali di giustizia, di pace e di ordine che animano la destra liberale alla quale io stesso mi pregio di appartenere. Non solo fare il saluto romano è un gesto stupido e dannoso, ma contribuisce purtroppo a dar forza a chi, per mancanza di argomenti e interna disunione, sguazza nel fango della solita assurda e anacronistica polemica e non vuole, per mero interesse personale, fare una volta per tutte i conti con il passato.

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