I docenti più bravi dovrebbero insegnare alle elementari
Gentile redazione,
è ormai all’ordine del giorno, anche per un insegnante del liceo, trovarsi a correggere errori che si credevano estinti da tempo o interpretare pensieri senza costrutto logico. Il tutto scritto in una calligrafia ai limiti del decifrabile (spesso oltre) e con parole per nulla adeguate a quello che si vorrebbe esprimere. A volte gli ostacoli logico-linguistici arrivano a rendere impossibile qualsiasi comprensione.
Si sta dunque parlando di orrori la cui importanza è pari alla loro gravità. Errori, accenti, apostrofi, concordanze, ma anche punteggiatura inesistente, periodi infiniti, parole inventate, lettura stentata, passaggi più acrobatici che logici. Per non parlare, in ambito matematico, delle tabelline, queste sconosciute (e quindi dei conti che ancora avvengono utilizzando le dita).
Tutte cose che alle superiori non dovrebbero neanche più esistere, e dove sono presenti con sempre maggiore frequenza. Quando però è ormai troppo tardi. Al massimo, si può correre ai