Gli studenti in divisa
La divisa fa o non fa lo studente? Le scuole francesi dal prossimo anno scolastico forniranno ai loro studenti un kit di magliette e pantaloni da indossare. Il dibattito si potrà estendere all’Italia? Barba non facit philosophum, dicevano gli antichi Romani. Don’t judge a book by its cover, dicono gli inglesi. L’abito non fa il monaco, diciamo noi.
Da sempre queste espressioni fanno discutere. Nel mese di gennaio 2024 ritornano attuali a proposito di un dibattito che aveva cominciato ad accendersi nel mese di gennaio 2023 circa l’abbigliamento studentesco nella scuola francese. Si scontrano di nuovo opposte vedute sulla proposta di imporre agli studenti delle uniformi. Lo scontro si va svolgendo nella sede dell’Assemblea Nazionale.
A suo tempo Brigitte Macron si era detta favorevole all’innovazione, da introdurre secondo lei per legge sull’intero territorio nazionale, mentre il Ministro dell’Istruzione riteneva che una simile legge avrebbe limitato la libera scelta delle singole istituzioni scolastiche. Ora il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron ha ripreso l’idea della sua consorte, dicendosi favorevole a una sperimentazione dell’abbigliamento da imporre generalmente, non senza lo stanziamento di fondi per non far gravare spese sulle famiglie. Si andrebbe così verso l’accoglimento di una mozione di Marine Le Pen. All’uopo è stato presentato un disegno di legge. Ricordiamo che sul quotidiano Avvenire nel mese di gennaio 2023 Silvia Guzzetti aveva sottolineato la spaccatura politica in merito al possibile ritorno delle vestizioni imposte, nonché le implicazioni storiche, geografiche, sociali della questione:
«Insomma sull’argomento “uniformi” esiste una divisione tra destra e sinistra