Sostegno, discontinuità didattica e docenti non specializzati: questa è integrazione?

L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità è una delle problematiche più dibattute all’interno del mondo della scuola. Per assicurare la piena integrazione occorrono alcuni fattori principali che, purtroppo, nella scuola italiana spesso mancano: primi fra tutti continuità didattica degli insegnanti e docenti di sostegno specializzati. Un recentissimo studio condotto dall’ISTAT ha fotografato, in realtà, una situazione molto complessa, in cui per certi aspetti viene meno anche l’efficacia di questa integrazione: di seguito il punto.

Criticità del sostegno nelle scuole italiane

Come abbiamo visto in un precedente articolo, la ricerca condotta dall’ISTAT ha rilevato un quadro fatto di chiaroscuri in merito al sostegno agli alunni con disabilità: se da una parte il numero dei docenti è aumentato rispetto anche a quanto previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un rapporto pari a 2 (il rapporto attuale è di 1,6), tra questi insegnanti 1 su 3 non ha conseguito la relativa specializzazione e il 12% viene assegnato in ritardo. A questo si aggiunge il fatto che circa il 60% degli alunni cambia docente ogni anno, non assicurando quindi la continuità didattica agli alunni più fragili. Se consideriamo che 6 scuole su 10 presentano ancora barriere architettoniche verso chi ha difficoltà motorie, si rendiamo conto che in molti casi l’integrazione scolastica è compromessa.

‘Si è sbagliato completamente registro’

“Questi numeri – ha affermato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – confermano che sul sostegno negli ultimi anni si è sbagliato completamente registro: gli alunni sono infatti aumentati, ma con essi anche il numero di insegnanti precari e non specializzati. Perché ci troviamo con oltre 330 mila alunni con disabilità e dei 200 mila posti di insegnamento quasi la metà vanno a supplenti, molti dei quali senza avere svolto il Tfa? Perché persistono 80 mila posti in deroga e non si mettono nell’organico di diritto? La vera continuità didattica passa da questo processo, non di certo dai vincoli alla mobilità.

È per questi motivi che l’Anief ha chiesto da tempo di aumentare il numero di partecipanti ai corsi universitari di didattica speciale, di assumere 90 mila insegnanti in tre anni, a partire dal 2024 pure con immissioni in ruolo da Gps. Come vanno assegnate tutte le ore settimanali decise dai Glo. A tal proposito, ricordo che il 4% delle famiglie ha ricorso al TAR per aumentare le ore di sostegno non avute e non è un dato incoraggiante”, ha cocluso Pacifico.

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