Inclusione: una utopia realizzabile

Con questo intervento del nostro collaboratore Claudio Berretta apriamo il dibattito sui problemi dell’inclusione come avevamo preannunciato nei giorni scorsi.
Chi lo desidera può inviare il proprio contributo indicando nell’oggetto il titolo di questo spazio (L’INCLUSIONE CHE VOGLIAMO) e scrivendo a [email protected]

A distanza di quattro settimane dalla pubblicazione dell’articolo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera del 13 gennaio 2024, relativo all’inclusione nella scuola italiana, provo a fare qualche riflessione un po’ più a freddo.

Non tanto freddo in realtà perché l’indignazione nel leggere le sue parole è ancora vivida.

Inizialmente è stata soverchiante, infatti aspettai prima di scrivere, perché non volevo essere troppo impulsivo e poi speravo che altri reagissero alle parole irricevibili, che sembravano prospettare una scuola dell’apartheid, dove gli italiani “sani” potessero imparare senza essere “disturbati” da persone con disabilità, dislessia e perfino da stranieri (!), che avrebbero dovuto avere la loro istruzione separata.
La speranza

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