Cara Intelligenza Artificiale: nella scienza e nella tecnologia ci siamo anche noi donne

L’autorevole dizionario britannico Collins ha scelto “Artificial Intelligence” come termine dell’anno per il 2023: è uno dei tanti segni di come, nel giro di poco più di 12 mesi, l’intelligenza artificiale sia diventata “mainstream”.
Ma l’IA non è certo nata ieri: nello scorso decennio tecnologie come l’apprendimento automatico (machine learning), l’apprendimento profondo (deep learning) o le reti neurali hanno trovato un numero crescente di applicazioni, dagli smartphone alle lavatrici, dalle automobili ai software gestionali, dal riconoscimento biometrico agli assistenti virtuali per la smart home.
Se prima queste tecnologie operavano dietro le quinte e interagivamo con esse spesso senza rendercene conto, l’arrivo di chatGPT e la diffusione dell’IA generativa ne hanno reso palesi e visibili le potenzialità, i rischi, le opportunità e soprattutto i pregiudizi intrinseci.
È proprio sui pregiudizi, in particolare quelli di genere, che voglio soffermarmi. Da anni ormai discutiamo di come l’intelligenza artificiale rischi di perpetuare gli stereotipi nascosti nel
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