Giornata mondiale delle balene

Da sempre la balena è stata una creatura misteriosa e affascinante, tanto che ha ispirato molti autori, il più noto è certamente Herman Melville con il suo “Moby Dick”. In questo articolo vengono proposte tre attività legate alla Giornata mondiale delle balene.

L’idea della Giornata mondiale delle balene nasce nei primi anni ’80 del ventesimo secolo nell’isola di Maui delle Hawaii. Viene organizzata da Pacific Whale Foundation, un’organizzazione non governativa che si dedica alla conservazione della vita marina e degli oceani.

Come noto, questi splendidi mammiferi marini devono far fronte, sempre più, a molte minacce: alla indiscriminata caccia commerciale che, nonostante la moratoria del 1982, viene praticata ancora da alcuni Paesi come il Giappone, ai cambiamenti climatici, all’inquinamento acustico, all’inquinamento marino da plastica e microplastica, alla possibilità di entrare in collisione con le navi

Il 18 febbraio si festeggia la Giornata mondiale delle balene: può essere l’occasione per

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Ripulire l’isola di plastica: ne vale la pena?

Lo scorso settembre, l’ultima evoluzione del progetto The Ocean Cleanup – l’organizzazione no-profit ambientalista olandese da tempo impegnata nello sviluppo di tecnologie per combattere l’inquinamento da plastica – ha dimostrato, in un test nelle acque occupate dalla Grande isola di plastica del Pacifico, di essere in grado di raccogliere fino a 18 tonnellate di plastica in un singolo “rastrellamento” di questo fortice di spazzatura fluttuante.

Ora la macchina mangia-rifiuti, una rete chilometrica sospinta da parte a parte da due navi, è pronta per affrontare una rimozione sistematica della Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica grande 3 volte la Francia che le correnti hanno formato tra le Hawaii e la California. Il punto – affrontato in un approfondito articolo pubblicato sul New Scientist – è: ne vale davvero la pena?

No: rischiamo danni peggiori. Nonostante le migliori intenzioni della no-profit, eliminare quello che è ormai divenuto un triste simbolo dell’Antropocene potrebbe essere, ora che l’abbiamo creato alterando per sempre gli ecosistemi, un’impresa poco utile; non solo, persino dannosa. È la conclusione apparentemente controintuitiva cui sono giunti, dopo diversi anni di studi, scienziati dell’ambiente e biologi marini, e per almeno quattro diverse ragioni che qui proviamo a sintetizzare.

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1. Nulla possiamo contro le microplastiche. Il “Sistema 3” di The Ocean Cleanup consiste in una barriera fatta di rete, lunga 2,2 km e profonda 4 metri, trainata alle estremità da due navi che si muovono a bassa velocità: i rifiuti di plastica vengono incanalati verso un’area centrale detta “zona di ritenzione” dove la plastica è raccolta, per essere poi depositata su una nave e stipata in appositi container destinati ad impianti di riciclo.

Benché questa tecnologia sia in grado di ripulire l’area di un campo di calcio ogni cinque secondi, rimuovere i rifiuti più grossi e consistenti degli 1,8 migliaia di miliardi di pezzi che si stima formino la Grande isola di Plastica del Pacifico non risolverà il problema della microplastiche, ciascuna di meno di 5 millimetri di larghezza, che potrebbero costituire il 94% dei rifiuti di questa chiazza di spazzatura.

Ormai decine di studi scientifici dimostrano che sono proprio questi microframmenti di plastica a rappresentare il problema peggiore per gli animali marini. Secondo una ricerca del 2021 condotta dal GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel in Germania, la prolungata esposizione alle microplastiche danneggia in modo grave l’abilità dello zooplancton (cioè la componente animale del plancton) di sequestrare carbonio dall’atmosfera e produrre ossigeno, in ultima analisi erodendo la capacità degli organismi oceanici di sostenere la vita sulla Terra.

Al momento purtroppo non disponiamo di metodi per rimuovere su larga scala le microplastiche dagli oceani (né dagli altri ambienti in cui sono ormai diffuse).

2. Si guarda nel punto sbagliato. Focalizzare gli sforzi sulle isole di plastica oceaniche potrebbe poi rimuovere l’attenzione dalle aree in cui si concentra l’inquinamento da plastica, ossia le coste. Per quanto impressionante, la Grande isola di plastica è soltanto la punta dell’iceberg del problema della plastica nei mari.

Ogni anno 11 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, e solo l’1% di questa si accumula in queste regioni di materiali plastici galleggianti favorite dalle correnti (non esiste infatti una sola isola di plastica oceanica). Si pensa che gran parte dei rifiuti rimanga entro i 160 km dalla spiaggia, sospinta dai continui movimenti delle correnti finché non si disintegra in pezzi più piccoli. Una buona parte finisce persino intrappolata nei ghiacci Artici.

Oltretutto, come ha spiegato al New Scientist Nick Mallos dell’organizzazione Ocean Conservancy, «tutti i vortici di plastica si formano nella parte più centrale dei bacini oceanici. Arrivarci è molto costoso e dispendioso in termini di tempo e carburante», mentre sarebbe più efficiente concentrare gli sforzi di pulizia negli ambienti costieri.

Si stima che il Great Pacific Garbage Patch sia composto da 1,8 migliaia di miliardi di frammenti di plastica (circa 250 per ogni abitante del mondo) e che occupi un’area di circa 1,6 milioni di km2 – pari a circa tre volte la Francia.
© Shutterstock

3. È Una goccia nel mare. Secondo uno studio del novembre 2023 coordinato da Melanie Bergmann, biologa marina dell’Alfred Wegener Institute, in Germania, se anche i 200 dispositivi di The Ocean Cleanup funzionassero per 130 anni rimuoverebbero soltanto il 5% della plastica dispersa negli oceani. Il che dà l’idea non tanto dell’efficienza della tecnologia, quanto della portata del problema che dobbiamo affrontare e del fatto che è importante lavorare sulle cause, non sui sintomi. Senza contare che l’86% dei rifiuti di plastica analizzati nella Grande isola di plastica del Pacifico sembra provenire dal settore della pesca. L’operazione non interesserebbe quindi la fetta di plastica che ha origine da terra e che si accumula lungo le coste trascinata in mare dai fiumi. 

4. C’è vita tra i rifiuti. Infine c’è la questione di come la vita marina si sia adattata a questo mare di plastica che abbiamo gettato nei mari. Nel 2022, analizzando i pezzi di plastica più grossi recuperati nel Great Pacific Garbage Patch, la biologa Rebecca Helm, all’epoca all’Università del North Carolina, Asheville, ha scoperto che su di essi si è formato un nuovo ecosistema, costituito soprattutto da neuston, organismi come insetti marini, invertebrati, crostacei, molluschi, meduse che vivono sull’interfaccia aria-acqua.

In altri due successivi studi, gli scienziati dello Smithsonian Environmental Research Center del Maryland hanno osservato che il 90% dei reperti di plastica dell’isola del Pacifico analizzati ospitano ora piante marine o animali, e che tre quarti di queste specie sono costiere, e si sono ora adattate a vivere in mare aperto sfruttando la plastica. Questi nuovi ecosistemi sarebbero, con operazioni di pulizia per giunta poco efficaci nel debellare il problema tout-court, inevitabilmente cancellati. Come dice Helm: «Se i disturbi dell’ecosistema causati dalla plastica sono il vero problema, disturbare ulteriormente l’ecosistema per ripulire la plastica è effettivamente una soluzione?».

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L’isola di plastica ha bandiera e passaporto

I Mammiferi: Schede Didattiche per la Scuola Primaria

I mammiferi sono una classe affascinante di creature che popolano il nostro pianeta. Sono animali a sangue caldo, dotati di pelliccia o pelo, ghiandole mammarie e cuore a quattro camere. Questi animali straordinari variano in dimensioni e habitat, ma condividono alcune caratteristiche fondamentali che li rendono unici.
In questo articolo, esploreremo il mondo affascinante dei mammiferi attraverso schede didattiche pensate appositamente per la scuola primaria, con un focus particolare sulle scienze per bambini.
A fine articolo potrete scaricare gratuitamente in formato PDF “I Mammiferi: Schede Didattiche per la Scuola Primaria, Scienze per bambini“.
Cos’è un Mammifero?
I mammiferi sono animali vertebrati con alcune caratteristiche chiave. Hanno la pelle coperta di pelo o pelliccia, che li aiuta a regolare la temperatura corporea. Posseggono cuore a quattro camere, il che significa che il loro sangue viene separato in modo efficace, garantendo una distribuzione ottimale di ossigeno. Inoltre, le femmine dei mammiferi producono latte per nutrire i loro piccoli attraverso ghiandole mammarie.
Diversità dei Mammiferi
I mammiferi sono incredibilmente vari in termini di dimensioni, forme e abitudini di vita. Dai minuscoli topi ai giganteschi elefanti, dal volo degli uccelli pipistrello alla nuotata dei delfini, i mammiferi occupano una vasta gamma di nicchie ecologiche. Queste differenze sono spesso il risultato di adattamenti evolutivi alle condizioni ambientali.
Adattamenti Mammiferi
I mammiferi si sono adattati a vivere in una varietà di ambienti, dalle foreste pluviali alle regioni polari. Alcuni hanno sviluppato artigli affilati per la caccia, mentre altri hanno zampe adatte alla corsa o alla scalata. Alcuni mammiferi sono notturni, mentre altri sono diurni. Queste specializzazioni sono cruciali per la loro sopravvivenza.
La Riproduzione nei Mammiferi
Le femmine dei mammiferi producono latte per nutrire i loro piccoli. Questa forma di nutrizione è un vantaggio cruciale che ha contribuito alla loro sopravvivenza. Le ghiandole mammarie si sono evolute per produrre latte con nutrienti essenziali per la crescita dei cuccioli. Questo è un argomento interessante da esplorare con i bambini.
Mammiferi in Pericolo
È importante insegnare ai bambini l’importanza della conservazione dei mammiferi. Molte specie sono a rischio di estinzione a causa dell’attività umana, come la deforestazione e la caccia eccessiva. Possiamo incoraggiare i giovani a diventare attivisti per la conservazione e a impegnarsi nella protezione delle specie in pericolo.
Schede Didattiche sui Mammiferi per la Scuola Primaria

Cos’è un Mammifero? – In questa sezione, introdurremo ai bambini la definizione di mammifero e spiegheremo le principali caratteristiche che li distinguono dagli altri animali. Saranno inclusi esempi di mammiferi noti, come cani, gatti e elefanti.

Dove Vivono i Mammiferi? – I mammiferi si trovano in una vasta gamma di habitat in tutto il mondo. Questa sezione illustrerà i diversi tipi di habitat in cui vivono i mammiferi, dai deserti alle foreste tropicali, e come si sono adattati a queste diverse condizioni.

La Struttura del Corpo dei Mammiferi – Qui esploreremo la struttura del corpo dei mammiferi, inclusi i loro organi sensoriali, le zampe e le diverse modalità di locomozione. Sarà enfatizzata l’importanza di queste caratteristiche nella sopravvivenza dei mammiferi.

La Riproduzione dei Mammiferi – I mammiferi hanno un modo unico di riprodursi, con le madri che allattano i loro piccoli con il latte materno. Questa sezione spiegherà il ciclo di vita dei mammiferi e come si prendono cura dei loro cuccioli.

Mammiferi in Via di Estinzione – Sarà introdotta la triste realtà dell’estinzione di alcune specie di mammiferi a causa dell’attività umana. Gli studenti saranno incoraggiati a riflettere sull’importanza della conservazione della fauna selvatica.

Attività Pratiche – In questa sezione, proporremo attività pratiche legate all’apprendimento sui mammiferi, come la creazione di maschere di animali, la realizzazione di tracce e impronte, e la costruzione di modelli di mammiferi.

Conclusioni
Le schede didattiche sui mammiferi per la scuola primaria sono uno strumento educativo prezioso per insegnare ai bambini l’importanza della diversità della vita sulla Terra e il ruolo che i mammiferi svolgono nell’ecosistema. Questo approccio interattivo all’apprendimento aiuterà gli studenti a sviluppare una maggiore consapevolezza e apprezzamento per il mondo naturale che li circonda.
Nel promuovere la curiosità e l’entusiasmo dei bambini per i mammiferi, si può incoraggiare ulteriormente l’apprendimento attraverso visite a zoo, riserve naturali e musei di storia naturale. Inoltre, la lettura di libri e la visione di documentari sulla vita dei mammiferi possono ampliare ulteriormente la loro conoscenza.
In conclusione, le schede didattiche sui mammiferi per la scuola primaria sono un modo eccellente per coinvolgere i bambini nell’apprendimento divertente e significativo sulla natura e sull’importanza della conservazione della fauna selvatica. Queste risorse educative forniranno una base solida per la loro comprensione dei mammiferi e del mondo naturale in generale.

Potete scaricare e stampare gratuitamente in formato PDF “I Mammiferi: Schede Didattiche per la Scuola Primaria, Scienze per bambini” (PASS), basta cliccare sul pulsante ‘Download‘:

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