Ricreazione a scuola, secondo una ricerca è spesso un diritto negato. Seguire l’esempio della Finlandia?

L’indagine sulla ricreazione scolastica della mattina, svolta dall’ACP, attraverso un questionario anonimo somministrato a bambini della scuola primaria nel periodo marzo-maggio 2023 grazie alla collaborazione di dieci pediatri, rivela uno scenario interessante, poco esplorato nel mondo della scuola.

La ricerca fa innanzitutto il punto sulla storia della ricreazione, per individuare il preciso momento temporale della sua introduzione nel sistema scolastico. Si può risalire al decreto 297 del 16 aprile 1994 e all’articolo 21 della legge n. 59/1997; in entrambi, la ricreazione è riconosciuta come “tempo scuola”, da garantire agli studenti e da conteggiare nel monte orario scolastico. Nella circolare ministeriale, la 105/75, viene indicato il tempo minimo della durata della ricreazione, ovvero almeno 10 minuti, benché non vengano dati dettagli sul luogo dove andrebbe trascorsa, in classe o all’aperto.

La ricerca

Sono stati intervistati 449 bambini di 141 istituti scolastici del territorio romano e di alcuni comuni della città metropolitana

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