Scuola primaria, il ritorno alla valutazione con giudizio sintetico non piace ai matematici: ricerca pedagogica e didattica dicono altro
Sta facendo discutere la volontà di diversi esponenti della maggioranza e anche del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di mutare i criteri di valutazione nella scuola primaria perché ritiene non efficaci “le definizioni incomprensibili tipo ‘avanzato’, ‘intermedio’, ‘base’, ‘in via di prima acquisizione’” e per dare quindi spazio al giudizio analitico perché garantirebbe “valutazioni chiare e semplici, come ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente”.
La novità prevede il cambiamento nella modalità di valutazione degli studenti della scuola primaria con il ritorno al giudizio tradizionale sintetico, da ottimo a insufficiente. Mentre dal 2020 era stata adottata una sperimentazione con l’uso di livelli di apprendimento per i giudizi: avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione, modalità ritenuta però da molti di difficile lettura.
Nell’ultimo periodo la proposta ha trovato spazio anche in un emendamento al ddl 924-bis. Diversi addetti ai lavori reputano però