Fabio Luciani, lo scienziato ribelle che usa l’intelligenza artificiale contro il cancro: «Le idee? Mentre nuoto nell’Oceano»

«Fra pochi anni, intelligenza artificiale (IA) e immunoterapie ci aiuteranno a curare il cancro, meglio di qualsiasi altra terapia. La chemioterapia scomparirà. La nuova frontiera è qui». Fabio Luciani, professore di Immunologia e Machine learning all’Università UNSW (University of New South Wales), a Sydney, una delle top 50 università al mondo, non ha dubbi. Ha trascorso 21 anni della sua vita a fare ricerca sperimentale e teorica, dedicando gran parte del suo tempo all’IA applicata all’immunologia. E ora, a 49 anni, sta lanciando una startup dall’Australia. Crea gemelli digitali, una sorta di avatar dei pazienti, e grazie all’intelligenza artificiale riesce a predire chi può avere beneficio da una immunoterapia e chi no. Aprendo la strada alla medicina personalizzata e alle terapie su misura. «E la cosa bella è che da Sydney sto collaborando con una startup italiana di intelligenza artificiale, la ASC27, il cui Ceo Nicola Grandis, è abruzzese come

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Tumori: le terapie a bersaglio molecolare

Un’esplosione di novità. In oncologia la ricerca galoppa e le terapie sono sempre più numerose, oltre che mirate e personalizzate. Come spiega Filippo De Braud, direttore del Dipartimento Oncologia e Ematoncologia dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, «solo negli ultimi cinque anni sono stati approvati oltre 350 nuovi farmaci o indicazioni, negli Stati Uniti il ritmo è di un’approvazione a settimana. La vera rivoluzione è arrivata con le terapie a bersaglio molecolare (vedi anche Focus in edicola, ndr), che agiscono direttamente sulle alterazioni del tumore bloccando processi biologici fondamentali per la sua sopravvivenza; sono cure sempre più numerose e anche dinamiche, da modificare nel tempo, perché possono smettere di funzionare se il bersaglio si modifica o il cancro attiva altre vie per “resistere”». Avere tante scelte a disposizione è perciò fondamentale per avere sempre una nuova arma pronta da usare e oggi le possibilità sono molte, fra combinazioni innovative, farmaci sempre più “intelligenti” e uno studio sempre più raffinato del “momento giusto” per intervenire.

Le frontiere dell’immunoterapia. Sta emergendo, per esempio, l’opportunità di utilizzare l’immunoterapia in maniera più “ragionata”, selezionando al meglio i pazienti da trattare in base ai biomarcatori presenti. «Nei tumori urologici per esempio abbiamo osservato che la presenza di DNA tumorale circolante dopo la chirurgia indica una buona probabilità di risposta all’immunoterapia», specifica Andrea Necchi, responsabile dell’Area delle neoplasie genitourinarie dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «Il futuro dell’immunoterapia sarà tuttavia anche un suo impiego in fasi più precoci di malattia, per esempio in tumori operabili prima dell’intervento chirurgico: alcuni dati, per esempio sul melanoma, indicano che dare l’immunoterapico prima e dopo l’intervento migliora i risultati, probabilmente perché gli antigeni contro cui sono diretti i farmaci sono molto abbondanti nel microambiente tumorale prima della chirurgia e questo ne potenzia l’effetto. L’immunoterapia peraltro sta cambiando obiettivi e contesto di impiego: grazie alla sua efficacia possiamo iniziare a pensarla non più come un modo per migliorare la qualità di vita in malattie avanzate, ma come un mezzo per evitare interventi chirurgici molto demolitivi o addirittura per guarire. In questo senso il futuro probabilmente sarà, oltre che di nuovi immunoterapici mirati a differenti bersagli, delle combinazioni di immunoterapia con la chemioterapia o con le terapie a bersaglio molecolare».

L’unione fa la forza. Associare l’immunoterapia ad altre strategie è infatti una strada che si sta dimostrando efficace in molte situazioni.

«Le terapie sui tumori del sangue spesso precorrono gli avanzamenti che poi riguarderanno anche i tumori solidi e anche in questo caso è accaduto: si è osservato che nel linfoma di Hodgkin, per esempio, la sensibilità alla chemioterapia aumenta dopo un trattamento con inibitori dei checkpoint immunitari, farmaci che “tolgono il freno” ai linfociti T ripristinando una risposta immune efficiente nei confronti delle cellule tumorali», interviene Enrico Derenzini, responsabile della Divisione di Ematologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
«Chemioterapia e immunoterapia possono perciò avere un’azione sinergica e in alcuni casi l’aggiunta degli inibitori dei checkpoint immunitari può radicalmente cambiare la prognosi dei pazienti. Senza contare la possibilità di associare diversi immunoterapici fra loro per approcci senza chemioterapia che stanno già dimostrando buoni risultati in alcune situazioni». Si tratta di un settore in pieno sviluppo, perché è cruciale capire quali siano le associazioni migliori in ciascun caso: la ricerca ferve e le risposte arriveranno nei prossimi anni, mentre altre “combinazioni” si fanno già oggi strada in clinica.

Armi doppie. Se infatti da un lato si studia come associare farmaci diversi per potenziarne gli effetti, dall’altro i ricercatori stanno anche mettendo a punto armi “doppie”, che già da sole possano combinare l’azione super-selettiva dell’anticorpo diretto contro un bersaglio molecolare con l’effetto killer dei chemioterapici. È il caso dei farmaci anticorpo-coniugati, che portano “il nemico in casa” al tumore: sono infatti composti da un anticorpo che riconosce e si lega a una proteina tumorale sulla superficie della cellula neoplastica; una volta legato, l’anticorpo viene “fagocitato” dalla cellula e, come fosse un cavallo di Troia, trasporta al suo interno il chemioterapico a cui è legato. In teoria questo approccio dovrebbe ridurre la tossicità della chemioterapia, portandola solo dove serve; nella pratica ancora non è sempre così perché, come sottolinea De Braud, «in alcune situazioni la tossicità è simile a una chemio standard, ma ci sono risultati interessanti. Trastuzumab deruxtecan, per esempio, è un farmaco anticorpo-coniugato diretto contro HER2 (marcatore presente in circa il 15-20% dei tumori della mammella, ndr) con una buona efficacia che funziona anche in pazienti che esprimono pochissimo marcatore, a indicare che probabilmente la tossicità portata dal farmaco si “irradia” nell’ambiente attorno una volta morte le cellule bersaglio».
Un’arma “doppia” sono poi gli anticorpi bispecifici, che legano due obiettivi differenti per aumentare la loro efficacia: per esempio, possono reclutare anche le cellule effettrici del sistema immunitario, i linfociti T, reindirizzandole contro le cellule tumorali.

In questo modo si individua il nemico e lo si combatte in un corpo a corpo immediato; come spiega Derenzini, in alcuni tumori del sangue gli anticorpi bispecifici stanno già dando risultati molto incoraggianti: «In linfomi aggressivi e pazienti difficili, per esempio, si hanno tassi di remissione del 40-50% con una tossicità per certi versi più attenuata rispetto a quella delle Car-T. La sfida ora è capire come integrare tutte queste diverse opzioni: la chiave sarà la combinazione degli approcci e le terapie sequenziali, che impieghino Car-T e inibitori dei checkpoint immunitari, oppure anticorpi bispecifici e farmaci anticorpo coniugati e così via. Tutto questo verosimilmente in fasi sempre più precoci di malattia».

Il futuro nei vaccini (terapeutici). Lo scopo è avere un numero sempre maggiore di pazienti che possano anche dirsi guariti, che non vadano incontro a ricadute. Tuttavia come ricorda Maria Rescigno, docente di patologia generale e pro rettore vicario con delega alla ricerca all’Humanitas University di Milano, «l’immunoterapia ha cambiato in modo fondamentale la prognosi di alcuni tumori fino a poco tempo fa considerati incurabili. Tuttavia c’è ancora una percentuale di pazienti che non risponde ai trattamenti con gli inibitori dei checkpoint immunitari, perché in molti casi la risposta immunitaria non è stata attivata e le cellule immunitarie a cui “togliere il freno” contro il tumore non ci sono o sono troppo scarse».
In questi casi potrebbe diventare possibile “svegliare” il sistema immune con un vaccino terapeutico, progettato appositamente contro lo specifico tipo di tumore, che possa creare le condizioni perché gli inibitori dei checkpoint immunitari funzionino. Maria Rescigno sta studiando vaccini terapeutici per pazienti con melanoma metastatico o sarcoma, sia per dare risposte a pazienti che spesso hanno esiti negativi e poche opzioni di terapia, sia per capire chi potrebbe avvantaggiarsi di più di questo nuovo approccio: i vaccini sono realizzati cercando di identificare molecole comuni nei tumori, così che possano essere usati da tutti i pazienti con quel tipo di neoplasia.
Questi particolari vaccini, su cui il gruppo sta lavorando anche grazie al sostegno di Fondazione AIRC, dirigono la risposta immunitaria verso l’attacco di cellule tumorali “stressate” perché portatrici di mutazioni: si sta perciò identificando un’impronta digitale che caratterizza le cellule stressate in modo da “bersagliarle” in maniera specifica attraverso il vaccino stesso. Su questa falsariga sarà possibile lavorare per creare vaccini terapeutici anche per altri tipi di cancro perché, come conclude Rescigno, «almeno in linea di principio, la strategia basata sulla vaccinazione potrebbe essere utilizzata in tutti i pazienti per aumentare le loro probabilità di rispondere ai trattamenti successivi».

Un racconto per amare di più la natura e meno il cellulare: “Il Bosco Incantato di Pixel” (creato da Copilot microsoft)

**Il Bosco Incantato di Pixel**C’era una volta un bosco incantato chiamato Pixel, dove gli alberi sussurravano storie antiche e i fiori danzavano al ritmo del vento. In questo bosco magico, viveva un piccolo folletto di nome Luce, che aveva il potere di far brillare le cose con un semplice tocco. Un giorno, Luce notò che i bambini del villaggio vicino passavano tutto il loro tempo a fissare dei piccoli rettangoli luminosi, chiamati cellulari, dimenticandosi di giocare all’aria aperta. Preoccupato, Luce decise di usare la sua magia per mostrare ai bambini la bellezza della natura. Con un pizzico di polvere di stelle, Luce fece sì che ogni cellulare mostrasse immagini del bosco incantato. Gli alberi sembravano così reali che i bambini sentirono il profumo del muschio e il canto degli uccellini. Incantati, misero da parte i cellulari e corsero verso il bosco. Arrivati nel bosco, i bambini scoprirono un mondo di meraviglie. Inseguirono farfalle arcobaleno, costruirono castelli di foglie e ascoltarono le storie degli alberi. Ogni giorno, trovavano un nuovo gioco da fare, una nuova avventura da vivere. Luce li osservava da lontano, felice di vedere i bambini ridere e giocare insieme. Da quel giorno, i bambini impararono a bilanciare il tempo trascorso al cellulare con momenti preziosi all’aria aperta, nel bosco incantato di Pixel, dove la vera magia era l’amicizia e l’immaginazione. E così, grazie al piccolo folletto Luce, i bambini del villaggio scoprirono che la vita reale era molto più colorata e divertente di qualsiasi gioco sul cellulare.Spero che questo racconto possa ispirare i bambini a scoprire la gioia di esplorare la natura e di godere della compagnia degli amici e della famiglia al di fuori del mondo digitale. 😊Fonte: Copilot microsoftTi potrebbero interessare:Racconti e descrizioni:Sogno di NataleLa descrizione di un fenomeno naturale: “La bufera” (The storm) – La metafora nel testo descrittivoPerché si dice “Chi dorme non piglia pesci”?Perché si dice: “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”Perché si dice: “Vivi e lascia vivere”Perché si dice sapere di non sapere è sapere (Socrate)Perché si dice: “Aiutati che Dio t’aiuta”La leggenda della lucciolaDue novembreA letto con la febbreAd un passo dalla costaLa scuola di cioccolatoLe lacrime del coccodrilloUna volpe poco astutaFelici come una PasquettaIl CarnevaleLa fine di un’amiciziaLa scuola di cioccolatoLogos La leggenda della mimosa La leggenda dell’estate di San Martino Il lagoLettera di Babbo Natale ai bambiniPoesie e filastrocche:A Madre TeresaIl Barbone aristocraticoIo amo la TerraGennaio1° maggioA RaffaelloAmiciziaFilastrocca del c’era e del c’èI miei nonniCristoforo ColomboEquinozio d’autunnoFilastrocca dei giorni della settimanaTi penso sempre papàIl mio maestro Vola colomba biancaPer non dimenticare (la giornata della memoria)I due volti della PasquaUn giorno qualunqueUn regalo di Natale dal cieloFebbraioCarnevale GiramondoLa mia lunaLa scuola del futuroLassù nel cieloIl signor InvernoIl signor AutunnoLa signora Estate La signora PrimaveraE’ NataleLa stella cometaRegalo di NataleFilastrocca colorataFilastrocca mascherataPoesia di PasquaFilastrocca capricciosaFilastrocca delle doppie Filastrocca del congiuntivoI mesi dell’annoLuci azzurreLettera al papà Babbo NataleNuovo Anno Nella notte buia e scura (Festa di Halloween)I colori della poesia  Nel giorno di San FrancescoNeve Febbraio “E’ Carnevale!”, filastrocca a rima baciata di Ercole Bonjean”Un albero speciale” di Ercole Bonjean – Filastrocca di Natale a rima alternataEsseri umaniLa grotta di BetlemmeLa leonessa e il leoneDolcetto o scherzetto?Sii te stessoAi piedi del castagno anticoIl giorno più belloEmissioni di CO2La bilanciaLa Befana e il BefanoneTesti di vario tipoDante Alighieri: Divina Commedia, VIII canto del Purgatorio – Prosa e commento per la scuola primaria e la scuola mediaLeggere, comprendere, comporre, un nonsenseGiornata mondiale degli insegnanti: la libertà d’insegnamento – Le dieci regole per una scuola di qualità “Habemus Papam” di Ercole BonjeanIl Cantico delle Creature – San Francesco d’Assisi (adattamento del testo per la scuola primaria)Ortografia: come si scrive?

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