Final Fantasy VII Rebirth, nuova demo e aggiornamento alla grafica

Square Enix ha rilasciato un nuovo aggiornamento per la demo di Final Fantasy VII Rebirth, titolo che vedrà la luce il 29 febbraio esclusivamente su console PlayStation 5. Denominato “Una nuova era a Junon”, questo aggiornamento gratuito espande la precedente demo “Il grande eroe a Nibelheim”, introdotta all’inizio del mese, offrendo un assaggio più ampio del mondo di gioco. L’aggiornamento, disponibile senza costi aggiuntivi, accompagna i giocatori nell’avventura di Cloud, Tifa, Barret, Aerith e Red XIII nei dintorni di Junon, una città-fortezza caratterizzata da un reattore sottomarino. Questa particolare versione demo consente ai giocatori di vivere anticipatamente alcuni eventi successivi alle prime ore della narrazione principale, esplorando una frazione del vasto mondo di gioco. La demo incoraggia l’esplorazione tramite il fedele chocobo, la creazione di oggetti di valore mediante un nuovo dispositivo di trasmutazione, l’accettazione di missioni di caccia e molto altro.

Completando la prima parte, i giocatori riceveranno in premio un portafortuna moguri e un kit di avventura, con la possibilità di saltare questa sezione nel gioco completo una volta disponibile, permettendo così un avvio anticipato dell’avventura. È prevista anche l’opzione di rivivere tale segmento del gioco. Nonostante i salvataggi della demo “Una nuova era a Junon” non saranno trasferibili al gioco finale, a causa di modifiche volte a rendere l’esperienza più diretta, sia i fan di lunga data sia i nuovi giocatori avranno l’opportunità di esplorare il mondo di gioco, sperimentare attacchi sinergici potenti e osservare le dinamiche relazionali tra i personaggi in combattimento. In aggiunta, è stata rilasciata una patch per la demo che si installerà automaticamente, destinata a risolvere piccoli problemi grafici e a implementare ulteriori miglioramenti.

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Final Fantasy VII Rebirth per PS5, la recensione

Nel 2020 Square Enix fece un regalo e allo stesso tempo un torto ai fan di Final Fantasy VII, gioco per la prima PlayStation uscito nel 1997 e da allora l’episodio più riconoscibile della saga, giunta l’anno scorso al sedicesimo capitolo su PS5. Con l’uscita del primo di tre giochi separati, prendeva il via ufficialmente il progetto Final Fantasy VII Remake, che se da un lato mostrava un grande classico rifatto con grafica moderna, dall’altro fece storcere il naso ai puristi: la trama dell’originale mostrava in più punti cambi di sceneggiatura e twist inaspettati che lasciavano presagire nuove direzioni per il destino di Cloud, Aerith, Tifa e compagnia. Final Fantasy VII Remake si chiudeva con un cliffhanger che annunciava svolte completamente nuove in quello che sarebbe stato il seguito. Quattro anni dopo Final Fantasy VII Rebirth è realtà, e questa volta la carne al fuoco oltre ad essere moltissima è anche rivelatrice di ciò che il director Naoki Hamaguchi e il direttore creativo Tetsuya Nomura hanno deciso per questa nuova serie.

Alla fine di Remake avevamo lasciato il protagonista Cloud e la sua ciurma partire dalla città di Midgar, ambientazione del gioco, a caccia del loro arcinemico Sephiroth e braccati dalla perfida corporazione Shinra. Final Fantasy VII Rebirth è quindi la storia del viaggio per raggiungere la meta: qui troveremo città, luoghi misteriosi, attrazioni e attività che offrono una varietà semplicemente incredibile. Sia da un punto di vista artistico che da quello tecnico, le ambientazioni dell’originale prendono vita davanti ai nostri occhi con uno sfarzo e una complessità notevoli. Proprio come nel predecessore, nessun enigma troppo complicato o sezioni troppo lunghe, ma ogni singolo luogo del mondo di gioco e ogni singola missione, anche le secondarie, sono divertenti da giocare e contribuiscono alla narrazione e allo sviluppo della mappa più grande e dettagliata che si sia mai vista in un Final Fantasy.

Per riproporre in chiave moderna la grande area aperta di raccordo tra le varie location, già presente nel gioco del ’97, Square Enix ha deciso di ripercorrere gli stilemi degli open world contemporanei come Zelda e Horizon, ma assolutamente in chiave Final Fantasy. La mappa dello spazio aperto non offre una libertà di movimento assoluta, ma pullula di cose da fare, nemici da combattere, missioni da compiere per sbloccarne altre o arricchire il proprio inventario. Final Fantasy VII Rebirth ribadisce poi l’ossessione degli sviluppatori per i minigiochi, che qui sono tantissimi, articolati e ben fatti. E non manca un gioco di carte, Regina Rossa, che è una vera e propria sfida nella sfida. Il sistema di crescita dei personaggi è basato sulle armi e sulle Materia, potenti componenti con gli effetti più disparati da scegliere con cura per una pianificazione strategica millimetrica di tutto il party. Sebbene i personaggi da controllare in una sola volta siano al massimo tre, Rebirth costringe spesso il giocatore a cambiare panni e rende per questo indispensabile livellare tutti gli eroi.
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Il sistema di combattimento è identico a quello di Remake, quindi un mix tra azione in tempo reale e capacità sbloccate dall’ATB, una barra che si riempie a tempo e permette di scatenare mosse speciali e magie. Durante la selezione di queste il tempo di gioco rallenta quasi fino a fermarsi: il risultato è l’equilibrio perfetto tra strategia e pressione forsennata dei tasti. L’aggiunta di quattro nuovi tipi di Sinergie attivabili tra personaggi aggiunge un altro set corposo di supermosse, che tra l’altro dipendono dagli effettivi rapporti di simpatia e gli eventi intercorsi durante la trama. Ci sono poi gli Esper, imponenti creature da combattimento che possono essere evocate qualora si entri in possesso della Materia corrispondente. A quelli del primo capitolo ne sono stati aggiunti di nuovi, ma proprio come per il livello di esperienza si deve ricominciare a collezionarli da zero, perché nè uni nè l’altro vengono trasferiti da Rebirth. Tuttavia, se si hanno nella console i salvataggi di Final Fantasy VII Remake e di Episode INTERmission, è possibile da subito recuperare due Esper potenti. In sostanza, il sistema di combattimento è ottimo come sempre, e persino migliorato grazie a queste aggiunte e a una intelligenza dei nemici evoluta.

In quasi 50 ore di gioco necessarie per concludere la trama principale e scoprire qualche missione seondaria, Final Fantasy VII Rebirth sembra una rinascita in tutti i sensi: Nomura è riuscito nel miracolo di scrivere un omaggio bellissimo per il gioco originale e nello stesso tempo rompere tutti gli schemi dei giochi di ruolo contemporanei tornando a offrire anche al giocatore più smaliziato quel senso di meraviglia che era impossibile non provare di fronte ai poligoni e agli sfondi prerenderizzati di Final Fantasy VII sulla prima PlayStation. Certo, le ingenuità dell’originale sono un fardello gravoso: alcuni snodi nella trama, alcuni colpi di scena, alcuni dei ex machina sono qui per forza di cosa accentuati dal volerli riproporre identici in un gioco di oggi. Anche la realizzazione tecnica, che non ha fatto un passo rispetto alla versione PS5 di Remake, non è il punto più alto dell’intera esperienza. Chi preferisce titoli meno incentrati sulla trama qui dovrà fare i conti con dialoghi lunghi e scelte forzate e funzionali al progredire della storia. Da notare che il gioco è con audio in inglese e giapponese e sottotitoli in italiano: questi ultimi sono basati sullo script nipponico del gioco, creando una certa dissonanza con l’inglese, che invece ha adattato molto diversamente interi dialoghi.
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Final Fantasy VII Rebirth è innanzi tutto dedicato ai fan dell’originale e ai milioni di giocatori che sono rimasti col fiato sospeso dopo il finale di Final Fantasy VII Remake. E sia che lo si guardi come un rifacimento di un classico, sia che lo si pensi come una nuova serie nell’universo di Final Fantasy, Rebirth non delude in nessun caso. È un gioco immenso, pieno di cose da fare, con una caratterizzazione dei personaggi perfetta e una scrittura eccezionale per essere così rispettosa di un materiale originale che ha quasi trent’anni di vita sulle spalle. Il livello della produzione è altissimo, e dimostra che di un capolavoro del passato è possibile prendere le parti migliori e trasformalo in un capolvoro di oggi.

Formato: PS5 Editore: Square Enix Sviluppatore: Square Enix, Creative Business Unit I Voto: 10/10

Insegnare a leggere e a scrivere con il metodo globale fonematico: il percorso di tutto l’anno scolastico, giorno per giorno, direttamente dai quaderni delle bambine e dei bambini (consigli operativi)

 In questi anni molto spesso sul metodo di insegnamento della lingua italiana in una prima classe ci sono state idee del tutto diverse, talvolta contrapposte. A mio parere la classica contrapposizione tra metodo globale e il suo opposto il metodo analitico non aveva ragione di esistere, i due metodi avevano il grosso limite di praticare una didattica estrema che non generava buoni risultati. L’enunciato teorico che sottende anche il nostro iter didattico è il seguente: è vero che la visione del tutto è anteriore alla ricognizione analitica delle parti (metodo globale), ma proprio per questo l’analisi va fatta ed è importante (metodo analitico). In altri termini, quando un bambino entra in classe ha dapprima una visione globale dell’aula ma poi va a cogliere i particolari: il banco, la lavagna, ecc. Se questo è vero, ed è difficile poter affermare che non lo è, dal punto di vista didattico ne deriva che occorra partire prima dalla frase (visione del tutto) per poi passare all’analisi dei fonemi e dei grafemi (ricognizione analitica delle parti) che vanno poi a formare le sillabe. E’ quello che intendiamo fare proponendo tuttavia frasi il più possibile semplici che contengano parole bisillabe o trisillabe piane. In seguito si passerà all’analisi dei singoli suoni sino ad identificare i fonemi e i grafemi che compongono la sillaba. Sarà fondamentale evitare l’inutile e dannoso passaggio proposto da molti testi di didattica che prevede la formazione della sillaba (M+A=MA). Molto più semplice ed efficace, dopo l’acquisizione delle vocali e delle consonanti M e R, far leggere l’intera sillaba e, se questo avviene, i bambini potranno, in tempi brevi, cominciare a leggere e a scrivere le prime parole. E’ di basilare importanza, in una prima fase, far scrivere gli alunni solo in stampato maiuscolo. E’ una strategia didattica semplice e nel contempo efficace; attraverso l’utilizzo dello stampato maiuscolo aiutiamo il bambino a dirigere le sue energie mentali verso la prima fondamentale esigenza del conoscere: saper leggere e saper scrivere. Se invece lo obblighiamo a scrivere sin dai primi giorni di scuola nei tre caratteri dovrà per forza di cose preoccuparsi della sua grafia e della memorizzazione di più segni, simili ma anche diversi, con il risultato di distoglierlo non di poco da quello che è poi l’obiettivo più importante. Le difficoltà manuali, per molti bambini, diventeranno non solo un’inutile fatica ma anche una barriera e un limite al progressivo evolversi delle proprie capacità di apprendimento delle strumentalità di base. Viceversa quando un bambino parte sin dall’inizio dell’anno scolastico utilizzando lo stampato maiuscolo imparerà più facilmente. Occorre anche tenere presente che lo stampato maiuscolo è di per sé già pregrafia (la A è un triangolino, la O un palloncino) e sarà più facile per l’alunno organizzarsi sempre meglio nello spazio del foglio e questo è un altro elemento importante. Quando i bambini cominceranno a scrivere e a leggere il passaggio al corsivo non sarà certo un problema, scriveranno con maggiore chiarezza e ne deriverà la capacità e la competenza di leggere, memorizzare e studiare più facilmente.Le motivazioni, il metodoIl metodo e le motivazioni sono due facce della stessa medaglia. Un buon metodo accresce le motivazioni ed il “gusto” di imparare. I bambini, in questa fase dell’età evolutiva, sono curiosi e dotati di profonda intuizione. Se opportunamente stimolati sin dai primi giorni di scuola sono interessati ad apprendere. L’emozione di leggere le prime frasi e conoscere tutte le lettere dell’alfabeto muove la volontà e fa da leva al conoscere. Non vi è alcun bisogno di trovare un filo conduttore motivante, la soddisfazione, nell’alunno o nell’alunna, nasce dal lavoro stesso che diventa un piacere. Le storielle, i racconti arriveranno in seguito, la più bella favola è davanti a loro ogni giorno con le magie dei colori, dei disegni, delle frasi, delle lettere dell’alfabeto e la musicalità dei suoni della nostra bellissima lingua. Il metodo globale od il metodo fonematico? Il modo di procedere del pensiero cognitivo contiene sia la sintesi, sia l’analisi, la nostra tastiera cerebrale non scinde questi due aspetti dell’apprendimento. La frase, con una costruzione semplicissima, corredata da un bel disegno, è un’ottima partenza, ma altrettanto importante è poi l’analisi del suono e del segno. Sotto questo aspetto gli alunni e gli insegnanti italiani godono di un privilegio che non ha riscontro in alcun’altra lingua del mondo, al suono corrisponde il segno. E’ un bel vantaggio, perché non approfittarne?L’itinerario didattico: consigli operativiAll’inizio del lavoro viene proposta una semplice frase con un disegno realizzato nel modo migliore possibile e, in una fase successiva, si prosegue con l’analisi delle vocali, delle consonanti, delle sillabe. Le motivazioni ad apprendere trovano il proprio naturale humus nelle attività didattiche proposte che rispondono ai bisogni cognitivi degli stessi bambini: il proprio nome unitamente a quello di tutti i modelli identificativi importanti li accompagneranno durante il primo importante viaggio verso la scoperta di se stessi e del mondo circostante.Massimo risalto viene dato al suono, sia nella frase globale, sia per le singole lettere. Le parole vanno ripetute, nella loro interezza e senza soluzione di continuità, lentamente e poi divise in sillabe, in modo piuttosto spedito e chiaro. Questa attività di rinforzo li diverte tantissimo.Una volta presentate le vocali, sin dall’acquisizione della prima consonante, è possibile per i bambini leggere e scrivere la sillaba senza inutili (e dannosi) passaggi intermedi.Per i primi tre, quattro mesi, è più efficace utilizzare un quaderno grande a quadretti per la prima. Da evitare, a mio parere, quaderni con i maxi quadretti.E’ basilare inizialmente proporre solo stampato maiuscolo, una volta acquisite le strumentalità di base della lettura e della scrittura sarà semplice per i bambini passare al corsivo. Un po’ di pregrafia nella seconda parte della lezione è un utile complemento per una sempre più corretta organizzazione spazio temporale.Di notevole efficacia un alfabetiere da appendere alle pareti contenente la parola con il suono iniziale e le cinque sillabe relative. Le lettere dell’alfabeto saranno presentate e appese alle pareti dell’aula una alla volta.Ercole BonjeanVerifica dei prerequisitiIl metodo globale fonematicoPrimi giorni di scuola in classe primaLa vocale AA come ALBERTOLa vocale EELISA, EMILIO, EMIR, E L’ELEFANTELa vocale II come ITALIALa vocale OOre otto: è l’ora della OLa vocale ULe vocali amiche (A, E, I, O, U)Le vocali dei nostri nomiLettura della frase del giorno – La consonante M, le sillabe MA, ME, MI, MO, MULe rane RA, RE, RI, RO, RULeggo e scrivo la parola più bella del mondoLettura globale di una semplice frase – La consonante S: schema delle sillabe SA, SE, SI, SO, SULa consonante S, le sillabe SA, SE, SI, SO, SU – Dettato di parole bisillabe pianeLettura globale della frase – Lettura e scrittura di parole bisillabe e trisillabe pianeIl puntoLettura globale della frase – Analisi delle sillabe LA, LE, LI, LO, LULa frase del giorno: lettura globale e analitica – Le sillabe LA, LE, LI, LO, LUDettato: ascolto, rifletto, scrivoLa consonante P, le sillabe PA, PE, PI, PO, PULe sillabe PA, PE, PI, PO, PU.Ribadimento delle sillabe BA, BE, BI, BO, BU – Dettato ortograficoRibadimento delle consonanti M, R,S, L, PIl puntoL’alfabetiere muraleLa consonante N, le sillabe NA, NE, NI, NO, NULe sillabe TA, TE, TI, TO, TURibadimento delle sillabe della lettera TDettato ortografico: parole, bisillabe, trisillabe, lettere ponteLe sillabe VA, VE, Vi, VO, VUUn piccolo, importante, dettaglioLa frase del giornoRibadimento delle sillabe VA, VE, VI, VO, VULa consonante BLettere ponteRipasso delle sillabe BA, BE, BI, BO, BU; VA, VE, VI, VO, VUIl puntoLa consonante F, le sillabe FA, FE, FI, FO, FUPer compito qualche riga con le sillabe: FA, FE, FI, FO, FUFA come FATINALa consonante D, le sillabe DA, DE, DI, DO, DUI suoni DA DE DI DO DULa consonante D: la frase del giornoLa consonante ZProva di verifica: dettato ortografico.Il puntoCE E CI A FUMETTIVerifica: suoni duri e suoni dolci.CHE CHI A FUMETTICE CI CHE CHI A COLORICompitoGA GO GU a fumettiGE e GI a fumettiVerifica: ge, gi, ghe, ghiUn ghiro fa il giro …Grande attesa per le letterine in corsivoFumetti e suoniI cinesini CE e CI ci salutanoQui, quo, qua, queIl puntoEd ora è solo questione di tecnica …Fumetti, colori, letterine in corsivoUn po’ di esercizio per compitoPassaggio dallo stampato maiuscolo al corsivoEsercizi sulle lettere in corsivoLe lettere in corsivoLa prima filastroccaMetodo globale-fonematico: passaggio dallo stampato maiuscolo al corsivoSotto l’albero …I nomi dei compagni, le maiuscole, il corsivoLe maiuscoleLe lettere maiuscole dei nostri nomiIl puntoParole e suoni particolariArrivano le pagelleDalle parole alle frasiIl punto (fine I quadrimestre)

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