Rennes-Milan dove vederla: Dazn, Sky, TV8 o Mediaset? Tv e streaming news

Rafael Leao (foto Lapresse)

Rennes-Milan dove vederla in tv e streaming: Dazn, Sky, TV8 o Mediaset?

Milan all’esame di francese: dopo il 3-0 dell’andata a San Siro (e reduci dalla bruciante sconfitta in campionato sul campo del Monza che ha azzerato i sogni di rimonta scudetto), la squadra di Stefano Pioli va sul campo del Rennes per guadagnarsi la qualificazione agli ottavi di finale di Europa League. Match al via alle 18,45. Rennes-Milan dove vederla in tv e streaming, guida veloce per seguire i rossoneri.

Rennes-Milan dove vederla in tv

Rennes-Milan in diretta tv pay sarà trasmesso su Sky Sport Uno, Sky Sport 253 con la telecronaca di Federico Zancan e il commento tecnico di Giancarlo Marocchi, a bordocampo Peppe Di Stefano. La partita di Europea League sarà seguita da Sky anche seu Diretta Gol a cura di Maurizio Compagnoni.

Rennes-Milan dove vederla in streaming

Rennes-Milan in diretta streaming sarà trasmessa su SkyGo e Dazn, oltrechè su Now sempre a partire dalle 18,45.

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Scuola, le nuove regole per i docenti rischiano di diventare un lusso per i precari

Il Pnrr doveva essere il simbolo della “ripartenza”. Il piano per rilanciare il Paese dopo la pandemia, in cui milioni di cittadini avevano riposto le proprie aspettative.
Tra questi c’erano anche gli insegnanti, più di 200mila precari della scuola, e gli aspiranti, che nel Pnrr avevano intravisto l’occasione di mettere ordine nel caos che da anni regola l’accesso alla cattedra.
Ma non è andata così. Come racconta Lucia Donat Cattin, insegnante e componente dell’esecutivo nazionale scuola dell’Usb, «si stanno accelerando al massimo le procedure per il reclutamento del personale scolastico per raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Pnrr.
Ma questo a scapito della qualità e di una pianificazione efficace che avrebbe potuto essere cruciale sia per diminuire il numero dei precari su cui ogni anno si basa la scuola, sia dall’altro lato, per prevenire la mancanza di docenti in alcune discipline».
Il Piano prevede 70 mila nuovi docenti da assumere entro il 2024, ma il ministro Valditara ne promette 100 mila, nonostante i ritardi ereditati dal governo precedente. Per velocizzare i concorsi, le prove scritte saranno a risposta multipla fino alla fine del Pnrr, come stabilito dal decreto Pa n°75 del 22 giugno 2023.
Dopo, si tornerà alle risposte aperte. «I test a crocette servono a sostituire le commissioni di docenti con i computer, perché le commissioni sono scoraggiate dai bassi compensi per la correzione delle prove. Ma questo non è l’unico problema. L’articolo 20 del decreto Pa riduce la formazione dei docenti a un mercato di Cfu», dice Donat Cattin (Usb).
Si riferisce al fatto che i crediti formativi richiesti per insegnare passeranno da 24 a 60 per i neolaureati, e varieranno per chi ha già dei titoli. Si potranno conseguire con percorsi online al 50 per cento fino al 2025, pagando circa 2.500 euro l’anno. «Un sistema che favorisce le università e gli altri enti accreditati, ma non migliora le condizioni di lavoro dei docenti». Che resteranno precari, perché l’abilitazione non garantisce il ruolo.
E che non avranno nemmeno un limite al numero di abilitati per materia, che invece sarebbe utile per evitare la mancanza di professori in alcune discipline. «Questo provvedimento rende ancora più difficile insegnare per chi lo desiderava», commenta Antonio Corlianò, studente di Filosofia a Bologna e membro di Cambiare Rotta: «60 cfu e 2. 500 euro equivalgono a un altro anno di università.
Di fronte alla necessità di insegnanti qualificati, la scuola pubblica diventa accessibile solo ai pochi che possono sostenere i costi di ingresso». Le attività formative per i docenti dovrebbero partire il prossimo autunno: è in arrivo il Dpcm con i criteri definitivi. Il bando per il concorso straordinario ter per le assunzioni dovrebbe uscire già quest’estate.

Laura e Max, docenti cacciati dalla scuola di estrema destra

Due insegnanti della Germania Est hanno dovuto lasciare la loro scuola e la loro città dopo aver denunciato i comportamenti neonazisti degli studenti del loro liceo.
Si tratta di Laura Nickel e Max Teske, che insegnavano rispettivamente inglese e storia, e matematica e geografia, nella scuola Mina Witkojc di Burg, una cittadina a Sud-Est di Berlino. Nickel e Teske si erano resi conto che nella loro scuola regnava un’atmosfera di intimidazione e di violenza da parte di alcuni alunni di estrema destra, che si salutavano con il saluto nazista, incidevano svastiche sui banchi e suonavano musica con testi razzisti nei corridoi.
Inoltre, minacciavano e picchiavano i compagni immigrati o di origine straniera. Gli insegnanti avevano cercato di contrastare questi fenomeni, tenendo lezioni sul passato nazista del loro Paese, invitando un rapper nero a parlare di rispetto reciproco e segnalando i casi più gravi al preside. Ma nulla era servito, anzi. Il preside e i colleghi non li avevano sostenuti, e gli alunni di estrema destra avevano intensificato le loro azioni. Disperati, Nickel e Teske avevano deciso di scrivere una lettera aperta per denunciare la situazione alla stampa locale.
Nella lettera, avevano affermato che “i docenti e gli alunni che combattono apertamente contro studenti e insegnanti di estrema destra temono per la loro sicurezza” e che le scuole “non possono ospitare nemici della democrazia”. La lettera aveva scatenato una campagna di diffamazione e di odio nei confronti degli insegnanti. Un gruppo anonimo di genitori aveva chiesto il loro licenziamento.
Adesivi con le loro foto e la scritta “Vattene a Berlino” erano apparsi sui lampioni vicino alla scuola. Sui social network, qualcuno aveva dichiarato di volerli “cacciare”. Nickel e Teske si erano sentiti soli e in pericolo. Avevano quindi annunciato di voler lasciare la scuola e la città. “Dichiarazioni, azioni e slogan estremisti di estrema destra, omofobia e sessismo erano e sono all’ordine del giorno in questa scuola”, avevano dichiarato in un’intervista.
La loro storia ha fatto il giro della Germania, suscitando indignazione e solidarietà. Molti hanno sottolineato come l’estrema destra abbia preso piede in alcune aree della Germania Est, dove esiste una rete di gruppi e locali che diffondono messaggi del partito Alternativa per la Germania (AfD), noto per le sue posizioni anti-immigrazione, anti-islam e anti-europee.
Nickel e Teske hanno ricevuto anche delle offerte di lavoro da altre scuole, ma hanno deciso di prendersi una pausa per riflettere sul loro futuro. Hanno dichiarato di non voler rinunciare alla loro passione per l’insegnamento, ma anche di non voler più lavorare in una scuola dove non si rispettano i valori democratici.

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