LA NOTTE STELLATA, RICICLO TAPPI

Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi lo splendido lavoro della bravissima professoressa Valentina Zedda e della sua classe, IC Palazzolo dello Stella, sede di Carlino (UD). All’open day hanno presentato proprio questo lavoro che era in work in progress!

Certamente, come la maggior parte delle persone che visitano il sito, sarete accumulatori seriali di qualsiasi oggetto, sopratutto quelli da riciclare a scuola! Oggi preparate i tappi di plastica perché il lavoro di Valentina e dei suoi ragazzi è davvero stupendo e merita di essere replicato!

Come potete vedere dalle foto Valentina e i suoi alunni di classe seconda hanno osservato bene il famosissimo dipinto di Van Gogh (di cui abbiamo ampiamente parlato) e hanno preparato i vari tappi con i colori da usare.

A questo punto hanno iniziato creando le classiche onde nel cielo, incollando i tappi con la colla a caldo. Ovviamente per la base potete usare un cartellone abbastanza grande ma per renderlo più robusto dovrete incollarlo su del compensato.

Ecco il bellissimo risultato:

Bravissimi sia la professoressa che i ragazzi! Grazie per aver condiviso con noi questo lavoro!

Per altro a tema qui:

GIRASOLI ISPIRATI A VAN GOGH

VAN GOGH ART

LEPORELLO A TEMA VAN GOGH

TECNICA DEL QUILLING, LA NOTTE STELLATA di VAN GOGH

IL MOSAICO DELLA NOTTE STELLATA (Van Gogh art)

IDEE PER LABORATORIO VAN GOGH

IL GIRASOLE con stampabile, da appendere (ispirato a Van Gogh)

PALLINE DI NATALE VAN GOGH

e tanto altro!

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Grande affluenza al secondo Open day alla Gramsci per conoscere le novità!

Grande partecipazione al secondo open day della Gramsci, due novità: Cl@sse 4.0 e Inglese potenziato
Sabato 14 gennaio la scuola secondaria di primo grado ha aperto le porte dell’Istituto, per la seconda volta, alle famiglie e agli studenti in occasione del primo open day dedicato alla condivisione delle numerose progettualità.

I visitatori sono stati accolti nell’Aula Magna dal vice preside, Prof. Moreno Pasqualone, e dalla funzione strumentale per l’Orientamento, la Prof.ssa Marilena Ferraro, che hanno illustrato l’offerta formativa della scuola e hanno introdotto le novità dell’A.S. 2023/2024: la scuola si arricchisce di altri due indirizzi specifici oltre al percorso Musicale ovvero sarà avviata la Cl@asse 4.0 e il corso d’Inglese Potenziato.
Tante le domande dei genitori che hanno seguito con interesse e d entusiasmo. Dopo la presentazione del Dirigente i genitori con i piccoli alunni sono stati divisi in gruppi e hanno visitato i numerosi laboratori presenti nella scuola: da quello multimediale alla Cl@sse 4.0, da quello scientifico a quello musicale, dal Progetto lettura in biblioteca al laboratorio espressivo passando per le attività di motoria e artistiche.

Il tour nei diversi laboratori ha permesso ai visitatori di porre domande, di conoscere l’offerta formativa attraverso le parole e l’operato dei veri e propri protagonisti della scuola cioè gli alunni.
Per il percorso ad indirizzo musicale sono stati illustrati i vari strumenti studiati facendo esibire i giovani alunni nei vari laboratori: pianoforte con il professor Polimanti, Tromba con il professor Catena, Flauto traverso con la professoressa Barbera e Violino con il professor Papa.

Nel laboratorio scientifico, con le prof.sse Paola Carusone e Francesca Sorrentino, gli spazi e gli strumenti per i vari esperimenti hanno catturato l’attenzione.

Nel laboratorio linguistico, con i professori Valerio Filippi, Ada Catalano, Patrizia Bisacco e Licia Acquafredda,  giochi interattivi e multiculturalità.

Nelle aule adibite come Laboratorio espressivo, i genitori e i piccoli ospiti hanno potuto assistere a delle rappresentazioni letterarie interessanti e coinvolgenti: gli alunni di 1^ B, coordinati dalla professoressa Maria Rosaria Salvi,  hanno rappresentato alcune favole, come “Il lupo e l’agnello” e “Il leone e il topo”.

Le alunne di 2^ B, invece, guidate dal professore Ragozzino Salvatore, hanno illustrato l’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri anche attraverso la recitazione di versi tratti da alcuni canti. Infine, gli alunni di 2^ e 3^ C , insieme alla professoressa Lucia Decinti, hanno presentato le varie attività realizzate con le piattaforme di Book Creator e Canva.

Preso d’assalto dai piccoli alunni e dai loro genitori il laboratorio multimediale dove gli alunni della sezione A, guidati dalla prof.ssa Marilena Ferraro,  hanno illustrato le attività svolte in Italiano in Didattica digitale integrata.

Gli alunni hanno parlato anche di storytelling in realtà virtuale e aumentata facendo provare ai piccoli visitatori anche esperienze con i visori in 3D.

Di grande interesse per i genitori e per i ragazzi il nuovo corso Cl@asse 4.0 della sezione A che prevede l’utilizzo di metodologie didattiche attive e inclusive in un ambiente digitale. I genitori hanno ascoltato le spiegazioni degli insegnanti del consiglio di classe, prof.ssa Sabrina Barretta, prof.ssa Marilena Ferraro, prof.ssa Ada Catalano e prof.ssa Velia Farina,  per conoscere le modalità di insegnamento/apprendimento dimostrando grande interesse. Nell’aula 4.0 anche la disposizione dei banchi è importante per favorire l’apprendimento cooperativo e l’acquisizione di competenze didattiche e relazionali. Ogni alunno ha un dispositivo Chromebook su cui lavorare e durante l’Open day i ragazzi hanno realizzato, divisi in gruppi, tre prodotti digitali:
1 . Un poster collaborativo con Canva: “Contro Bullismo e Cyberbullismo”.
2.Una mappa interattiva con Google Earth sul viaggio di Ulisse.
3. Una mappa con Google Presentazioni per spiegare il Nome.

Qui di seguito riportiamo la presentazione del corso:

Presentazione classe 4.0 per le famiglie di marilenaferraro

Tra gli ambienti che hanno attirato l’attenzione degli ospiti la Biblioteca Scolastica è stata certamente la più sorprendente.

Luminosa, spaziosa e soprattutto ricca di creatività la biblioteca rappresenta per gli alunni della Gramsci un vero e proprio atelier di lettura e scrittura, uno spazio terzo nel quale prende vita il progetto lettura d’Istituto.

Ad accogliere i visitatori insieme con gli alunni le professoresse Barbara e Cinzia Pedrazzi e la professoressa Deborah Tosi.

L’intero Istituto, attraverso il progetto lettura, da diversi anni partecipa alle numerose iniziative di promozione alla lettura proposte dal MIUR e dal Cepell a livello nazionale.

Tra queste ricordiamo: Libriamoci, #ioleggoperchè, Il maggio dei libri oppure concorsi di lettura e scrittura nei quali i nostri alunni si sono sempre distinti ottenendo numerosi riconoscimenti.

L’open day è stata l’occasione per i ragazzi di condividere con le famiglie le diverse strategie offerte dal progetto lettura oltre che le metodologie e i prodotti finiti.

Ogni luogo della Biblioteca ha ospitato un diverso laboratorio: dal metodo caviardage alla mail art, dal laboratorio di poesia alla realizzazione di lap-book e libri pop-up, dal taccuino del lettore e dello scrittore agli organizzatori grafici.

Ad arricchire l’esposizione: segnalibri, panini imbottiti di libri, libri a fisarmonica, libri in una busta, libri in una pagina, libri in foglio e libri in scatola ispirati a Roberto Pittarello.

Ad attirare l’attenzione e la curiosità di molti anche il libro dal titolo “Racconti dal Lazio” realizzato dai nostri alunni in collaborazione con la casa editrice Psiche e Aurora.

Un altro percorso realizzato sempre all’interno del progetto lettura con il patrocinio del Comune di Aprilia, esposto durante l’open day, è il volumetto nato in occasione del 75° anniversario della Fondazione di Aprilia, dal titolo “Aprilia Raccontami”, dal suo seguito “Aprilia Raccontami 2” ed infine dall’ultimo volume “Aprilia Raccontami 3. Avventure nello spazio” che ha accompagnato la nostra mascotte oltre la Galassia.

Prossimo Open day il 14 gennaio alle ore 10,30.

Dopo l’ultima pennellata, la vita dei quadri tra musei e traslochi

Com’è finita a New York la Notte stellata di van Gogh? E che ci fa la Danza di Matisse a San Pietroburgo? E che dire della Madonna Sistina di Raffaello a Dresda?

Sono tutti luoghi molto distanti da quelli in cui ha vissuto l’autore ma questo è ciò che normalmente accade dopo che l’artista ha dato all’opera l’ultima pennellata e il quadro inizia la sua vita nel mondo. Una vita che generalmente conosciamo poco perché tendiamo a concentrarci sul significato del dipinto, sulla sua descrizione, sulle circostanze della sua nascita, ignorando in che modo sia poi giunto fino a noi.
Eppure quel pezzo di storia è molto importante perché è il momento in cui l’opera è diventata ‘arte’ confrontandosi con il mondo reale in tutta la sua consistenza fisica. Scoprire le vicende di un dipinto è avvincente quanto indagarne i simboli e i segreti ma ci aiuta anche a capire quali rischi corrano le opere d’arte nel momento in cui passano di mano in mano o stanno dentro un museo.

Visto che li abbiamo citati all’inizio, proviamo a scoprire la storia dei tre quadri in apertura. Della Notte stellata di van Gogh ci siamo già occupati a proposito di cieli notturni nell’arte, ma vediamo cosa è accaduto dopo che Vincent lo ha completato, tra maggio e giugno del 1889.
Il 28 settembre dello stesso anno lo fa recapitare al fratello minore Theodorus (detto Theo) a Parigi. Il 25 gennaio 1891, solo sei mesi dopo la morte del pittore, muore anche Theo e il dipinto (assieme ad altre duecento tele) rimane alla vedova, Johanna Bonger.

La donna, pittrice anch’essa, è stata fondamentale nell’affermazione della pittura di van Gogh grazie alla pubblicazione dell’epistolario dei due fratelli e all’organizzazione di mostre con le opere di Vincent.Quanto a Notte stellata, Jo la vende nel 1900 al poeta e critico d’arte Julien Leclercq che l’anno seguente la rivende al pittore Émile Schuffenecker.

Ma nel 1906 Bonger la riacquista per venderla alla galleria Oldenzeel di Rotterdam (che tra il 1892 e il 1906 aveva organizzato ben otto mostre interamente dedicate all’opera di van Gogh). La galleria chiude i battenti l’anno seguente e il dipinto viene acquistato da Georgette P. van Stolk, una donna di Rotterdam.
Nel 1938 Notte stellata viene comprata dal gallerista parigino Paul Rosenberg che la venderà al Museum of Modern Art di New York nel 1941.

Fino a quel momento si può dire che il dipinto non era mai stato esposto al pubblico. Ma da allora in poi la sua fama è stata sempre in ascesa, fino a diventare uno dei dipinti più famosi al mondo.
La storia de La danza di Matisse è meno avventurosa ma anche meno lieta. Venne realizzata nel 1910 assieme al pannello La musica per il mecenate russo Sergei Shchukin. Tra il 1897 e il 1907 il collezionista aveva già acquistato un centinaio di quadri tra i quali opere di Monet, Renoir, Degas, Cézanne, Gauguin e van Gogh.

Dal 1908 iniziò ad aprire al pubblico la sua collezione nella sua abitazione di Mosca ogni domenica mattina. Nello stesso periodo conobbe anche Picasso e negli anni seguenti comprò da lui quasi 50 tele.

È stato anche grazie a questo apporto culturale che si sono sviluppati in Russia il Cubismo, il Suprematismo e il Costruttivismo. Purtroppo Shchukin non potè godere a lungo della sua collezione: nel 1918, con l’ascesa di Lenin, la sue opere furono sequestrate dal governo e dichiarate “proprietà del popolo” e lui fu costretto a rifugiarsi a Parigi dove morì nel 1936.

Nel 1948 la collezione di Shchukin è stata smembrata tra il Museo Pushkin di Mosca e il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, dove oggi si trova La danza di Matisse.
Ma veniamo adesso alla Madonna Sistina di Raffaello, uno dei suoi dipinti più suggestivi realizzato tra il 1513 e il 1514. Per chi non lo conoscesse è quello con il famoso dettaglio dei due angioletti affacciati alla base.

Vasari tramanda che l’opera fu commissionata da papa Giulio II nel 1512 per la chiesa del convento benedettino di San Sisto a Piacenza, ed era dedicata a papa Sisto IV, zio del pontefice e promotore della rinascita della cappella Sistina. La grande pala d’altare è rimasta nell’abside della chiesa sino al 1754 (oggi se ne può vedere una copia settecentesca).

In quella data, dopo due anni di trattative, fu acquistata dal Grande Elettore Augusto III di Sassonia, re di Polonia, che desiderava ardentemente un’opera del grande pittore del Rinascimento. Pur di averla arrivò a pagare 25.000 scudi pontifici, una cifra allora spropositata – corrispondente a svariati milioni di euro – con la quale i monaci, in gravi difficoltà finanziarie, ripianarono tutti i loro debiti.
La tela venne portata alla Gemäldegalerie, cioè la galleria di pittura, dello Johanneum di Dresda (la scuderia cinquecentesca adibita a sala di rappresentanza) e pare che per quel dipinto il sovrano abbia persino spostato il trono dicendo “Fate posto al grande Raffaello!”. Per inciso, dieci anni prima Augusto III era riuscito ad aggiudicarsi l’intera quadreria estense di Modena venduta da Francesco III nel 1745-1746 per risollevare le sue barcollanti finanze.
Ma la sua storia non finisce qui. Dieci giorni dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, l’11 settembre 1939, la Madonna Sistina venne smontata dalla cornice e portata nei sotterranei del palazzo reale come misura di protezione da eventuali danni bellici. Ma si trattava di un nascondiglio poco sicuro per cui il 6 novembre l’opera venne trasferita nel castello di Albrechtsburg a Meissen.

Il 15 dicembre 1943 la tela venne trasferita di nuovo. Stavolta in un luogo considerato inespugnabile: un tunnel ferroviario in disuso a Rottewerndorf opportunamente climatizzato e blindato. Nello stesso luogo arrivarono l’anno seguente altre 380 opere da Dresda, giusto in tempo per salvarle dal bombardamento che tra il 13 e il 15 febbraio del 1945 rase al suolo la città.
Il 12 maggio le truppe sovietiche riuscirono a localizzare il tunnel, rimasto privo di sorveglianza. Due giorni dopo la madonna Sistina fu prelevata e portata a Dresda, nel quartier generale dei russi, e da là al castello di Pillnitz, vicino la città, edificio usato come deposito del ‘bottino di guerra’. Qui venne prelevata da Michail Dobroklonki, il vice direttore dell’Ermitage, che la spedì in gran segreto al museo Pushkin di Mosca.
Il quadro però non venne esposto e i russi negarono di averlo preso tanto che per dieci anni la Madonna Sistina fu considerata dispersa. Solo nel 1955, dopo la morte di Stalin avvenuta nel 1953 e l’avvio di una stagione di maggiore trasparenza, i russi ammisero di averla in loro possesso ma giustificarono quell’appropriazione facendola passare per un salvataggio finalizzato al restauro.

Il 3 marzo 1955, in vista della firma del patto di Varsavia tra i paesi dell’Europa orientale, il governo sovietico autorizzò la restituzione alla Germania dell’est, territorio sotto il suo controllo. Ma, prima di rispedirla indietro, la Madonna Sistina restò in mostra al Museo Pushkin dal 2 maggio al 20 agosto. In meno di 4 mesi oltre un milione di visitatori andarono a vedere il capolavoro di Raffaello.

L’opera giunse a Berlino il 16 ottobre dello stesso anno e messa in mostra dal 27 novembre al 23 aprile dell’anno seguente. Per tornare al suo posto, a Dresda, nella galleria progettata nell’Ottocento da Gottfried Semper, dovette attendere fino al 3 giugno.

Di storie simili a queste ce ne sono migliaia, praticamente una per ogni opera d’arte. Sono spesso curiose, a volte intriganti, in alcuni casi sconvolgenti. Provocano anche un certo disagio quando rivelano come l’arte sia stata volentieri merce di scambio, trofeo da esibire, strumento di ricatto.Le acquisizioni, specialmente quelle antiche, sono state spesso disinvolte, in casi estremi truffaldine tanto che oggi si torna a parlare con insistenza della necessità di restituire i capolavori trafugati. Ma ogni opera d’arte è un caso a sé e conoscerne la storia è il primo passo per la sua conservazione e per qualsiasi altra considerazione.

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